Fernando Pessoa, lo scrittore multiplo
Gli scrittori plasmano la storia attraverso la parola. Ogni testo ci porta in luoghi unici, momenti inaspettati e sensazioni a volte indescrivibili. Fernando Pessoa non è stato da meno in questo compito e attraverso i suoi testi ci ha portati a conoscere il concetto di “multiplo” nella scrittura.
Questo scrittore è stato un pioniere dell’avanguardia, il suo lavoro ebbe grande impatto nell’ambito della scrittura. Segnò, di fatto, un prima e un dopo, oltre ad aprire le porte all’esplorazione di nuove forme.
Pessoa ritraeva nelle sue poesie e nei suoi testi aspetti inerenti all’umanità. Lo faceva, però, da più punti di vista, sembrando persino una persona diversa in ogni suo scritto. Straordinario, no?
“Metti tanto quanto sei nel minimo che fai.”
-Fernando Pessoa-
Breve riassunto della biografia
Fernando Antonio Nogueira Pessoa nacque a Lisbona (Portogallo) il 13 giugno 1888 alle 3 e 20 del pomeriggio, al quarto piano del numero 4 di Plaza San Carlos; era il giorno di Sant’Antonio di Lisbona.
Dall’età di 5 anni cominciò a risvegliarsi in lui la passione per la lettura. Fu fortemente influenzato dalla madre, a cui piaceva scrivere, e dal padre, redattore di un quotidiano; ma anche influenzato dalla zia paterna María Xavier, che era poetessa.
A quella stessa età, subì una grave perdita: suo padre morì di tubercolosi. Solo un anno dopo, morì anche il fratello Jorge. Tuttavia, lo stesso Pessoa riferiva di non aver sofferto troppo per questi lutti.
Per alcuni anni della sua infanzia visse con la nonna paterna Dionisia, che soffriva di un disturbo mentale e che di conseguenza fu ricoverata in diversi manicomi portoghesi, come quello di Rihalfoles. Non è tuttavia nota la sua esatta diagnosi.
Nel 1895, la madre di Pessoa si risposò con il console del Portogallo a Durban. Per questo motivo la famiglia si trasferì in Sud Africa, dove Pessoa rimase per il resto della sua infanzia.
Successivamente tornarono in Portogallo e Pessoa decise di rimanere con la nonna. Si iscrisse a diversi corsi nell’ambito delle lettere, anche se in seguito li abbandonò tutti. Sei anni dopo, la nonna morì e in seguito a ciò Pessoa decise di fare della casa che aveva ereditato una tipografia.
È in questo periodo che inizia a scrivere, a comporre critiche letterarie e a tradurre per diverse riviste. Nel 1912 debutta come scrittore su Orpheu, rivista nata in risposta all’avanguardia internazionale e alla quale collaborarono diversi scrittori legati a Pessoa come: Sá Carneiro, Guilherme Santa Rita, Almada Negreiros e Álvaro de Campos.
A seguito dell’uscita del secondo numero della rivista, venne pubblicata una delle poesie più scandalose di Álvaro de Campos: il Saluto a Walt Whitman.
Nel 1915 Sá Carneiro, intimo amico di Pessoa, si suicidò; questo episodio e l’apoplessia di María Madalena costituirono per Pessoa alcuni dei momenti peggiori della sua vita. Pessoa voleva continuare a lavorare sulla rivista e lanciare il numero successivo anche se, alla fine, non riuscì a farlo.
Un anno dopo, il poeta decise di affermarsi come astrologo; anche se può sembrare strano, era frequente che gli scrittori, oltre a pubblicare sui giornali, studiassero materie come l’astrologia. Quattro anni dopo, si innamorò di Ofelia Quiroz, un’impiegata d’affari a cui scrisse alcune poesie e lettere.
Pessoa morì il 30 novembre 1935, a 47 anni, a causa di una colica epatica. Alcuni dei suoi eteronimi figurarono sulla sua tomba come segno della sua pluralità.
Gli eteronimi
Cosa si intende per eteronimi? La definizione del DRAE riporta: “identità letteraria fittizia, creata da un autore, che gli attribuisce una biografia e una personalità particolari.” Questa creazione legata a Pessoa nasce come esigenza di essere plurale, di esplorare altri mondi e sensazioni per scoprire cosa vi si trova.
Non si tratta di un personaggio di fantasia né di uno pseudonimo, non è un personaggio e nemmeno l’autore che si nasconde dietro un’altra firma.
Nel leggere testi di diversi eteronimi, si possono notare differenze sia per le caratteristiche di personalità di ciascuno, sia per il modo di scrivere e la tendenza letteraria che li contrassegna.
La creazione degli eteronimi di Pessoa si è riflessa nella sua vita e nel suo lavoro. I più noti sono:
- Alberto Caeiro Da Silva: chiamato anche il tisico antiumanista e mistico.
- Álvaro de Campos: scriveva poesie tumultuose e soffriva di frequenti esaurimenti nervosi.
- Alberto Mora: soffriva di paranoia, era considerato un filosofo del paganesimo.
- Ricardo Reis: scienziato neoclassico dalla personalità disciplinata e meticolosa.
Fernando Pessoa non solo creava eteronimi, ma anche semi-eteronimi come per esempio Bernardo Soares. Perché “semi”? Perché così li denominò il poeta in una lettera diretta ad Adolfo Casais Monteiro, spiegando: “è il risultato della mutilazione della mia personalità, dalla cui ho tolto la ragione e l’affettività”.
Iniziò a creare eteronimi molto presto; a cinque anni, creò Cabballero du Pas, un personaggio al quale dettava lettere indirizzate a se stesso. La critica non ha voluto considerare du Pas come eteronimo perché la conoscenza letteraria di Pessoa a quel tempo era scarsa e sicuramente non era sviluppato abbastanza né aveva il background degli eteronimi successivi.
Tuttavia, c’è chi suggerisce che possa essere considerato un proto-eteronimo. Lo stesso Pessoa suggerì che la sua infanzia fu segnata da una tendenza alla mistificazione e alle bugie artistiche.
Pessoa non è stato l’unico autore a utilizzare gli eteronimi; possiamo osservarli in autori noti come Miguel Unamuno e Antonio Machado. Ma come nascono? I ricercatori Pérez e Adam, in un articolo sulla rivista Iberomania, suggeriscono che questo tipo di creazione è il prodotto di un movimento della fine del XIX secolo in Occidente.
Come risultato di questo movimento vi fu quello che conosciamo come crisi di identità del soggetto, qualcosa che abbiamo visto incarnato in innumerevoli opere che costruiscono autori immaginari.
Una curiosità da rilevare è che vi sono grandi corrispondenze tra la vita di Pessoa e gli eteronimi che presentò. Per esempio, Alberto Cairo Da Silva soffriva di tubercolosi come suo padre; Maria José aveva una disabilità simile all’apoplessia di sua madre.
Rafael Baldaya era invece un astrologo; e infine Bernardo Soares che, come sottolineò Pessoa, era proprio come lui, ma senza il lato emotivo.
Che tipo di persona era Fernando Pessoa?
Si parla di Pessoa non solo per la sua incomparabile creazione letteraria, ma anche per la sua personalità. C’è chi ritiene, di fatto, che fosse strettamente legata alla scrittura. Vediamone alcuni aspetti:
- Ricerca della stabilità: come suggerito da García e Angosto nel loro articolo per la Revista de la Asociación Española de Neuropsiquiatría. La loro idea è che la scrittura per Pessoa fosse un mezzo attraverso il quale cercare di trovare la pace. In altre parole, un modo per mantenere la stabilità psicologica.
- Ossessione per la profonda compulsione a scrivere.
- Tratti della psicosi: conseguenza degli stati di trance e della depersonalizzazione di cui parlava Pessoa. Diceva di avere visioni e momenti di illuminazione. Li vediamo anche negli automatismi motori dell’artista, di cui abbiamo testimonianze.
- Ciclotimia: questa teoria nasce a causa dell’instabilità psicologica che si evidenziava nei suoi scritti, del malumore che diceva di provare e della compulsione a scrivere.
- Fobia: Pessoa aveva una paura profonda e irrazionale delle tempeste, in particolare dei fulmini.
Lo stesso Pessoa sviluppò una teoria sulla sua personalità. Si dichiarò isterico-nevrastenico, sicuramente per l’influenza del contesto storico. Si ritiene che sia stato influenzato dagli scritti di Freud e Charcot.
Va notato che questi costrutti hanno subito grandi cambiamenti nel corso della storia, e si ipotizza che Pessoa non sia stato al passo di questi cambiamenti e abbia cercato di adattare questi concetti alla sua personalità.
Durante i suoi anni accademici, veniva descritto come un “ragazzo timido e gentile, di carattere dolce, estremamente intelligente, che si preoccupava di parlare e scrivere in inglese nel modo più accademico possibile e che possedeva uno straordinario buon senso per la sua età”. Lo scrittore messicano Octavio Paz lo descrisse indicando le seguenti caratteristiche:
- Reticente e familiare.
- Cosmopolita che predica il nazionalismo.
- Investigatore solenne di cose futili.
- Umorista che non sorride mai e che ci fa gelare il sangue.
- Inventore di altri poeti e sabotatore di se stesso.
- Autore di paradossi trasparenti come l’acqua e, come questa, vertiginosi.
Sicuramente, Pessoa si distinse non solo per le sue creazioni, ma per la sua personalità enigmatica. Sarà sempre una sfida scoprire cosa vi è dietro i suoi scritti.
In realtà, ciò che sappiamo di Pessoa deriva da ciò che gli altri dissero di lui e ciò che risulta evidente dai suoi scritti. Quel che è certo e con cui concordano la maggior parte delle ipotesi è la sua necessità di scrivere per vivere.
“La mia anima è una misteriosa orchestra,
non so quali strumenti suoni e strida dentro di me:
corde, arpe, timpani e tamburi.
Mi conosco come una sinfonia”.
-Fernando Pessoa, Il libro dell’Inquietudine–
Opere di Fernando Pessoa
La prima cosa da sottolineare quando si parla delle opere di Pessoa è che ci ha lasciato 27.543 pagine manoscritte e 70 diversi autori che hanno firmato le sue opere (eteronimi e pseudonimi).
Inoltre, nella vita ha pubblicato un solo libro, gli altri sono stati opere postume. Vediamo alcune delle opere dello scrittore portoghese:
- Messaggio: unica opera che Pessoa ha visto pubblicata, chiamata in portoghese Mensagem. È un’interpretazione simbolica della storia portoghese divisa in tre parti, raggruppate in 44 poesie, anche se Pessoa suggerì che si trattasse di una sola poesia.
- Il libro dell’Inquietudine: una delle opere più importanti dell’autore. Copre temi che riguardano questioni metafisiche e ciò che sta nel più profondo dell’essere umano: la vita e la morte; il reale e l’irreale, ecc. Secondo García e Angosto, si tratta di un “autentico diario dei suoi dialoghi interiori”.
- Il banchiere anarchico: è un libro che, in linea di principio, nasce come rivista letteraria. In quest’opera, Pessoa mostra il suo culto del paradosso come ginnastica di critica, si avvicina alla realtà in modo razionale e mostra aspetti di sociologia e politica.
- Poesie di Álvaro de Campos: in questo libro fiorisce il senso intimo del mondo e delle sue cose, di ciò che è mistico e del sentimento che trabocca.
- Odi di Ricardo Reis: qui Pessoa esplora i temi dell’esistenza in pace e della disperazione nella vaghezza poetica; riscatta ciò che è stoico ed epicureo.
Ci sono ancora opere inedite, e la produzione di Pessoa è più ampia di quanto possiamo immaginare. Tra le carte trovate, ci sono varie lettere che ci ha lasciato in eredità, che sono state utilizzate da diversi professionisti per decifrare aspetti della sua personalità e avvicinarsi, per quanto possibile, al suo forte rapporto con la scrittura.
Conclusioni
Parlare di Pessoa significa riferirsi a un autore incomparabile, uno scrittore che si è moltiplicato attraverso la creazione letteraria, l’alfiere degli eteronimi, uno degli autori portoghesi più importanti e d’avanguardia.
Per saperne di più, è necessario leggere le sue opere, in quanto, come afferma Octavio Paz, grande ammiratore del poeta, “il poeta non ha biografia: la sua opera è la sua biografia”.
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