Essere permalosi

Definiamo permalose le persone che reagiscono in modo molto intenso alle critiche. Ma ´da cosa dipende?
Essere permalosi
Sergio De Dios González

Scritto e verificato lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 08 marzo, 2023

La nostra pelle presenta più recettori sensoriali in alcuni punti rispetto ad altri. Una carezza sul collo può farci rizzare i peli, mentre sul braccio potrebbe non produrre questo effetto. Riscontriamo la stessa differenza in termini di sensibilità nel nostro universo emotivo. Alla luce di ciò, in determinate situazioni tendono a essere permalosi.

Questo modello di azione-reazione è particolarmente marcato nella critica. Il nostro modo di elaborarla dipenderà da molti fattori, e uno di questi sarà come e quando ci tocca.

Lo stesso commento che in un certo momento possiamo prendere come uno scherzo, in un altro può produrre un grande rifiuto; rappresentare la miccia che accende il fuoco di un’animata discussione.

Amici che parlano di simboleggiare il narcisismo colloquiale.

La critica che ferisce

Immaginate di esservi dedicati allo studio di una lingua straniera per alcuni mesi. Avete investito il poco tempo libero per imparare le parole e familiarizzare con le espressioni più popolari. Allo steso modo, immaginate di avere un amico che parla perfettamente la suddetta lingua.

Un giorno lo incontrate e gli dite che la state studiando, dunque offre il suo aiuto. Ecco, però, che iniziano le critiche. Allusioni a strategie di studio errate, a risorse inefficaci, perfino alla scarsa propensione a imparare le lingue.

Tornate a casa con la sensazione che sia tutto inutile. E ciò vi fa arrabbiare, perché vi siete impegnati molto.

Immagina la stessa situazione in un contesto vacanziero, in cui al mattino avete deciso di dedicare un’oretta all’apprendimento della lingua locale. Avete svolto gli esercizi di grammatica e guardato dei video.

State studiando in modo rilassato e l’incontro con il vostro amico avviene nello stesso contesto. Le sue critiche vi infastidiscono, ma non alla pari del precedente scenario. Voi per primi non state prendendo troppo sul serio lo studio della lingua.

Allo stesso modo, sapete che il vostro amico vuole il vostro bene e sta solo cercando di aiutarvi. Condividete in larga misura i suoi commenti.

La critica da parte è la stessa, ma non lo è la sensibilità di chi la riceve. Nel primo contesto i vari fattori in gioco inducono a essere permalosi ben più del secondo scenario.

Ragazzo che parla con una ragazza.

Essere permalosi dipende soprattutto dal contesto

Non possiamo controllare quello che diranno gli altri, ma abbiamo un ampio margine d’azione in merito alla nostra reazione. Nel primo esempio, potremmo provare ad adottare una visione più obiettiva e analizzare il commento nostro amico.

Fare tesoro delle sue parole, prenderle in considerazione e valutare la possibilità di dedicare altro tempo e migliori strategie allo studio della lingua.

Dovremo anche considerare il fatto che l’altra persona si è ritagliata del tempo per discutere di un interesse che è nostro. La sua intenzione era quella di aiutarci, anche se i suoi commenti potrebbero averci ferito.

Ben diverso, invece, se capiamo che ha voluto questo incontro solo per dimostrare la sua superiorità, per vantarsi della sua bravura. Non si tratta, tuttavia, del caso più comune, poiché questo genere di persone prediligono i contesti pubblici per sfare sfoggio delle loro presunte abilità eccezionali.

Essere empatici

D’altro canto, piuttosto che essere permalosi e reagire malamente alle critiche, dobbiamo prima pensare che anche gli altri possono aver avuto una brutta giornata.

Il nostro amico forse ha avuto una riunione poco piacevole con il suo capo o una discussione con il partner in cui hai ricevuto solo rimproveri. Prima di chiedere aiuto, dunque, conviene chiedere all’altra persona come sta; in questo modo potremo interpretare meglio le sue parole, inquadrarle nel giusto contesto.

Oltre a quanto detto, va tenuto conto di un fenomeno curioso. Nel definire il nostro concetto di sé, cataloghiamo delle etichette che non vogliamo che ci vengano affibbiate.

Pensiamo a una persona che tiene molto alla puntualità. Il suo primo giorno di lavoro in una nuova azienda l’orario degli autobus è diverso da quello della settimana precedente ed è in ritardo.

Una delle prime critiche del suo superiore riguarderà proprio il suo ritardo. Pur non sapendolo, ha toccato il nuovo impiegato in un punto per lui molto sensibile.

Tutti noi presentiamo questi punti interni più delicati, così come non controlliamo molte delle circostanze che ci circondano per cui tendiamo a essere permalosi.


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