Il sorriso di Duchenne e il suo potere

Il sorriso di Duchenne e il suo potere
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Dicono che il sorriso di Duchenne sia il più genuino, che attiri per la sua sincerità, che abbagli per la sua magia e per le emozioni positive che trasmette. Così, fra tutti i gesti che può riflettere il volto umano, questo è senz’altro uno dei più attraenti e sorprendenti. La scienza dei sorrisi lo studia da decenni, proprio per il suo potente effetto.

C’è chi definisce i sorrisi come “lubrificatori dei rapporti sociali”. Tuttavia, sono molto più di questo: l’essere umano arriva al mondo con questo meccanismo sociale impresso nell’area più profonda del suo DNA. Persino le persone non vedenti sorridono in modo automatico, senza aver mai visto un sorriso. Si tratta di uno strumento spontaneo, che migliora lo stato d’animo, che ottimizza i rapporti e che ci permette di trasmettere emozioni, senza bisogno parlare. Ma cos’è esattamente il sorriso di Duchenne?

“Grazie al tuo sorriso, rendi la vita più bella.”

-Thich Nhat Hanh-

Occorre sottolineare che questo meraviglioso gesto sociale presenta diverse varietà. Non tutti i sorrisi sono uguali e ce n’è uno che si erge sugli altri in modo prodigioso. Parliamo proprio del sorriso di Duchenne. L’emblema della genuinità, che è stato definito dal medico, neurologo e pioniere della fotografia in ambito medico Guillaume Duchenne, a metà del XIX secolo.

Il Dottor Duchenne, esperto soprattutto in fisiologia del movimento, volle descrivere nel dettaglio come si differenziavano i sorrisi falsi da quelli autentici e, per questo, spiegò in profondità, passo dopo passo, il sorriso di Duchenne e come appare sul nostro volto. Parliamo di un gesto che coinvolge precisi muscoli della nostra complessa architettura facciale Un argomento senza dubbio interessante e con notevoli sfumature, che vale la pena di approfondire.

Ragazza che sorride dietro a foglia

Cosa ci dice la scienza sul sorriso di Duchenne?

Il sorriso di Duchenne può essere imitato e pertanto trasformato in un sorriso falso. Questo con un fine ben preciso: sedurre, convincere, attrarre, ingannare, ecc.

Grazie a uno studio condotto dall’Università Tufts, in Massachusetts, e pubblicato sulla rivista British Psychological Society, sappiamo che, dopo aver testato un gruppo di 98 partecipanti, quasi il 69% poteva imitare “quasi alla perfezione” questo sorriso.

Diciamo quasi, perché un buon esperto del sorriso di Duchenne potrebbe avvertirne la falsità. Ciò si deve al fatto che questo gesto sociale presenta una sfumatura che va oltre la bocca e si imprime nello sguardo: l’autenticità emotiva.

Come riconoscere il sorriso di Duchenne?

Proprio come spiegò lo stesso dottor Duchenne nel 1862, la caratteristica essenziale di qualsiasi sorriso è il sollevamento degli angoli delle labbra, che si alzano con l’aiuto dei muscoli della guancia. Il sorriso di Duchenne ha una sfumatura singolare ed eccezionale: è generato dalle emozioni positive e dall’allegria, che si trasmettono mediante una combinazione di diversi muscoli.

Un sorriso che ha origine dalla contrazione dei muscoli zigomatico maggiore e zigomatico minore vicino alla bocca; i quali sollevano a loro volta l’angolo del labbro. Allo stesso modo, e qui subentra la sfumatura singolare, si formano anche delle piccole rughe attorno agli occhi, perché si contraggono sia  le guance che il muscolo orbicolare vicino agli occhi (orbicularis oculi).

Ragazzo giovane sorridente

Come riconoscere un sorriso di Duchenne autentico da uno falso?

Paul Ekman è uno psicologo riconosciuto per il suo operato nell’ambito delle emozioni, soprattutto per quanto riguarda la loro espressione. Grazie a lui, conosciamo fino a 18 diversi tipi di sorriso, le emozioni associate a ciascuno di essi e i muscoli facciali implicati in ognuno.

Il Dottor Ekman ci dice che la maggior parte dei sorrisi (inclusi quelli falsi), risponde alla volontà del soggetto. Il sorriso di Duchenne autentico è il riflesso delle emozioni dell’anima.

Questa frase, che ci può sembrare in qualche modo poetica, manifesta un’idea che Ekman dimostrò in uno studio pubblicato su una rivista di psicologia sociale. Vale a dire, è possibile riconoscerlo dall’espressione del viso, ma anche dallo sguardo; perché è lì che si riflette la felicità, il benessere o la complicità più autentica.

Il sorriso di Duchenne è controllato dalla corteccia motoria e dal sistema limbico. Che cosa significa questo? In sostanza, che è un gesto che coinvolge la parte emotiva del cervello. Tutto ciò ci porta alla conclusione che i sorrisi sinceri e genuini provengano da questa parte del cervello, dove le emozioni positive inducono a contrarre gli occhi e donano essi una lucentezza speciale.

Dettaglio occhio illuminato

Quando una persona ci rivolge un sorriso, non limitiamoci alla sola forma attraente delle labbra. Osserviamo anche gli occhi, in cerca della luce generate dalle emozioni positive non falsate. Intuiamo la sincerità, lo sguardo che non sfugge, ma che abbraccia.

Come sottolinea Daniel Goleman nel suo libro Intelligenza Sociale, abbondano le persone tristi con sorrisi falsi. Se lavoriamo sulle nostre emozioni e investiamo sul benessere e sulla felicità, mostreremo al mondo un autentico sorriso di Duchenne.


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