Il cervello dei bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD)
Se il cervello dei bambini con disturbo dello spettro autistico fosse una casa, sarebbe piena di rumori in ogni stanza, con cablaggi complessi e pareti sensibili a quasi tutti gli stimoli.
Questo eccesso di sinapsi o connessioni neurali genera alterazioni talmente diverse e al contempo specifiche per ciascun bambino, che raramente si possono riscontrare due casi simili.
A nulla sono serviti i progressi della scienza per fare chiarezza sui disturbi neurologici dello sviluppo, che colpiscono una parte significativa della nostra popolazione.
La nostra mancanza di consapevolezza, gli stereotipi e le idee distorte che abbiamo nei loro confronti, ci fanno perdere molto di ciò che questa comunità può realmente offrirci.
I bambini e gli adolescenti con ASD (disturbo dello spettro autistico) possono indubbiamente avere un comportamento rigido che può metterci a dura prova. Possono essere dotati di una mente privilegiata o presentare gravi deficit intellettivi.
Tuttavia, nonostante il mondo enigmatico in cui sono immersi per gran parte del tempo, ci sorprendono sempre con i loro pregi, la loro sensibilità, i loro bisogni e il loro affetto.
Ammiriamo anche le loro famiglie per l’amore instancabile e sempre pieno di energia che deve combattere non solo contro gli stereotipi, ma anche per creare la massima collaborazione con il resto degli agenti sociali: medici, specialisti, insegnanti, psicologi e gli altri gruppi coinvolti.
Un modo per aiutarle è innanzitutto comprendere un po’ meglio il cervello dei bambini con disturbo dello spettro autistico. Sapere cosa succede in quelle menti che in un dato momento dello sviluppo sono rimaste sospese in un particolare punto di non ritorno.
“Ti sento meglio quando non ti guardo. Il contatto visivo è scomodo. La gente non capirà mai la battaglia che devo affrontare.”
-Wendy Lawson, 1998-
Il cervello dei bambini con disturbo dello spettro autistico è iperconnesso
Nel 2014 è stato condotto uno studio estremamente rilevante alla Columbia University. I dati dello stesso sono stati pubblicati sulla rivista Neuron e ci spiegano due aspetti molto interessanti e promettenti.
- Il primo si riferisce a quella particolarità del cervello dei bambini con disturbo dello spettro autistico già menzionata, ovvero la presenza di un eccesso di sinapsi o connessioni tra cellule neurali.
- Il secondo ha a che fare con un trattamento sperimentale che potrebbe regolare questa iperconnettività, questa singolare alterazione cerebrale che avviene prima dei 3 anni di vita.
Non possiamo ignorare che oltre a questa singolarità sinaptica, esistono anche altri problemi associati, come le alterazioni nella comunicazione tra le diverse aree cerebrali. Analizzeremo ogni funzionalità nel dettaglio.
Il problema della potatura sinaptica
Dallo stadio embrionale fino ai 2 anni circa, avviene un processo incredibile nel nostro cervello: la sinaptogenesi. In questa fase vengono create fino a 40.000 nuove sinapsi al secondo.
In questo periodo i bambini presentano più neuroni del necessario. Man mano che il cervello si specializza, le connessioni più utili si mielinizzano, mentre il resto viene eliminato.
Questa potatura sinaptica si verifica soprattutto nella corteccia cerebrale. In questo modo, i processi che regolano le funzioni esecutive come il pensiero, l’analisi, la riflessione e l’attenzione, vengono rafforzati e specializzati.
Quando si raggiunge l’adolescenza, la potatura elimina quasi la metà di queste sinapsi corticali. Nello studio condotto presso la Columbia University, si è visto che nel caso di bambini con ASD, questa potatura sinaptica raggiungeva solo il 16% e non il 50%.
Il corpo calloso e la comunicazione cerebrale
Il cervello dei bambini con disturbo dello spettro autistico presenta un altro problema particolarmente evidente. In questo caso, parliamo del corpo calloso, struttura chiave per la comunicazione tra le diverse aree cerebrali.
Lynn Paul, ricercatore del California Institute of Technology, osserva che esistono diverse alterazioni nel corpo calloso dei bambini con autismo. Ciò implica problemi nelle interazioni sociali quotidiane, difficoltà a organizzare diversi tipi di informazioni, interpretare male le cose e avere un approccio mentale più rigido.
Eterogeneità
Studi come quello condotto all’Università di Medicina di Yonsei, a Seoul, indicano che le osservazioni attraverso la neuroimaging sono estremamente eterogenee. È chiaro che il cervello dei bambini con disturbo dello spettro autistico presentano significative anomalie strutturali e funzionali. Tuttavia, difficilmente possono esistere due cervelli identici.
Questo indica che ogni bambino mostrerà un comportamento, dei deficit e delle peculiarità all’interno del proprio spettro autistico.
Esistono anche basi genetiche che influenzano i circuiti neurali e il modo in cui le aree cerebrali comunicano. In questo senso, avremo bambini con un potenziale intellettivo maggiore e altri con problemi più seri da gestire, inclusi i processi comunicativi.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, il cervello dei bambini con disturbo dello spettro autistico mostra delle alterazioni relative all’elaborazione degli stimoli sociali ed emotivi.
Questo non significa che non provino emozioni, al contrario. Ne sentono il bisogno e hanno altrettanto bisogno di sentirsi amati, supportati e apprezzati. Tuttavia, non sanno come reagire a tali stimoli.
Conclusioni
Attualmente la proteina mTOR è sotto esame. Secondo diverse ricerche, potrebbe ostacolare la potatura sinaptica così necessaria al cervello per specializzarsi e creare connessioni neurali più forti.
Tuttavia, fino ad oggi non c’è ancora nulla di conclusivo, dunque possiamo solo continuare ad approfondire la materia e limitarci a conoscere le esigenze particolari di ogni bambino, per rispondere nel modo migliore e adattarci alle sue caratteristiche individuali.
Per fortuna, vi sono professionisti sempre più specializzati in materia. Preoccupati di quel 2% della popolazione e impegnati con il resto della società al fine di far conoscere meglio la realtà dell’ASD.
Questi bambini possono anche sembrare svogliati e sfuggenti, possono evitare il contatto fisico o lo sguardo, ma sono presenti e ci vogliono bene. Hanno bisogno di noi e ci sorridono da quelle stanze mentali in cui dimorano, in quel mondo rumoroso e carico di stimoli.
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- Stephanie H. Ameis, Jason P. Lerch, Margot J. Taylor, A Diffusion Tensor Imaging Study in Children With ADHD, Autism Spectrum Disorder, OCD, and Matched Controls: Distinct and Non-Distinct White Matter Disruption and Dimensional Brain-Behavior Relationships. American Journal of Psychiatry, 2016; appi.ajp.2016.1 DOI: 10.1176/appi.ajp.2016.15111435