Nella mia famiglia c'è un problema di salute mentale, e adesso?
Nel corso della storia, la specie umana ha sempre temuto le malattie mentali, in molti casi perché non le comprendeva. Ricercare delle spiegazioni (paranormali, scientifiche o religiose), provare delle cure, migliorare la vita di chi soffre di un problema di salute mentale, tutto questo ha caratterizzato la storia della sopravvivenza relativa alla nostra specie da quando si è iniziato a parlare di malattia.
In materia di salute mentale, per quanto riguarda i disturbi gravi o cronici, vi è una sorta di sensibilità dovuta allo stigma che ne deriva. Con la chiusura di istituzioni obsolete, queste patologie si sono fatte conoscere direttamente sul campo. Attualmente, quando non vi è cura disponibile, si percorre con inerzia il sentiero della riabilitazione. La difficoltà maggiore ricade sulle famiglie che si ritrovano con figli, genitori, zii o fratelli affetti da disturbi che sfuggono alla loro comprensione e conoscenza.
Problema di salute mentale: il primo impatto
La famiglia è la prima a soffrire e a preoccuparsi; di norma, è anche la prima a rendersi conto che vi è qualcosa “che non va”. Il nostro parente soffre di disturbi comportamentali, emotivi e cognitivi.
Di solito il primo approccio è molto complicato: sconcerto, mancata comprensione, affrontare la diagnosi, entrare e uscire dal medico, per arrivare persino alla negazione parziale della situazione. Vediamo che nostro figlio, fratello o padre sta soffrendo o si comporta in modi che non avremmo mai immaginato. E, soprattutto, siamo testimoni di quanto la sua vita si stia sgretolando poco a poco. Ci sembra lo stesso, ma al contempo non è più lui/lei.
Secondo la OMS, la salute mentale fa riferimento al “modo in cui ci si relaziona agli altri in famiglia, al lavoro, nel tempo libero e nella comunità in generale”. Quando una persona che ci sta a cuore altera tale equilibrio, soffriamo, neghiamo l’evidenza, ci poniamo delle domande, ci incolpiamo e cerchiamo mille alternative.
In un dato momento, non è raro provare ira, rancore e frustrazione. La famiglia è la colonna vertebrale di una persona con un problema di salute mentale. Il sostegno, la comprensione, la tranquillità e l’equilibrio sono fondamentali.
Ogni persona ha una storia familiare. Una storia organizzata in fasi di adattamento riconosciute, nella quale sono raccolti tutti i pensieri e le emozioni. Stiamo parlando della fase di allarme, fase di resistenza e fase di esaurimento. A seconda di dove ci troviamo, riceveremo un modello oppure un altro per assimilare ciò che sta succedendo. Anche i professionisti della salute mentale, dunque, studiano, applicano e fanno affidamento alle modalità migliori per rapportarsi alle famiglie (o almeno lo fanno fin dove arrivano le loro risorse che, purtroppo, in molti casi sono molto limitate).
Affrontare il problema di salute mentale è la soluzione più adeguata
Dopo tutto il vortice descritto, nel quale la famiglia, il partner, gli amici si ritrovano nella confusione più completa, è solita arrivare la diagnosi definitiva del problema di salute mentale e l’ora di affrontare in modo sereno il cambiamento.
- Affidarci a un professionista: nella fase della diagnosi conosceremo diversi professionisti del settore sanitario. È essenziale comunicare e chiarire ogni dubbio.
- Attenerci al modello: se il nostro parente migliora, incoraggiamolo a continuare nel processo. Non dobbiamo permettere che perda l’idea di avere il controllo della malattia. Troveremo sempre un professionista che potrà tranquillizzare e al quale poterci rivolgere in caso di dubbi o necessità. Il cammino è lungo, ma non dobbiamo arrenderci.
- Capovolgere il discorso: se interiorizziamo che la persona a noi cara “non è un malato”, ma che “ha una malattia o un problema di salute mentale”, allora potremo ridimensionare l’immagine che abbiamo di determinate problematiche. Forse così smetteremo di identificare il problema con la sintomatologia di cui soffre e potremo focalizzarci sulla persona che conosciamo.
La famiglia è un elemento fondamentale per la stabilità e il recupero. Mantenere un ambiente tranquillo in casa e nell’ambiente circostante sarà un sostegno diretto nella riuscita della cura/terapia. La motivazione e la lotta contro la disperazione e l’abbattimento traggono forza dall’equilibrio emotivo presente in casa. È normale aver bisogno di sfogarsi, ma non riversiamo tutta questa emozione sulla famiglia e canalizziamo tutte le emozioni primarie e secondarie che possiamo provare.