I figli non sono fotocopie dei genitori

I figli non sono fotocopie dei genitori

Ultimo aggiornamento: 03 aprile, 2015

I figli sono – e allo stesso tempo non lo sono – un’estensione dei loro genitori. Lo sono nel senso che ne ereditano i tratti fisici e psicologici; non lo sono nel senso che il tutto non è uguale alla somma delle parti, dunque ogni individuo è una combinazione unica che dev’essere onorata e rispettata.

Purtroppo, questa distinzione non è sempre così chiara, e qualche genitore vede i propri figli come uno specchio nel quale vogliono vedersi riflessi in maniera identica. Il risultato? Frustrazione per entrambi.

Osservateli ed ascoltateli

L’ideale è incominciare quando nasce il bambino, bisogna vederlo come un essere unico con una identità propria, degno di essere accettato incondizionatamente. Utilizzando questa forma di pensare, è molto importante osservare quali sono le sue inclinazioni naturali.

Gli piace disegnare? Esponetelo a delle esperienze che stimolino questo talento, come comprargli libri e materiale per disegnare, portarlo a delle mostre d’arte adatte per la sua età, iscriverlo a lezione di disegno, …

È inoltre importante che dialoghiate con i vostri figli, per aiutarli così a scoprire quali sono i migliori modi per canalizzare i loro talenti e le loro preoccupazioni. Infine, riconoscere e lodare le loro abilità ed i loro successi è un eccellente stimolo per far crescere in maniera rigogliosa i loro preziosi doni naturali.

Sogni irrealizzati

Fin da subito bisogna stare attenti a non proiettare i propri desideri insoddisfatti sui figli. Per esempio, ci sono genitori che hanno un sogno frustrato di diventare artisti famosi, e vogliono realizzarlo per mezzo del figlio. Lo costringono quindi a lezioni giornaliere di recitazione, musica e danza, facendogli fare provini ed altre cose, senza che questo corrisponda agli interessi, le abilità e la vocazione del figlio.

Tuttavia, il corso della natura non può essere modificato per sempre, prima o poi l’indole viene fuori e si ribella. Questa ribellione può verificarsi sotto varie forme, dai problemi di ansia o di cattivo andamento scolastico, all’abuso di droghe, la sofferenza di depressione e il suicidio nei casi più gravi.

La verità è che non c’è nessun bisogno di far soffrire tanto vostro figlio… Semplicemente lasciate che sia quel che vuole essere, nonostante non coincida con quello che sognavate per voi. Cercate invece di canalizzare i vostri sogni: la storia è piena di esempi di persone che li hanno realizzati e li realizzano a qualsiasi età.

Fastidiosi paragoni

“Ha lo stesso caratteraccio di suo nonno” o “è identica a me: non ha dimestichezza con i numeri” sono esempi di espressioni comuni che possono limitare le aspettative che i bambini hanno di loro stessi. E, nonostante ci siano delle palesi somiglianze all’interno della famiglia, vale la pena sforzarsi di mettere in luce ciò che il figlio fa come se fosse qualcosa di unico ed irripetibile. In questo modo svilupperete il suo potenziale massimo, senza farlo sentire soffocato inutilmente da modelli estranei alla sua persona.

Anche se può sembrarvi una frase trita e ritrita, bisogna ricordare che i figli non sono degli oggetti di proprietà dei genitori, ma un privilegio che viene concesso temporaneamente per guidarli a compiere la loro missione unica a questo mondo. Per questa ragione, come se aprissimo una piccola scatola di sorprese, lasciamo che ognuno dei loro talenti si evolva, fidandoci di loro e permettendo loro di crearsi un percorso personale …

Immagine per gentile concessione di Edgar Barany


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