Famiglie monogenitoriali: forze e debolezze
Al giorno d’oggi esiste un’ampia varietà di famiglie che poco hanno a che fare con il concetto di famiglia tradizionale. Una delle tipologie più moderne è quella delle famiglie monogenitoriali, caratterizzate dall’assenza di uno dei genitori.
Anche questo modello familiare ha le sue caratteristiche che lo differenziano da altri, ad esempio dalla famiglia nucleare. Tra queste caratteristiche spicca il fatto che molti figli, prima di trovare un equilibrio, hanno dovuto vivere una situazione di conflitto creata e alimentata dai propri genitori.
Ma esistono molte altri elementi che caratterizzano il processo di adattamento affrontato negli ultimi decenni dalle famiglie monogenitoriali per integrarsi alla società (e che anche la società ha dovuto affrontare, opponendo resistenza, prima di accoglierle).
Tipologie di famiglie monogenitoriali
Queste unioni familiari sono costituite da una persona adulta che si è assunta la responsabilità di uno o due figli. Eppure, il concetto è molto più ampio di così, dato che racchiude una grande quantità di tipologie. Tra queste:
- Genitori separati, uno dei due vive in casa con uno o più figli.
- Padre in età avanzata, vedovo, che vive con un figlio in piena adolescenza.
- Donna o uomo single che decide di adottare.
- Adolescente che ha avuto un figlio e che decide di rimanere nella propria famiglia d’origine crescendo il proprio bambino.
Gli individui divorziati sono persone che non hanno costruito un buon matrimonio; ma sono anche persone che non potrebbero accettarne uno cattivo.
-Paul Bohannan-
Punti di forza delle famiglie monogenitoriali
L’assenza di una delle figure genitoriali in molti casi rafforza il legame affettivo l’unico genitore e il figlio (o i figli). Quando manca una delle figure di riferimento, l’indipendenza aumenta nel momento in cui bisogna prendere decisioni che riguardano l’educazione e la vita dei figli.
E questo aspetto si estende alla mancanza di discussioni sui criteri educativi impiegati per crescere i figli. Questo ambiente più rilassato e flessibile può generare un clima familiare più gradevole rispetto a un clima di tensione.
In generale, nelle famiglie monogenitoriali si è privi di uno dei pilastri, quindi si è più indipendenti. Molti bambini adottano il ruolo di quel padre o di quella madre assente e si fanno carico di responsabilità più grandi di quanto non ci si aspetti alla loro età.
A volte questi adattamenti forzati li aiutano a maturare, ma possono anche trasformarsi in un punto debole, come vedremo più avanti.
Fragilità delle famiglie monogenitoriali
Una delle principali difficoltà che queste aggregazioni familiari si trovano a dover affrontare è l’esposizione dei figli più piccoli al conflitto tra genitori.
Durante le sedute psicoterapeutiche si è testimoni diretti del fatto che i problemi dei coppia hanno un impatto diretto sui figli. Esso è tale da lasciare in molti casi una ferita profonda che continua a bruciare ben oltre l’infanzia. A tutto questo, a volte, bisogna aggiungere il malessere dei bambini perché non fanno parte di una famiglia tradizionale.
L’incapacità di mantenere un dialogo e a trovare accordi favorisce l’unilateralità quando si tratta di prendere decisioni importanti. Questa solitudine che si evidenzia quando bisogna prendere decisioni per i figli aumenta il carico di lavoro quotidiano per il genitore che finisce con il dedicare a se stesso meno tempo e a trascurarsi nella scala delle priorità.
Ha anche poche opportunità di confrontarsi con altri adulti, di discutere di possibili soluzioni a un problema o semplicemente, delegare la responsabilità di alcune decisioni a qualcun altro. Questa compensazione, nonché lo spazio che si crea nel matrimonio, sono inesistenti in questo caso.
Meno privacy e più permissività
Nelle famiglie monogenitoriali di solito i figli non rispettano la privacy dell’adulto perché non sanno (o disconoscono) l’intimità di coppia.
Per questo motivo, può capitare che i bambini interrompano le conversazioni telefoniche o che si intromettano in decisioni che non competono loro in una specifica tappa della loro crescita.
Il genitore, inoltre, tende a essere più permissivo con i figli che, in un certo qual modo, approfittano del doppio ruolo di padre e madre. Tuttavia, come già detto, a volte il bambino tende ad assumere il ruolo della figura assente. Ad esempio, opponendosi con fermezza al fatto che la madre esca con gli amici, non dando fiducia al padre o pretendendo di condividere il letto con il genitore.
L’aspetto negativo di questa situazione è che l’adulto diventa permissivo senza accorgersene. Manca un secondo membro della coppia (o un tutore) coinvolto nell’educazione del figlio che funga da specchio, affinché si capisca di non star facendo del bene al figlio.
Tuttavia, le famiglie monogenitoriali continuano a essere unite dallo stesso vincolo che lega qualunque altra famiglia: amore, protezione, sicurezza e cura costante. Le diverse forze e debolezze aggiungono semplicemente un valore aggiunto a questa situazione.