Il nodo borromeo in psicoanalisi: cos'è?

Il nodo borromeo è un'analogia per spiegare il funzionamento della mente. Affonda le sue radici nella psicoanalisi di Lacan.
Il nodo borromeo in psicoanalisi: cos'è?
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Tra i concetti più affascinanti della psicanalisi troviamo sicuramente il nodo borromeo; una meravigliosa analogia per spiegare come funziona la mente umana.

Avvicinarsi al concetto di nodo borromeo significa entrare nel profondo della psicoanalisi lacaniana, la quale esplora i diversi aspetti delle emozioni, del pensiero e del comportamento umano, tra cui la connessione dell’uomo con la realtà.

Jacques Marie Émile Lacan è stato uno psicoanalista e psichiatra francese del XX secolo, una delle figure più importanti dello strutturalismo contemporaneo francese. Le sue teorie sono state accolte con entusiasmo da alcuni e rifiutate da altri. Era legato alla corrente freudiana, sebbene in contrasto con l’Associazione Psicoanalitica Internazionale, da cui prese le distanze per fondare nel 1964 la Scuola Freudiana di Parigi.

I suoi contributi alla psicoanalisi sono legati alla filosofia, alla linguistica e all’arte. Frequentava artisti quali André Breton e Salvador Dalí e approfondì il pensiero di Heidegger, Strauss e Hegel. Il suo lavoro è sempre stato alquanto controverso, in quanto in molti gli rimproveravano di non seguire le radici freudiane.

Ciononostante, fu lo stesso Lacan a riavvicinarsi, tempo dopo, alle posizioni di Freud. Affermava che l’analista non è un ascoltatore neutrale e poneva l’enfasi sul desiderio inconscio e sul piacere.

“L’inconscio è strutturato come un linguaggio.”

-Jaques Lacan-

Foto in bianco e nero di Lacan.
Jacques lacan.

Cos’è il nodo borromeo?

Il nodo borromeo è la raffigurazione di un nodo costituito da tre anelli intrecciati. Se uno di essi viene separato, si liberano anche gli altri. L’idea proviene dal simbolo araldico della dinastia borromea.

Lacan introdusse questo nodo nella psicoanalisi per rappresentare l’essere parlante, suddiviso in tre registri:

  • Immaginario. È il primo registro, associato alle immagini. Si basa sulla struttura dell’Io che si forma attraverso l’immagine del simile, l’identificazione; originariamente quella della madre.
  • Simbolico. È essenzialmente linguistico, legato al campo intersoggettivo attraverso il quale si entra in relazione con l’altro. Afferisce, inoltre, al campo della conoscenza, della cultura e del grande altro, quest’ultimo concetto lacaniano. In genere, si inizia a familiarizzare con il linguaggio attraverso l’interazione con le figure di riferimento primarie.
  • Reale. Non può essere rappresentato dalle immagini o dal linguaggio. In altre parole, l’inconoscibile, l’impensabile o ciò che si oppone. Si differenzia dalla realtà intesa come modo di concepire il mondo, il quale rientra nei registri simbolico e immaginario; mentre il reale è privo di significato.

Lacan, nel suo libro Dei Nomi del Padre-Il trionfo della religione, afferma che i tre registri sono presenti in ogni soggetto, e che il loro intreccio è necessario affinché la realtà di quest’ultimo sia coerente, e per mantenere un discorso e un legame sociale con gli altri. In tal senso, le diverse forme di intreccio determinano la struttura psichica.

Nodo borromeo in psicoanalitica.

Concetti associati al nodo borromeo

Inizialmente la teoria lacaniana del nodo borromeo presentava solo tre registri. In un secondo momento, Lacan ne aggiunse un quarto, il sintomo, che unirebbe reale, immaginario e simbolico.

In tal senso, il sintomo avrebbe l’effetto di “ancorare” il soggetto per collegarlo alla realtà e farlo adattare a essa. Agisce, dunque, come un’enclave che, una volta abbandonata, provoca la comparsa della psicosi.

Un altro concetto essenziale è quello del “nome del padre”, che agisce come legge fondamentale, in quanto significante essenziale che consente di tenere insieme i tre registri. Lacan associa la funzione paterna di ancoraggio all’attività simbolica dell’individuo, quella che impone la legge.

Inoltre, è possibile associare il nodo all’oggetto a, in quanto si tratta dell’altra faccia del desiderio che ci fa sentire come se mancasse qualcosa nella nostra vita. In tal senso, è collegato alla perdita. L’oggetto, dunque, oltre a essere strutturato nei tre registri, è governato anche dalle pulsioni.

Le pulsioni sono penetrate dal linguaggio e spingono l’individuo a perseguire l’oggetto del suo desiderio. Quando soddisfa tale desiderio, raggiunge il piacere; quando non ottiene soddisfazione, si manifesta l’angoscia; infine, quando si oppone alla realtà, appare il fantasma.

Conclusioni

Il nodo borromeo rappresenta i legami che costituiscono la nostra struttura psichica. Il registro simbolico ci indica che il mondo è strutturato secondo leggi che regolano le interazioni ed è profondamente legato al linguaggio.

L’immaginario ha a che vedere con l’immagine speculare del corpo, la quale ci consente di identificarci. Infine, il reale è il registro legato all’esistenza, a ciò che è privo di significato e che è difficile da esprimere a parole.

Così, il nodo rappresenterebbe la nostra struttura psichica. Il quarto registro, invece, ovvero il sintomo, impedirebbe la manifestazione di comportamenti psicotici. Senz’altro un’affascinante analogia per capire come funziona la nostra mente.


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  • Lacan, J. (1953). Lo simbólico, lo imaginario y lo real. De los nombres del padre, 11-64.

  • Lacan, J. (1956/1996). El seminario. La relación de objeto, Buenos Aires: Paidós.


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