Il ruolo fisso, tecnica di George Kelly

La tecnica del ruolo fisso si applica per permettere al paziente di esplorare e di acquisire nuovi modi per costruire la realtà e per aiutarlo a selezionare le modalità più funzionali alla sua vita. Il tutto, grazie all'acquisizione di un ruolo immaginario.
Il ruolo fisso, tecnica di George Kelly
Alicia Escaño Hidalgo

Scritto e verificato lo psicologa Alicia Escaño Hidalgo.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Nel quadro dei modelli costruttivisti, George Kelly ha sviluppato la teoria dei costrutti personali e la tecnica del ruolo fisso. Secondo questo approccio, l’individuo è artefice della sua stessa realtà, dunque quest’ultima non è affatto inamovibile né totalmente intellegibile.

La realtà, insomma, dipende dal singolo. Ecco dunque che non esiste un’unica realtà, bensì tante quante sono le persone sul pianeta. Attraverso quello che Kelly ha battezzato come “costrutto personale”, le persone danno un significato alla propria realtà.

Il sistema di costrutti si adatta e si modifica sulla base delle esperienze che viviamo nel corso della nostra vita. Ogni sistema di costrutti dipende da chi lo detiene, è unico e particolare.

I costrutti sono dimensioni bipolari di significato che costituiscono l’insieme strutturato delle conoscenze che consentono al singolo di capire e prevedere il proprio mondo esperienziale. Così, il costrutto assume la doppia funzione di elaborare le informazioni che raggiungono i sensi e anticipare gli eventi futuri.

Per esempio, se conosco una persona, posso rappresentarla sulla base del costrutto “simpatico” in contrapposizione ad “antipatico” in base alle mie precedenti esperienze con questo costrutto.

Ecco dunque che le persone si comportano come degli “scienziati”: formulano teorie, ovvero sistemi di costrutti, che le aiutano a organizzare, prevedere e contrattare la propria esperienza con il mondo. La costruzione dell’esperienza influenzerà le scelte di comportamento dell’individuo.

Scelta di comportamento.

Tecnica del ruolo fisso

La tecnica del ruolo fisso venne messa a punto da Kelly nel 1955. Sebbene a partire dalla teoria dei costrutti personali siano state elaborate altre tecniche, come quella delle griglie, la tecnica del ruolo fisso è la più rappresentativa del modello.

Lo scopo è attivare il cambiamento terapeutico del paziente esplorando altri schemi di sé, diversi da quelli che possiede già su se stesso.

Il terapeuta aiuta il paziente a comportarsi come se fosse un’altra persona. Ecco dunque che lo specialista esplora ruoli alternativi che potrebbero essere funzionali per il paziente. Questi ruoli devono essere interpretati dall’individuo per circa due settimane.

I costrutti personali determinano in gran parte il nostro comportamento. Sulla base dell’esempio precedente, se dopo aver conosciuto una persona le attribuisco il costrutto di “simpatica”, molto probabilmente il mio comportamento nei suoi confronti sarà coerente con quel costrutto.

Vale a dire che mi avvicinerò a quella persona, inizierò una conversazione, vorò trovarmi in sua compagnia, ecc. Lo stesso vale per la situazione opposta: anche in questo caso, il comportamento sarà influenzato dal sistema di costrutti.

Se nutro costrutti personali non adatti o inefficaci (vale a dire se attribuiscono a ogni persona che conosco il costrutto “antipatico”), il mio comportamento sarà sempre influenzato da quel costrutto e non ne trarrò alcun beneficio.

Al riguardo, Kelly ci propone di trasformarci in attori e obbligare noi stessi a comportarci come se avessimo etichettato la persona come “simpatica” anziché come “antipatica”. Aumentano così le probabilità di esplorare sistemi di costrutti più efficaci. 

Come è facile intuire, il paziente deve accettare di buon grado la tecnica e impegnarsi ad assumere un ruolo diverso. Questa tecnica viene applicata quando ne sono già state provate altre senza successo.

Fasi della tecnica del ruolo fisso

La tecnica di George Kelly consta di precise fasi che vanno attuate prima di adottare un nuovo ruolo. Si inizia con la fase di autocaratterizzazione.

In questa prima fase, il paziente elabora una descrizione di se stesso in terza persona, che prende il nome di “abbozzo di carattere”. Dopo la descrizione del paziente, è il turno del terapeuta. Questi stilerà una nuova descrizione, questa volta basata su un nuovo ruolo secondo la tecnica della ricerca del nuovo ruolo.

Dunque, è il terapeuta a scegliere il nuovo ruolo del paziente, poiché in grado di vedere -secondo il suo punto di vista- il più adatto al paziente per avere accesso a nuovi costrutti personali.

Fasi successive:

  • In una seconda fase, il paziente si impegna ad assumere il ruolo prescritto e lo applica alle sfide e alle diverse circostanze della vita per almeno due settimane. Deve interpretarlo anche durante la seduta.

Per esempio, se il paziente è molto geloso perché presenta il costrutto della “possessione” quando pensa al partner, un’opzione potrebbe essere fidarsi per due settimane: evitare di controllare il cellulare, non chiamare compulsivamente il partner, ecc.

  • Una volte concluse le due settimane di interpretazione del ruolo, il terapeuta e il paziente affrontano una seduta di valutazione dei risultati della tecnica. In questa fase, il paziente deve decidere tra mantenere alcune caratteristiche del nuovo ruolo e recuperare le abituali dinamiche del ruolo precedente.

In genere se il paziente si è sentito più calmo o se ha ottenuto dei benefici dal ruolo immaginario, dovrebbe voler continuare a interpretarne alcuni tratti. Con la pratica, diventerà un’abitudine e molto probabilmente finirà per integrarli alla propria personalità.

  • Il paziente scrive una lettera di addio al suo precedente ruolo, spianando il terreno per la conclusione dell’intervento.
Seduta dallo psicologo.

Conclusioni

La tecnica del ruolo fisso di Kelly ha lo scopo di attivare nel paziente le condotte che lo fanno stare bene. Lo si incoraggia, dunque, a mettere in atto un cambiamento. Invece di farlo sul piano cognitivo, o su quello dei costrutti, lo si fa a livello comportamentale. Le somiglianze tra questa tecnica e quelle comportamentali di attivazione sono evidenti.

Il vantaggio di questo tipo di terapia costruttivista consiste nel fatto che il paziente si sente libero di poter scegliere. Non è lo specialista a ordinargli di comportarsi per sempre in un determinato modo. Si tratta piuttosto di “provare” nuovi percorsi e vedere cosa succede. Se vorrà, potrà tornare indietro.

Rispetto ad altre tecniche, questa  prevede empatia e incoraggiamento affinché il paziente aderisca al trattamento senza perdere la sensazione di controllo. Non si sente costretto a dover cambiare: le viene semplicemente data la possibilità.

Le due settimane di pratica permettono all’individuo di fare esperienza con numerosi costrutti, oltre a fargli capire che la tecnica ha un suo scopo e che sarà libero di scegliere di trarne il meglio per sé a seconda delle proprie preferenze.


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