La generazione fiocco di neve, o generazione millennial, è quella formata dai giovani che hanno raggiunto la maggiore età nel decennio 2000-2010. La definizione “fiocco di neve” gli è stata attribuita per l’imprevedibilità e per la volubilità che li caratterizza.
Stando a quanto riportato dai media, i giovani della generazione fiocco di neve si distinguono da quelli delle generazioni precedenti per la loro instabilità emotiva, per la loro suscettibilità e per la loro scarsa resilienza.
L’espressione “fiocco di neve” (dall’inglese snowflake) è stata scelta per una serie di fattori: prima di tutto, per sottolineare l’unicità di questa generazione, infatti non esistono due fiocchi di neve uguali tra loro. Secondo alcuni, si tratterebbe di una generazione la cui infanzia è stata segnata dall’iper-protezione.
Quando nasce la generazione fiocco di neve?
Durante il decennio tra il 2000 e il 2010 un’intera generazione (o forse anche più di una) ha raggiunto la maggiore età, e per questo motivo questi ragazzi sono stati definiti millennial. Sono cresciuti parallelamente al rapido sviluppo delle nuove tecnologie e sono praticamente nativi digitali.
Tuttavia, l’espressione fiocco di neveusata per descrivere questi ragazzi appare per la prima volta in un libro di Chuck Palahniuk, autore di “Fight Club”, il quale scrive: “Tu non sei un delicato e irripetibile fiocco di neve. Tu sei la stessa materia organica deperibile di chiunque altro […]”.
Chuck Palahniuk definisce la generazione fiocco di neve come una nuova età vittoriana, caratterizzata dall’estrema suscettibilità. Ogni generazione si offende e si sente giudicata per qualcosa, ma lo ha particolarmente sorpreso la facilità con cui si offendevano gli studenti dei suoi colleghi che lavoravano nelle università, luoghi generalmente volti al dibattito e all’opinione critica.
Cosa hanno di speciale i millennial?
Generalmente, i ragazzi che appartengono alla generazione fiocco di neve hanno un’eccessiva considerazione della loro condizione di unicità. Vengono accusati di essere capricciosi, suscettibili e di avere un esagerato senso del “politicamente corretto”.
In qualche modo la società formata da questa generazione sembra non possedere lo spirito rivoluzionario che apparentemente è sempre stato un segno distintivo dei giovani di ogni epoca. Vengono anche accusati di essere una generazione aggressiva, in quanto secondo alcuni difficilmente tollerano le critiche, soprattutto se attaccano il loro modo di pensare.
Tuttavia, questa generazione sembra possedere anche vantaggi e virtù rispetto ad altre. Come già detto in precedenza, si tratta di nativi digitali, il che significa che conoscono, o comunque imparano molto in fretta, ogni aspetto tecnologico del nostro tempo. A causa della loro scarsa pazienza, i millennial sono in grado di trovare soluzioni creative ai problemi e ciò permette loro di adattarsi velocemente ai cambiamenti. Questa capacità di adattamento è un requisito sempre più richiesto dalle aziende che offrono posti di lavoro.
La generazione fiocco di neve possiede, però, anche dei problemi unici, sminuiti da tutte le altre generazioni. L’ansia che provano di fronte alle nuove problematiche mai viste prima nella società e nel mondo del lavoro (ad esempio i social network o la comunicazione istantanea) viene spesso derisa dalle nuove generazioni.
Il vero problema
I millennial sono davvero così particolari o il problema è che vivono in una società che non è pronta ad accoglierli? Appena mezzo secolo fa l’idea dei computer e della tecnologia avanzata come parte del nostro ecosistema domestico/quotidiano era inconcepibile, per non parlare del telefono o dei tablet.
Per la generazione fiocco di neve, queste invenzioni, in un modo o nell’altro, hanno sempre costituito parte della loro interazione con il mondo. Per le altre generazioni, infatti, è complicato capire cosa significa ciò e come questo processo di maturazione accompagnato dalla tecnologia possa aver influito sulla loro configurazione mentale.
È comprensibile, ad esempio, che un ragazzo abituato alla rapidità della comunicazione attuale possa non cogliere il senso di scrivere una lettera. È impossibile disimparare i processi naturali, ma è possibile imparare a tollerare l’esistenza di diverse visioni del mondo.
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