Friedrich Hegel, filosofo idealista

Dopo la morte di Hegel, i suoi seguaci si divisero in due filoni: gli Hegeliani di destra e gli Hegeliani di Sinistra, come Karl Marx
Friedrich Hegel, filosofo idealista
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

Georg Wilhelm Friedrich Hegel segnò un prima e un dopo nel pensiero filosofico dell’Europa occidentale e anche della Russia del XIX secolo. Ammiratore di Platone, di Cartesio e di Kant, l’idealismo tedesco raggiunse con lui la sua massima espressione;  l’aspetto più interessante è che con Hegel si parla di un grande sviluppo nella teoria dell’evoluzione della coscienza.

Se c’è qualcosa che la maggior parte di noi sa è che leggere Hegel non è facile. Il suo libro più conosciuto, la Fenomenologia dello spirito (1807), è una dimostrazione di questa eredità intellettuale rigida, densa ma determinante per la cosiddetta dialettica storica.

Allo stesso tempo, va detto che sono molti coloro che hanno visto nelle sue tesi (come quella sulla definizione di Stato) le basi di quei pensieri più radicali che sono stati fonte di ispirazione del nazionalismo tedesco. Lo stesso Hitler, ad esempio, trovò nella filosofia hegeliana una sorta di giustificazione al suo operato nella lettura di frasi come “solo il mondo germanico, come incarnazione del vero cristianesimo, rappresenta l’autentica libertà”.

Tuttavia, Hegel è stato molto più di questo. Il suo pensiero è stato come una miccia che ha illuminato e generato nel tempo un numero infinito di reazioni teoriche e filosofiche. Ha ispirato nel tempo il materialismo marxista, ha fondato le basi del preesistenzialismo di Søren Kierkgaard, il concetto metafisico di Friedrich Nietzsche e persino la dialettica negativa di Theodor W. Adorno.

È stato, essenzialmente, quel filosofo che ci ha dato lo stimolo per pensare che tra noi stessi e il mondo non ci sono barriere, che siamo artefici della nostra stessa verità. Ha introdotto anche il concetto di dialettica per spiegarci che la storia e il nostro pensiero sono il risultato del movimento continuo tra soluzioni e contraddizioni.

L’indipendenza dell’uomo consiste in questo: nel sapere ciò che lo determina.

-Hegel-

Vita di un accademico ammirato dai suoi alunni

Ritratto di Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque a Stuttgart, il 27 agosto 1770. Di famiglia protestante e benestante, si circondò sempre dell’ambiente culturale tedesco più avanzato del XIX secolo. Intrattenne amicizie con punti di riferimento dell’epoca quali furono Friedrich von Schelling o il poeta Friedrich Holderlin. Allo stesso tempo, e sin dal principio, fu sempre un avido ammiratore delle opere di Immanuel Kant e Schiller.

Studiò filosofia e teologia presso l’Università di Tubinga e dopo aver ricevuto l’eredità del padre deceduto, si dedicò pienamente e in tranquillità al mondo accademico dopo aver presentato la sua tesi “Orbite planetarie”. In poco tempo ottenne una cattedra e si guadagnò la possibilità di approfondire anche altre aree del sapere, come la matematica, la logica o il diritto.

Nel 1807 pubblicò la Fenomenologia dello spirito, in cui vengono approfonditi aspetti come il senso della coscienza, la percezione e la conoscenza. Nell’opera viene enfatizzata l’unica cosa vera per Hegel, ovvero la ragione. Vista l’importanza di questo lavoro, in poco tempo fu anche chiamato da altre università per formare alunni a Heidelberg o a Berlino. 

Friedrich Hegel, il successo e il colera

Hegel e i suoi allievi

Le sue lezioni erano famose in tutta Europa. I suoi alunni dicevano fosse capace di dare una risposta e un senso profondo a qualunque cosa. Dicevano anche che la sua mente era quella di un titano della conoscenza e che doveva essere proprio come il Platone dell’Antica Grecia.

La sua analisi sulla filosofia del diritto e sul sistema statale fece sì che fossero in molti a volersi addentrare tra i suoi diversi approcci, teorie e dissertazioni. L’elite culturale e la classe politica dell’epoca vide in lui un punto di riferimento da cui imparare e a cui ispirarsi, come fece a suo tempo Karl Marx. Tuttavia, non arrivò a percepire l’impatto della sua opera. 

Friedrich Hegel morì il 14 novembre 1831 di colera. Saranno poi i suoi discepoli a incaricarsi di tramandare i suoi scritti e gli appunti su tutti i saperi che il filosofo aveva approfondito: storia, religione, estetica..

L’uomo che non è capace di lottare per la libertà non è un uomo, è un servo.

-Hegel-

La filosofia di Hegel

Hegel era conosciuto soprattutto per aver introdotto la storia nella filosofia. Fino a quel momento, i discorsi filosofici si basavano su un vuoto, da un’entelechia dove raggiungere il senso della verità senza contare sul punto di riferimento che sono i fatti sociali.

Fatti storici come la Rivoluzione Francese hanno segnato maggiormente il discorso di Hegel, così come il cambiamento di mentalità che regnava nell’Europa dell’epoca. Concetti come la libertà acquisirono di conseguenza quell’importanza decisiva di cui Friedrich Hegel fu il rappresentante.

Vediamo adesso i concetti principali della sua eredità filosofica.

L’idealismo

Mente e nube

Quando si parla di Hegel, è facile definirlo come l’essenza dell’idealismo tedesco. Ma cosa significa? L’idealismo è una teoria filosofica che difende quanto segue:

  • Le idee sono la cosa più importante e possono esistere in modo indipendente.
  • Ciò che ci circonda non esisterebbe se qualcuno non lo percepisse e se non ne avesse coscienza.
  • Per Hegel il mondo è bello, è metafisicamente perfetto, perché la bellezza stessa simboleggia la ragione.

Allo stesso tempo, e all’interno di questo quadro, sosteneva spesso che la felicità non deve essere la meta principale dell’essere umano. Gli aspetti più importanti sono la conoscenza e la ragione. 

La dialettica

Hegel definiva la ragione come un processo dialettico. Una persona può affermare un fatto e poi negarlo, per superare in seguito questa contraddizione. In questo modo, il movimento dialettico si sviluppa a sua detta nei seguenti passaggi:

  • Tesi: affermazione di un’idea.
  • Antitesi: la negazione della propria tesi.
  • Sintesi: superare la contraddizione formulata.

La libertà

Hegel pensava che l’autentica libertà doveva partire dallo Stato. È così che l’individuo può sentirsi realizzato e acquisire un autentico senso di dignità. Vale a dire, l’essere umano ha bisogno di un quadro normativo a cui “sottomettersi”.

Dentro questo schema hegeliano, è mediante il cristianesimo che la persona riesce a raggiungere la vera libertà. Come possiamo supporre, queste idee hanno successivamente influenzato diversi approcci.

La logica

Se parliamo di filosofia, è fondamentale approfondire l’area della logica. E al suo interno è obbligatorio comprendere la tesi più famosa di Hegel: la contraddizione. Secondo questo principio, una cosa è in se stessa e non è diversa da sé.

Vale a dire: tutti cambiamo, perché tutti ci trasformiamo e passiamo da uno stato a un’altra realtà come risultato della vitalità, del cambiamento.. La vita stessa è una continua contraddizione. 

L’estetica

Hegel fece un’interessante distinzione tra il bello naturale e il bello artistico. Il primo fa riferimento a quanto di più raffinato esiste, perché è autentico, è libero e rappresenta lo spirito naturale delle cose. Il secondo, la bellezza artistica, è ciò che crea lo spirito e ciò che ci consente una ricerca estetica finalizzata all’acquisizione della conoscenza.

Friedrich Hegel è oggigiorno uno dei punti di riferimento della filosofia. Ammirato da molti, ma anche criticato da altri, forse per la sua teoria dello stato e dell’idealismo tedesco o l’eurocentrismo. C’è anche chi lo guarda con cautela, per la complessità dei suoi testi.

Tuttavia, le sue idee hanno segnato un momento chiave in Europa. Oggi, libri come la Fenomenologia dello spirito sono ancora letture quasi obbligate.


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