Il potere della resilienza nelle vittime
La resilienza è un concetto sviluppato in molti campi di studio relazionati alla psicologia. Tra questi bisogna citare la vittimologia. Questa disciplina studia il potere della resilienza nelle persone che hanno subito dei danni come conseguenza, generalmente, di un delitto. Vale a dire le vittime.
Quando qualcuno soffre in prima persona un avvenimento traumatico, ad esempio essere stati vittime di un delitto, l’ideale è fare in modo che trovi il modo di andare avanti con la sua vita normale (cosa che spesso non è facile). Per questo motivo, sono stati studiati i differenti meccanismi o processi dei quali si avvalgono le persone per andare avanti e superare un trauma. Vale a dire, la capacità di resilienza delle vittime.
Cos’è la vittimologia?
Molti autori non sono d’accordo sugli ambiti in cui dev’essere integrata questa disciplina. Alcuni sono a favore di includerla nella Criminologia, disciplina più ampia che ha il compito di studiare i delitti, gli aggressori e le vittime, così come la loro interazione e, inoltre, il loro ambiente circostante. Nonostante ciò, altri autori o esperti in materia preferiscono considerarla un ramo indipendente.
Nonostante quanto, ciò che importa è che questa disciplina sorge come necessità di dare visibilità alla vittima; il soggetto quasi sempre dimenticato dal mondo del crimine. Il suo studio permetterà di aiutare a prevenire futuri fatti delittuosi e la vittima.
Ha origine nel 1973, con il primo Simposio Internazionale di Vittimologia nella città di Gerusalemme, in Israele. Durante questo evento la vittimologia viene convalidata come vera disciplina scientifica.
Una delle categorie studiate all’interno di questa specialità è il “processo di vittimizzazione”. A grandi linee, diremo che si tratta della trasformazione che porta una persona a essere o a considerarsi una vittima. È un fenomeno nel quale si integrano diversi fattori e cause che condizionano la risposta data dal soggetto. La percezione di un fatto traumatico e la sua elaborazione, poiché sono processi individuali, non saranno mai identici in due persone che sperimentano lo stesso fatto: dipenderà da cause personali, sociali, culturali etc.
Il processo di neutralizzazione
Il potere della resilienza delle vittime rientra in questa sezione. Il processo di neutralizzazione è inverso al precedente. È la serie di passaggi o fasi che permettono alla vittima di considerarsi come tale. È l’obbiettivo fondamentale quando si ha a che fare con vittime che hanno sofferto a causa di fatti realmente traumatici.
Così come la risposta di una persona a un determinato fatto non sarà uguale a quella di un’altra rispetto allo stesso avvenimento, con questo processo accade lo stesso. La capacità della vittima di superare il suo trauma dipenderà da se stessa, dalla sua storia, dal suo ambiente circostante, dal sostegno familiare e sociale che riceverà etc. L’importante è identificare tutti i punti di supporto e cercare di utilizzarli a suo favore.
Concetto di resilienza
La resilienza è un concetto che potremmo considerare come poco studiato rispetto all’importanza che riveste. Si basa su due aspetti fondamentali: resistere a quanto accaduto e andare avanti. È un termine che si può associare a diversi fattori vissuti.
Alcune studiose, come Janoff Bulman, hanno creato una scala di elementi per determinare se una persona è o meno resiliente. Questi elementi sono frasi o espressioni che cercano di analizzare l’autostima e la capacità di superamento dell’individuo. Successivamente, lo stesso soggetto deve valutare, su una scala da 1 a 5, il suo grado di accordo o disaccordo con quella frase. Da ciò si ottiene il risultato che si considera associato alla resilienza della persona.
Il potere della resilienza nelle vittime
Il potere della resilienza nelle vittime allude alla loro capacità di sovrapporsi ai fatti traumatici e a non lasciare che interferiscano in maniera negativa con la loro quotidianità. Secondo gli autori, si offre una visione o una definizione distinta. Ci sono due modi per farlo:
- Secondo autori francesi, questo concetto è relazionato alla crescita postraumatica. Questo fenomeno studia o analizza la possibilità di imparare e di crescere a partire da esperienze avverse. Potremmo riassumerlo nel seguente modo: a volte si vince, a volte si impara. Sarebbe una proiezione positiva del fatto negativo, trasformando quest’ultimo in un beneficio.
- Secondo autori statunitensi, questo concetto è relazionato al processo di adattamento. Questo è piuttosto il ritorno dell’individuo alla sua vita precedente.
La resilienza nelle vittime può essere sviluppata, una capacità ottenuta da un processo dinamico. La sua origine e i possibili fattori che la fomentano sono oggetti di studio. Alcune caratteristiche della personalità e dell’ambiente circostante favorirebbero lo sviluppo della resilienza. Sopratutto, un elemento importante sarebbe la percezione di se stessi: quanto più positiva è questa, maggiori capacità di resilienza ne deriveranno.
Per concludere, questo non significa che solo le persone resilienti sono capaci di superare un fatto traumatico. Ciò che appare evidente, però, è che le aiuta. In tal senso, è importante continuare a studiare in questa direzione: conoscere i fattori che aiutano a sviluppare la resilienza e aprire cammini per incrementarla, in maniera che le vittime di fatti traumatici siano capaci di superarli con meno sofferenza.