Il cervello delle persone introverse

Il cervello delle persone introverse si relaziona in modo diverso con il mondo esterno. Generalmente, queste persone hanno spesso bisogno di momenti di calma e di solitudine per ricaricare le batterie e stare bene. Inoltre, sono più riflessive e tendono a prendersi più tempo per maturare le proprie decisioni.
Il cervello delle persone introverse
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Il cervello delle persone introverse si sintonizza con l’ambiente circostante in modo diverso. Queste persone preferiscono ambienti calmi ed elaborano gli stimoli e le informazioni in modo lento e riflessivo. Inoltre, hanno bisogno di momenti di solitudine per praticare il dialogo interiore e ricaricare, così, le energie.

Sono trascorsi quasi cent’anni da quando Carl Gustav Jung, nella sua opera Tipi psicologici,  ha introdotto i concetti di “introversione” ed “estroversione”. Le neuroscienze, di fatto, continuano a sostenere tale distinzione mostrandoci, in un certo senso, un aspetto affascinante: la nostra personalità non è solo l’espressione dei meccanismi psicologici interni, il risultato della nostra educazione o delle nostre esperienze.

È anche la nostra anatomia cerebrale, un universo neuronale altamente complesso e specifico, a determinare chi siamo e perché. Sir Arthur Conan Doyle, per bocca del suo personaggio letterario Sherlock Holmes, affermava che “il cervello di un uomo si presenta inizialmente come una soffitta: occorre scegliere i mobili con cui riempirla”. Questa affermazione, tuttavia, non è del tutto vero.

Ciascuno di noi viene al mondo con degli schemi prefissati, i quali determinano in parte, chi saremo. È pur vero che mediante l’esperienza, la formazione e la pratica, saremo in grado di operare i giusti cambiamenti.

Tuttavia, è molto difficile che una persona introversa inizi in poco tempo ad agire e ad avere gli stessi bisogni comportamentali di una persona estroversa. Nelle prossime righe cercheremo di comprendere meglio questi aspetti.

“Il cervello è l’organo del destino. Esso racchiude nei suoi meccanismi vorticosi, tutti quei segreti che determinano il futuro della razza umana.”

-Wilder Penfield

Ragazzo con la barba.

Il cervello delle persone introverse: caratteristiche e differenze rispetto al cervello estroverso

Se desideriamo descrivere una persona, possiamo fare affidamento su una moltitudine di termini a disposizione: loquace, seria, divertente, spiritosa, laboriosa, fantasiosa, e via dicendo.

Tuttavia, quando usiamo la parola “introverso” o “estroverso”, ci facciamo subito un’idea generale della persona. È bene chiarire, però, un aspetto importante: la nostra personalità non è sempre estroversa o introversa al 100%.

In alcuni casi può mostrare bisogni di estroversione, mentre in altri di introversione. Tuttavia, in linea di massima, tendiamo a sintonizzarci con uno di questi due modelli cerebrali, orchestrati da una specifica anatomia neuronale. Vediamo cosa dice la scienza al riguardo.

Il cervello delle persone introverse e la dopamina

Uno degli aspetti che distingue il cervello introverso da quello introverso è la minore esigenza di ricercare esperienze stimolanti.

Questo profilo non ha bisogno di eventi sociali o feste per provare un po’ di felicità. Può goderne in alcuni momenti, ma non ha bisogno del continuo contatto sociale per stare bene.

Al contrario la personalità estroversa ha bisogno di socializzare, ama le novità, i rischi, ecc. Tale comportamento è mediato dal meccanismo neuronale della dopamina.

Le persone introverse sono molto più sensibili alla dopamina e all’acetilcolina rispetto a quelle estroverse. Sono sufficienti bassi livelli per farle stare bene e sentirsi motivate. Al contrario, in presenza di troppi stimoli esterni provano ansia e stress.

Le persone estroverse, invece, come sostiene il Dottor Marti Olsen Laney nel suo libro The Introvert Advantage (2002) necessitano di numerosi stimoli esterni per godere dei benefici della dopamina, in quanto meno sensibili al suddetto neurotrasmettitore.

Cervello di persona introversa.

L’introversione e il sistema nervoso parasimpatico

Il sistema nervoso è composto da due parti: simpatico e parasimpatico. Mentre il primo regola le risposte legate all’azione, alla fuga o alla lotta per mezzo di alcuni neurotrasmettitori come l’adrenalina, quello parasimpatico governa funzioni più “rilassate” quali il riposo, la digestione, ecc.

Ebbene, com’è naturale, gli introversi e gli estroversi utilizzano entrambi i sistemi. Tuttavia, nelle personalità introverse è maggiormente attivo il sistema parasimpatico, regolato dall’acetilcolina (neurotrasmettitore del relax).

Ciò le predispone alle attività più rilassate, a trovare il benessere nel riposo, nella lettura di un buon libro e in ultima analisi a un certo livello di inattività rispetto a chi ha costantemente bisogno di fare qualcosa.

Il cervello delle persone introverse è più riflessivo

Il cervello introverso funziona in modo diverso: è placido, riflessivo ed elabora l’ambiente circostante con un ritmo più attento. Le persone introverse, però, sono anche più propense a pensare troppo, motivo per cui per questi individua risulta spesso difficile prendere decisioni rapide. Qual è la ragione?

La Dottoressa Inna Fishman, del Salk Institute for Biological Sciences di La Jolla, California, ha condotto un interessante studio con l’ausilio della risonanza magnetica. A quanto pare, il processo del pensiero nelle personalità introverse segue un percorso più lungo rispetto a quello delle persone estroverse. Nello specifico, il percorso è il seguente:

  • Area frontale destra dell’insula, legata all’empatia, all’autoriflessione e al significato emotivo.
  • Area di Broca, la quale regola il dialogo interno.
  • Lobi frontali destro e sinistro, responsabili della pianificazione, della valutazione delle idee, delle aspettative, ecc.
  • Ippocampo sinistro, struttura coinvolta nei ricordi emotivi.
Ragazza depressa.

Per concludere,  è interessante scoprire l’influenza dell’attività cognitiva sulla nostra personalità. Così com’è altrettanto interessante verificare che nel tempo la società ha esaltato il carattere estroverso, più aperto; capace di districarsi con brillantezza e risolutezza sia nella sfera pubblica che in quella sociale.

Al giorno d’oggi, però, anche la personalità introversa sta riprendendo terreno. Non sempre è necessario compiere grandi imprese per essere incisivi; a volte basta un po’ di saggia serenità.


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