Foucault e la cura di sé come segno di libertà

Foucault e la cura di sé come segno di libertà

Ultimo aggiornamento: 28 marzo, 2017

Michel Foucault è stato uno dei pensatori di maggior influenza del ventesimo secolo. Nella sua immensa opera affronta temi critici quali la medicina, la psichiatria, le istituzioni sociali, le scienze umane e la sessualità. Con l’articolo di oggi proveremo ad illustrare i concetti di base che quest’autore ha sviluppato con riferimento alla cura di se stessi come sintomo di libertà.

Parte degli scritti di Foucault è caratterizzata da una profonda analisi sulle relazioni di potere, discorso e conoscenza, che si sono guadagnate un ampio spazio di dibattito. La sua posizione critica ed autentica di fronte alla modernità ha reso Foucault uno degli autori più letti al pari dei più grandi referenti dei temi umanistici.

 “L’uomo passa la prima metà della vita a rovinarsi la salute, e la seconda metà a curarsi”

-Joseph Leonard-

In termini generali, Foucault fa riferimento alla cura di se stessi come ad un segno di libertà. Egli segnala l’importanza del concetto di corpo-mente inteso come unità trascendente e singolare. Esistiamo per creare auto-conoscimento e responsabilità per la nostra stessa vita. A questo scopo, è necessario portare a termine un preciso processo di apprendimento ed affrontare una vasta serie di situazioni in cui questo possa essere messo in pratica.

Preparandosi per la cura di sé

Secondo Foucault, l’anima è equiparabile al soggetto e, in quanto tale, non può disconoscere o pretendere di ignorare le sfide che sono insite nell’esistenza. Per questo motivo, l’autore si concentra soprattutto sull’importanza di prepararsi ad affrontare la vita adulta. Ciò implica, tra le altre cose, avere la capacità di saper distinguere gli errori e le abitudini nocive che accompagnano i nostri passi nel mondo.

Michel Foucault

Solo il soggetto stesso può dedicarsi alla cura di sé. Si tratta di un modo di appartenere a se stessi, di poter dire “sono io”. Per Foucault, ciò è possibile soltanto in funzione della relazione che stabiliamo con la verità e con il sapere. Se tale relazione è adeguata, verrà con essa la capacità di decidere cosa rifiutare e cosa accettare, cosa mantenere uguale e cosa cambiare di noi stessi.

Inoltre, stabilisce l’importanza di mantenere una relazione di crescita con gli altri e con chi ci circonda. È da questa retroazione che scaturisce l’apprendimento come esseri sociali. In modo complementare ci invita ad ascoltare, a dar valore all’esperienza degli altri come fonte di conoscenza che arricchisca il nostro essere. Frugare a fondo nell’esistenza degli altri diventa un’esperienza indiretta altrettanto coraggiosa.

Occuparsi di se stessi non implica un atteggiamento egocentrico, bensì tutto il contrario. Significa prendere piena coscienza di tutte le proprie potenzialità ed i propri limiti. Allo stesso tempo, in termini complementari, bisogna provare interesse per l’altro, e ciò è possibile soltanto provando interesse per se stessi. Questo modello di pensiero fa, dunque, riferimento all’importanza di prendere in mano la nostra realtà, imparando a prendercene cura.

La conoscenza e l’azione vanno di pari passo

In questo senso, per poter esercitare la sua professione e prendersi cura del benessere degli altri, un medico acquisisce una serie di apprendimenti teorici e pratici. Egli attraverserà diverse tappe per arrivare a comprendere che il soggetto è un’unità composta da corpo e mente. In altre parole, quando una persona accoglie nella sua vita la conoscenza e la cura di sé, trarrà benefici in entrambi i sensi.

Secondo Foucault, esiste un vincolo indissolubile tra conoscenza e azione. Mettendo in pratica la cura di sé, si potenzia l’autoriflessione. Questa, a sua volta, conduce alla coscienza delle emozioni e all’assimilazione di esperienze che arricchiscono la conoscenza. D’altro canto, la percezione di noi stessi come soggetti attiva la nostra sensibilità e ci consente di incorporarla alle nostre azioni.

Ogni corrente filosofica che affronta il tema della cura di sé e degli altri prevede una ricerca che porta all’acquisizione di saggezza. Da tale saggezza deriverà la capacità di scegliere valori che miglioreranno la nostra qualità della vita. Tutto questo altro non è che il risultato di quello che scegliamo di essere e quello che abbiamo appreso.

Un pilastro delle relazioni sociali

Il concetto di cura di sé è un segno di libertà, poiché nasce dalla coscienza e da tutto l’insieme di decisioni che abbiamo affrontato durante la nostra vita. Inoltre, esso è il pilastro alla base delle nostre relazioni sociali ed individuali e del processo di acquisizione di conoscenza. È un procedimento che entra in moto nel campo della comunicazione personale e collettiva.

La cura di sé riguarda diversi ambiti relativi al benessere, come ad esempio le necessità, le emozioni, la salute, i comportamenti, i valori e via dicendo. Si parla di tutto quello che ci consente di migliorare la nostra qualità della vita senza pregiudicare gli altri. A questo fine, è fondamentale che corpo e mente formino un’unità.

La cura di sé dovrebbe essere un comportamento naturale ed essenziale di ciascun essere umano, un aspetto determinante per poter abitare il mondo. La cura di sé ci consente di rispondere a tutte le nostre necessità, che siano esse intellettuali, fisiche, spirituali, emotive, ecc. Ricordiamo sempre che per potersi prendere cura degli altri, bisogna prima imparare a curare se stessi.


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