Gestire la frustrazione con utili strategie

Gestire la frustrazione con utili strategie
Julia Marquez Arrico

Scritto e verificato la psicologa Julia Marquez Arrico.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

La frustrazione è una delle emozioni più potenti con le quali dobbiamo venire a patti sin dall’infanzia ed è per questo che è anche una delle più pericolose. Imparare a gestire la frustrazione non è un compito semplice .

Oltre alla sua intensità, ciò che rende difficile controllare quest’emozione è che nessuno è solito insegnare ai più piccoli come canalizzare l’energia a essa associata. D’altra parte, molti dei genitori che si preoccupano del l’intelligenza emotiva d ei propri figli sono iperprotettivi o li ostacolano involontariamente.  Diventiamo così adulti senza sapere come gestire la frustrazione.

Ma… in realtà: cos’è la frustrazione?

La frustrazione è un’emozione di valenza negativa (è spiacevole provarla), ma, come tutte le emozioni, compie una precisa funzione. La frustrazione scaturisce dal mancato ottenimento di quello che vogliamo o speriamo; ci indica che vi è una discrepanza fra ciò che ci piacerebbe e ciò che abbiamo, e che ci interessa e ha un impatto su di noi. Vi è implicita in essa una difficoltà che non abbiamo saputo o non sappiamo affrontare. In altre parole, la funzione ultima della frustrazione è risvegliare la nostra attenzione e farci reagire .

Tuttavia, quando la frustrazione è molto potente e intensa, difficilmente compie la sua funzione. Ci perdiamo nel malessere da essa generato, dunque la proviamo e basta, senza prestare attenzione a quello che vuole dirci. Per evitare ciò, a seguire descriviamo 5 utili strategie per gestire la frustrazione in modo positivo.
Bambino frustrato con parete in legno dietro

Come gestire la frustrazione?

1. Prendre le distanze dagli eventi

La frustrazione può essere molto intensa, ed è proprio questo aspetto che può condurci a vedere gli eventi come catastrofici e le situazioni in modo distorto. Per gestire la frustrazione in modo corretto, dovete distaccarvi dagli eventi, posticipare le decisioni e osservare la situazione con una “veduta aerea”. Quest’espressione fornisce un esempio eccellente di ciò che dovete fare quando vi sentite frustrati, cercare the big picture, osservare tutto dall’esterno e in modo globale.

Uno dei modi migliori per prendere le distanze dagli eventi è concentrarsi sugli aspetti positivi e negativi globali. Potete fare anche un piccolo esercizio: confrontare quanto accadutovi con qualcosa di brutto, molto brutto, e poi chiedervi: “ciò che mi sta accadendo adesso è negativo tanto quanto quello che ho vissuto prima?” Questi piccoli “trucchi” faranno sì che la vostra mente prenda le distanze dagli eventi così da analizzare la situazione da un’ottica più oggettiva.

2. Provare la frustrazione e lasciarla andare

Quando un’emozione ci invade, sia essa frustrazione, rabbia, tristezza o allegria, la cosa migliore è viverla e poi lasciarla andare. Questo non significa esprimerla e lasciarla esplodere, bensì sentirla in profondità per po lasciarla andare lontano. In altre parole, quanto più cercate di non provare frustrazione, più otterrete l’effetto contrario, è il paradosso della mente umana. Proprio a causa di questo paradosso, si finiscono per sviluppare diversi disturbi ossessivi che portano la persona che si sforza di non pensare a “X” a pensare a “X, Y e Z”.

La mente funziona così: quanto più si evita di pensare o provare “qualcosa”, più sarà così. Osservare, provare, sentire e lasciar correre sono abilità fondamentali che possono migliorare molto la nostra intelligenza emotiva. Se volete essere capaci di provare le emozioni e lasciarle andare, potete allenarvi, per esempio, con la mindfulness o tecniche di accettazione e impegno. Tutti questi approcci possono aiutarvi a ridurre l’impatto negativo di quest’emozione.

3. Prendersi del tempo per ritrovare la calma e poi… passare all’azione

Non vi è peggior consigliere della frustrazione, nonostante sia un’emozione molto potente e con un alto effetto proattivo, è solita dirigerci verso dei comportamenti poco corretti e vantaggiosi, e che risultano persino autodistruttivi. Perché ci spinge ad attaccare o ad arrecare danno all’oggetto che provoca detta emozione. In altre parole, è un’emozione poco riparatrice e semmai vendicativa, per questo occorre evitare di agire sotto effetto della stessa.

Ragazza triste con mani davanti al volto per lutto

Quando qualcosa o qualcuno ci risulta frustrante, dobbiamo concederci un momento per tranquillizzarci. Quando notiamo che la fastidiosa sensazione della frustrazione è diminuita, possiamo pensare ai prossimi passi da fare oppure prendere delle decisioni pratiche. D’altra parte, dobbiamo ascoltare il messaggio che quest’emozione, come tutte le emozioni, vuole trasmetterci. La frustrazione deve servirci per agire, ovvero lavorare per ottenere dei cambiamenti interiori oppure cambiare la direzione che ci spinge proprio verso ciò che ci provoca frustrazione.

4. Distinguere fra desideri, necessità e realtà

Sembra molto semplice, ma non lo è: differire fra ciò che vogliamo, di cui abbiamo bisogno e che può verificarsi davvero. Moltissime volte la frustrazione si verifica perché si confondono i desideri (“voglio che il mio capo mi faccia le congratulazioni per il lavoro svolto”) con le necessità personali, come quella di riconoscimento, protezione o accettazione (“ho bisogno che il capo mi apprezzi”) o con ciò che davvero può accadere tenendo conto delle circostanze attuali (realtà: al capo ne capitano di tutti i colori, non ha tempo e non riconosce niente a nessuno).

Quello che desideriamo può coincidere o meno con quello di cui abbiamo bisogno, inoltre tutto ciò richiederà determinate circostanze che possono essere più o meno adeguate. Separate dunque quello che desiderate da quello di cui avete bisogno e che possono offrirvi le persone che vi circondano. Si tratta di adattare le vostre esigenze alla realtà.

5. Valutare se si tratta di una situazione da accettare o cambiare

Se la situazione che vi provoca frustrazione non ha margine di cambiamento, è normale che l’emozione aumenti d’intensità. Di fronte a queste situazioni, la cosa migliore è allenare l’accettazione, prima della capacità di frustrazione. Vi spiegheremo più nel dettaglio la differenza.

Ragazza pensierosa

Se si tratta di una situazione che può essere cambiata, la frustrazione, ben gestita, può diventare vostra alleata, perché agirà come una specie di faro che esige dei cambiamenti. Una volta passata la frustrazione, arriva il momento di porvi il problema della necessità di cambiare e di come farlo. Se la situazione non può essere modificata e non avete alcun potere di operare dei cambiamenti, dovrete cambiare la direzione dei pensieri che alimentano l’emozione e impediscono che fluisca fino a scomparire.

Mettere in pratica con intelligenza queste cinque strategie aiuterà a gestire la frustrazione al meglio. In questo modo, potrete trarre il massimo da una delle emozioni più sgradevoli, evitando un confronto diretto con essa, che non fa altro che ingigantirla in modo esponenziale.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.