Finché si piange, c’è speranza

Finché si piange, c’è speranza
Lorena Vara González

Scritto e verificato la psicologa Lorena Vara González.

Ultimo aggiornamento: 21 dicembre, 2022

Finché si piange, c’è speranza. Tutto ciò che ci fa male, che ci cambia, ci fa anche crescere e lottare. Ciò che ci affligge ci mostra il valore dei sorrisi, delle carezze e dei bei momenti. Ci fa trarre un insegnamento dai cattivi momenti e cercare la forza necessaria per cambiarli.

Nelle lacrime può esserci la motivazione per un cambiamento e per un miglioramento. Non c’è miglior carburante di quello proveniente dalla tristezza più profonda, quella che ci entra nelle ossa e ci toglie il respiro. Perché, nella vita, i momenti più negativi precedono i migliori cambiamenti, quei salti nel vuoto accompagnati da paura e incertezza, ma anche quelli che ci daranno di più.

Nelle lacrime c’è forza, carattere, si sente col cuore. Sono questi i motivi per cui piangiamo. Ogni lacrima è un impulso e un modo di toccare il fondo per appoggiarci alla forza che ci spinge a costruire qualcosa migliore.

Si dice che solo chi ha conosciuto la tristezza e pianto con tutte le proprie forze conosce la grandezza dell’essere umano

Finché si piange, si è vivi

Finché si piange, c’è vita che esplode dentro di noi, e dunque la speranza necessaria per continuare a lottare per avere di meglio. Ricordiamoci che come l’acqua dà la vita, le lacrime ci aiutano a conoscere la forza celata nel nostro cuore.

Finché si piange c'è vita

Per questo motivo, la tristezza è necessaria per poter conoscere il nostro coraggio. Perché le lacrime non fanno come la pioggia sulle rocce, non ci erodono dentro, ma ci danno il coraggio necessario per poter tornare a vedere il sole dopo la tempesta.

Gli arcobaleni appaiono solo se c’è una tempesta e se non lasciamo che la pioggia ci impedisca di vedere oltre la nostra tristezza. Le cose più belle, quelle che ci ricordiamo meglio, sono quelle che nella tristezza ci sembravano impossibili, ma che poi sono avvenute perché non ci siamo arresi al nostro tormento interiore.

Possiamo sopravvivere a uragani di rimpianti, a lampi di paura e a tuoni di dolore, ma solo se dopo la pioggia della tempesta raccogliamo la forza di vedere il sole.

Impariamo ad aprire l’ombrello, a sfogarci, a piangere, a gridare e ad esprimerci quando è necessario. Raccogliamo la forza delle nostre emozioni e liberiamo la nostra realtà interiore, Perché non c’è nulla di male nell’essere umani, non c’è nulla di male nell’esprimere un’emozione.

Finché si piange, ci sono opportunità per imparare

Se non c’è nulla di male nell’esprimere un’emozione, perché non ne traiamo profitto per imparare e ricavarne qualcosa di meglio? Potremmo sorprenderci di ciò che possiamo fare quando ci conosciamo e ascoltiamo il nostro dolore.

Nulla è mai come sembra, e così come dietro un sorriso può nascondersi la tristezza più profonda, dietro le lacrime possono nascondersi opportunità, sogni e allegria. Non dobbiamo lasciarci ingannare dalle apparenze, né affogare dalla tristezza.

Donna che piange

Impariamo ad ascoltare le nostre lacrime per trarre forza da esse e cercare il cambiamento che tanto desideriamo. Decifriamone il significato per distinguere che cosa ci infastidisce, eliminiamo dalla nostra vita ciò che le causa e se non è possibile dire addio, costruiamo un ponte verso tutti gli insegnamenti che apportano.

Non dimentichiamo che esprimendoci ci sarà sempre quella spalla su cui piangere e quell’abbraccio che ci darà riparo e amore, e che dopo le forti tempeste ci sono anche istanti di calma, tranquillità e tempo per pensare. Quando ci sono lacrime, c’è speranza, perché dietro ogni ragione per piangere, c’è una porta aperta perché tutto possa cambiare.


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