Finestra di tolleranza: di cosa si tratta?
Immaginate di ricordare buona parte delle esperienze personali con un flusso emotivo incontrollabile. Quando ci troviamo in uno stato di iper-attivazione, siamo fuori dalla nostra finestra di tolleranza. Quando siamo dentro di essa, invece, la situazione ottimale.
La finestra di tolleranza rappresenta il range di intensità emotiva che ognuno di noi è capace di sperimentare. All’interno di questo ventaglio, ci sentiamo sicuri, possiamo imparare e goderci meglio la vita.
Cosa significa trovarsi fuori dalla finestra di tolleranza?
Le emozioni possono “straripare” per varie ragioni: sfiducia, scarsi strumenti per la gestione emotiva o per la riflessione, negazione del bisogno di sentire…
I due estremi della finestra di tolleranza corrispondono ai due stati limite dell’attivazione fisiologica ottimale:
- Iper-attivazione: stato in cui si avvertono le emozioni con eccessiva intensità (paura, ira, allegria, vergogna, etc.). Corrisponde a un aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico.
- Ipoattivazione: stato di evasione, dovuto a cause diverse quali esperienze interiori paralizzanti o incapacità di arricchirsi con esperienze nuove. Corrisponde a un aumento di attività del sistema nervoso parasimpatico.
Le nostre esperienze determinano il modo in cui “sentiamo” la vita. Alcune persone sono molto reattive, ad esempio soffrono di attacchi di panico o di rabbia. All’altro estremo c’è chi è disconnesso dal proprio corpo e / o dalla mente, il suo pensiero scorre lentamente e trova difficile persino muoversi.
In situazioni di pericolo o traumatiche, il corpo si predispone alla sopravvivenza. Avvia degli automatismi che, una volta che siamo fuori pericolo, a volte non riescono a rientrare al loro “stato normale”. Generalmente le persone “fuori dalla finestra” hanno dovuto reagire a situazioni difficili e il senso di sicurezza e di rilassamento di base ne sono stati alterati.
“Non importa quello ti fanno, ma piuttosto ciò che fai con quello che ti è stato fatto”.
-Jean Paul Sartre
Come restare dentro la finestra di tolleranza?
Le ricerche in ambito neuroscientifico hanno dimostrato che in questi casi il solo modo di cambiare la nostra percezione è prendere coscienza delle nostre esperienze interiori, rispettarle e imparare a convivere con esse. La pratica della piena attenzione o della consapevolezza (mindfulness) calma il sistema nervoso e ci aiuta a riconoscere le nostre emozioni, per poi controllarle meglio.
Psicoterapeuti come Pat Ogden e Peter Levine hanno sviluppato la terapia corporea, la psicoterapia sensomotoria e la sperimentazione somatica per recuperare il normale funzionamento del nostro corpo.
Nell’approccio terapeutico di Peter Levine, il vissuto passa in secondo piano per dare spazio all’esplorazione delle sensazioni fisiche. Questo processo di entrata e uscita con cautela dalle sensazioni interiori e dai ricordi traumatici si chiama “processo del pendolo” e aiuta a espandere gradualmente la finestra di tolleranza.
L’allargamento della finestra di tolleranza può aiutare a sentirci più calmi e centrati nel presente, a sfruttare appieno le esperienze e a non sentirci sovraccarichi in determinate situazioni.
Le diverse strategie possono aiutare nella:
- Mentalizzazione
- Contenimento: ad esempio attraverso l’uso di “immagini mentali”
- Rafforzamento del senso di sicurezza
- Routine positive: esercizio fisico, rilassamento, etc.
- Stimolazione cognitiva
7 passaggi fondamentali per la gestione emotiva
I “limiti della nostra finestra di tolleranza” è un concetto sviluppato da Siegel e correlato a una pratica della consapevolezza che ci permette di mantenerci all’interno della finestra. La mindfulness sollecita le strutture prefrontali che presiedono alla modulazione delle emozioni e al mantenimento dell’equilibrio emotivo.
Questa pratica, che permette di regolare le emozioni, prevede sette passaggi, il cui ordine e numero possono essere variati:
- Fermarsi.
- Respirare profondamente per ritrovare la calma.
- Prendere coscienza delle proprie emozioni.
- Accettare l’esperienza e l’insorgere dell’emozione.
- Darci affetto (auto-compassione).
- Lasciar andare o liberare l’emozione.
- Agire o non agire, a seconda delle circostanze.
“La visione della mente ci consente di dirigere il flusso di energia e l’informazione verso l’integrazione … e questo comporta l’assenza di malattia e la comparsa del benessere. ”
-Siegel-
La nostra storia di attaccamento condiziona in gran parte l’ampiezza della nostra finestra di tolleranza e, quindi, la nostra capacità di auto-cura. Una cura di sé positiva può essere considerato l’atteggiamento o lo stato mentale in cui ci si accetta, si agisce e si lascia spazio alla crescita e allo sviluppo personale.
Vivere restando dentro la nostra finestra di tolleranza significa aumentare le possibilità di una vita piacevole, impegnata e ricca di significato.