Hiraeth: lo stato emotivo legato alla nostalgia

Hiraeth è nostalgia del passato, di ciò che un tempo desideravamo, ma che non abbiamo avuto, di quello che ci siamo lasciati alle spalle e che non tornerà più...
Hiraeth: lo stato emotivo legato alla nostalgia
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Il termine “hiraeth” descrive uno stato emotivo simile alla nostalgia. È un termine gallese che in molti paragonano al concetto di saudade, appartenente alla cultura lusitana.

Tuttavia, questo sostantivo reca con sé una profondità sentimentale molto più complessa, perché include la nostalgia per le cose che non sono avvenute e che avremmo voluto accadessero. Il sentire la mancanza di luoghi e di persone che abbiamo conosciuto e che abbiamo perso di vista.

Riflettiamoci un attimo. Entriamo in contatto con quella sensazione di nostalgia per i luoghi dell’infanzia, per una casa o per un periodo del passato.

Soffriamo per le assenze concrete, fisiche e reali, ma ci sentiamo turbati anche dai sogni smarriti, da ciò che non è stato. Siamo anche fatti di progetti frustrati e desideri mai realizzati.

Secondo i gallesi, la parola hiraeth è intraducibile. Impossibile da esprimere a parole, perché solo il cuore ne conosce il significato. È come uno strappo, una ferita che non si rimargina mai del tutto.

Hiraeth è l’emozione che provano i pensatori più profondi quando guardano le stelle. È  il sentire la mancanza di qualcosa che non ci è mai appartenuto. È il rimpianto delle nostre radici e desiderare di tornare a casa pur sapendo che nulla sarà come un tempo.

Soffione.

Hiraeth, uno stato emotivo di grande profondità

Ogni cultura ha un modo peculiare di sentire e d’intendere la realtà e il mondo. E questo spiega il motivo per cui alcune lingue includono nel loro vocabolario, parole quasi del tutto intraducibili.

Per esempio, i giapponesi usano il termine ichigo ichie per definire la bellezza dei momenti irripetibili. Mentre la parola danese pyt ci ricorda di lasciare andare ciò che non si può cambiare.

Hiraeth è un termine gallese formato dalle parole hir (lungo) e aeth (la traduzione più vicina è dolore o pena). Ma per afferrarne meglio il significato bisogna conoscere la cultura del Galles, perché è solo così che si può comprendere in profondità questa complessa emozione.

Repressione culturale, emigrazione e bisogno costante

Questo studio dell’Ohio University dimostra che la nostalgia svolge un ruolo prezioso nel comportamento umano grazie ai meccanismi di affrontamento che offre.

Provare nostalgia significa rimpiangere il passato, ma anche accettare il passato come tale per vivere il presente. In un certo senso, anche il termine gallese “hiraeth” integra questa valore.

La parola compare per la prima volta in una raccolta di versi gallesi intitolata Hen Penillion. In essi, il poeta si doleva del “cruel hiraeth”, un misto di desiderio, tristezza e rabbia che lo attanagliava.

L’opera fu scritta in un contesto storico in cui il popolo gallese subì la repressione inglese. Vennero bollati come rozzi e ignoranti e la loro lingua fu estromessa dall’insegnamento.

La lingua gallese fu messa a tacere e in molti iniziarono a emigrare. Lontani dalla terra natale, guardavano al passato ricordando le loro case e i sogni infranti. Questo cumulo di sentimenti è l’hiraeth.

Hiraeth definisce l’emozione provata da chi ha lasciato casa e guarda indietro alla propria vita, ricordando i bei tempi, ma anche ciò che non è stato.

Hiraeth, frammenti di un passato che formano un’dentità

Nelle radici di questo concetto non troviamo emozioni a valenza negativa. Non si tratta di dolore o di angoscia straziante.

In realtà, è più uno stato emotivo che integra l’accettazione di ciò che non sarà più, con la consapevolezza che questo dolore definisce anche parte di ciò che siamo.

L’essere umano è fatto anche da tutti i suoi sogni svaniti e da certezze sottratte. Ognuno di noi ha un passato di delusioni, obiettivi mancati e desideri falliti.

Ogni pennellata del passato dà forma al ritratto di ciò che siamo oggi e ciò crea inevitabilmente un miscuglio di sensazioni contraddittorie… E anche questa contraddizione è hiraeth.

Donna in un prato.

La speranza di riconquistare parte di ciò che abbiamo lasciato

La nostalgia reca con sé il rimpianto, che ci porta a guardare indietro evocando i momenti del passato. Tuttavia, per i gallesi, l’hiraeth implica anche un altro sentimento: il desiderio di ristabilire un legame con le proprie radici, sapendo che, anche se nulla sarà più come prima, potremo ancora recuperare una parte di quello che abbiamo lasciato.

Come accennato, questo termine indica anche la condizione di quelle persone che, per ragioni sociali ed economiche, furono costrette a lasciare la loro terra.

I poeti hanno compreso nel termine “hiraeth” anche la gioia del ritorno, del momento in cui finalmente avrebbero fatto ritorno alle loro case nella terra d’origine.

Eppure il senso d’inquietudine permane. Perché pur amando quelle radici e la propria casa, si ha la consapevolezza che le cose non saranno mai come un tempo.

Conclusioni

Hiraeth è pertanto un sentimento agrodolce: tristezza unita all’accettazione e alla nostalgia, ma con un filo di speranza… Perché, nonostante le vicissitudini, le cose perse e lasciate alle spalle, non si smette mai di guardare all’orizzonte, confidando nel futuro.


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