Erik Erikson, uno psicanalista diverso

La teoria di Erik Erikson ebbe un impatto significativo sulla psicologia nordamericana e poi in tutto il mondo. 
Erik Erikson, uno psicanalista diverso
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Erik Erikson è stato uno psicanalista tedesco che ha offerto un grande contributo alla comprensione della mente  umana. Nacque a Francoforte nel 1902. Morì quasi un secolo dopo, nel 1994, nel Massachusetts (Stati Uniti). Il suo nome è uno dei più noti nell’ambito delle scienze della mente.

Il principale apporto di Erik Erikson fu in termini di psicologia evolutiva. Postulò l’esistenza di otto età dell’uomo , ciascuna delle quali con le proprie caratteristiche, con punti forti e deboli. Nonostante si fosse formato e avesse lavorato come psicanalista, i suoi contributi vennero poi ripresi dalla cosiddetta psicologia umanistica.

“Nella giungla sociale dell’esistenza umana, non c’è la sensazione di essere vivi senza un senso di identità.”

-Erik Erikson-

Come accade con frequenza nella vita dei grandi psicologi e psicanalisti, l’infanzia  di Erik Erikson non fu esente da problemi. Suo padre abbandonò sua madre, proprio quando lui nacque. La madre di Erikson era una giovane danese che si fece carico da sola dell’allevamento del figlio durante i primi anni di vita. Poi si sposò con un pediatra di origine ebraica.

I primi anni di Erik Erikson

La madre di Erik Erikson nascose al bambino che suo padre li aveva abbandonati. Non aveva obiettivi chiari nella vita. Nonostante fosse un bravo studente, non aveva particolari doti e sembrava a tutti distratto e talvolta inquieto.

Bambino che guarda fuori da finestra in mezzo a prato

Quando finì le scuole di secondo grado, decise che voleva diventare un artista. Così, cominciò una fase segnata dall’instabilità. Andava a lezione e alternava quest’attività con viaggi nei luoghi più disparati dell’Europa, per apprezzare le manifestazioni artistiche del continente. A volte vagava come un vagabondo  e dormiva sotto i ponti.

Molto dopo, Erik Erikson scrisse un’opera, che chiamò Autobiographic Notes on the Identity Crisis (letteralmente, Note autobiografiche sulla crisi d’identità). In quest’opera parla degli anni in cui non sapeva quale strada intraprendere.

La formazione iniziale

Arrivato al suo venticinquesimo compleanno, Erikson aveva voglia di mettere la testa a posto. Un suo amico gli consigliò di prendere un posto vacante in una scuola sperimentale. Questa era diretta da Dorothy Burlingham che, a sua volta, era molto amica di Anna Freud. Fu lì che iniziò a trovare se stesso e a formulare un progetto di vita.

Maturò un interesse per la pedagogia e ottenne un certificato sul Metodo Montessori. Poi, e grazie all’influenza di Anna Freud, realizzò degli studi di psicanalisi infantile presso l’Istituto Psicanalitico di Vienna. In seguito decise di diventare analista e fu la stessa Anna Freud a fargli una psicanalisi, condizione necessaria per iniziare la sua pratica come terapeuta.

Erikson con un amico

Erik Erikson si sposò con una ballerina e anni dopo dovette affrontare le difficoltà della Seconda Guerra Mondiale. Questo lo spinse a emigrare negli Stati Uniti, dove presto divenne un  professore presso l’Università di Harvard. Lì strinse alcune amicizie che lo nutrirono in modo piuttosto significativo. Dopodiché lavorò presso l’Università di Yale e in quella della California.

La teoria evolutiva di Erik Erikson

Nonostante Erik Erikson si occupasse di una vasta gamma di tematiche, fu la sua teoria dello sviluppo psicosociale a spingerlo a occupare un proprio posto nel mondo della psicologia. In essa integrò le sue conoscenze di pedagogia, psicoanalisi e antropologia culturale. La sua fu una reinterpretazione delle fasi dello sviluppo psicosessuale elaborate da Sigmund Freud.

Fasi della vita

Erikson creò la psicologia dell’Io, che considerava la forza essenziale della vita umana. Attribuì grande importanza all’aspetto sociale e allo sviluppo biologico come elementi determinanti nella vita dell’individuo. Dichiarò che in ogni fase della vita si acquisiscono certe competenze specifiche che determinano l’evoluzione successiva. Tali competenze sono di ordine fondamentalmente psicosociale e implicano un conflitto fra lo stato anteriore e quello nuovo.

Le otto età dell’uomo, secondo Erik Erikson, sono le seguenti e in questo ordine:

  • Fiducia vs sfiducia
  • Autonomia vs vergogna e dubbio
  • Iniziativa vs senso di colpa
  • Industriosità vs inferiorità
  • Identità vs contestazione
  • Intimità vs isolamento
  • Generatività vs stagnazione
  • Integrità dell’io vs disperazione

La teoria di Erik Erikson ebbe un impatto significativo sulla psicologia nordamericana e poi in tutto il mondo. Ancora oggi continua a esercitare una forte influenza sulla ricerca e in campo terapeutico. Si tratta di un approccio interessante, profondamente umano e rincuorante.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Bordignon A. El desarrollo psicosocial de Eric Erikson. El diagrama epigenético del adulto. Revista Lasallista de Investigación [Internet]. 2005 [consultado 17 de junio de 2022]; 2(2):50-63. Disponible en: https://www.redalyc.org/articulo.oa?id=69520210
  • Weiland S. Erik Erikson: Ages, Stages, and Stories. Generations: Journal of the American Society on Aging. 1993; 17(2): 17-22.
  • Widick C, Parker C, Knefelkamp L. Erik Erikson and psychosocial development. New directions for student services [Internet]. 1978 [consultado 17 de junio de 2022]; (4): 1-17. Disponible en: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/ss.37119780403

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.