Il tunnel, ritratto di un'ossessione

Può essere la morte l'unica soluzione? Juan Pablo Castel era uno psicopatico? "Il tunnel" è un romanzo di Ernesto Sabato con un background psicologico ed esistenzialista molto profondo. In questo articolo analizzeremo la sua opera.
Il tunnel, ritratto di un'ossessione
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Il tunnel è un romanzo dello scrittore argentino Ernesto Sabato, autore noto per la sua complessa personalità. La grande sensibilità presente nei suoi romanzi è il risultato di un’infanzia e di un’adolescenza caratterizzate da una continua angoscia e da una dolorosa solitudine.

Questi ingredienti sono presenti ne Il tunnel, un romanzo che possiamo definire psicologico ed esistenzialista. Si può analizzare l’opera di Sabato da diverse prospettive. Noi abbiamo deciso di farlo partendo dal modo in cui lo scrittore ha creato e costruito le relazioni tra i personaggi.

Scopriremo così, non solo una relazione ossessiva, ma anche la presenza di un complesso di Edipo che analizzeremo in questo articolo.

La trama de Il tunnel

Questo romanzo è il primo di una trilogia. Il pittore Juan Pablo Castel ci racconta come finisce per uccidere Maria, la donna da cui è attratto. Il motivo che lo spinge ad ucciderla è la scoperta che la donna è sposata e il sospetto che abbia una relazione con Hunter, suo cugino.

La relazione tra Juan Pablo e Maria è piena di supposizioni, dubbi e diffidenza. Il pittore è ossessionato dalla donna e cerca di trovare delle prove dei suoi sospetti. Ciò fa sì che María si allontani progressivamente da lui, cosa che lo fa impazzire.

Il complesso di Edipo ne Il tunnel

L’ossessione che Juan Pablo Castel prova per María potrebbe essere la conseguenza di un conflitto irrisolto che il pittore ha cominciato a sviluppare durante l’infanzia. Un complesso di Edipo che si manifesta in età adulta e che intuiamo quando il personaggio dice:

“Quello che più mi ha indignato dell’ipotetico inganno è stato il fatto di essermi consegnato a lei come una creatura indifesa.”

Fin dall’inizio, il protagonista parla di Maria come di una donna saggia e con esperienza. In alcuni passaggi, inoltre, la descrive come una figura protettiva, come lo sarebbe una madre.

L’aspetto interessante è che Maria adotta davvero la figura della madre che accetta inconsciamente i capricci del “figlio”. Per esempio, quando Juan Pablo Castel la rivendica o la afferra per un braccio, lei è imperturbabile.

È lì, ma al tempo stesso non è presente. Maria è passiva (ma non sottomessa), tuttavia si allontana sempre di più da Juan Pablo.

Il tunnel di Ernesto Sabato

Il fatto che Ernesto Sabato abbia intitolato la sua opera Il tunnel non è un caso. È come se il protagonista, Juan Pablo Castel, vivesse in un tunnel sin dalla sua infanzia. Un tunnel da cui non può uscire, dato che si trascina il complesso di Edipo che gli fa vivere una relazione burrascosa e non equilibrata.

Questo tunnel è pieno di solitudine e angoscia, emozioni che, come il protagonista del romanzo, lo stesso Sabato aveva vissuto nella sua infanzia e adolescenza.

J uan Pablo Castel crede che l’amore sia l’unica soluzione per uscire da quel tunnel. Ecco perché si aggrappa così tanto alla relazione con Maria. La vede, sbagliandosi, come un’ancora di salvezza.

Psicosi, ossessione e amore

Non diremo che Juan Pablo Castel sia uno psicopatico. Tuttavia, mostra degli atteggiamenti che indicano un disturbo delirante. Per esempio, quando aspetta che Maria esce dal lavoro, la guarda per ore da un bar. Inoltre, quasi si sente male prima di parlarle dei diversi scenari che immagina in modo ossessivo.

Sebbene Maria appaia come la soluzione per la sua solitudine, in realtà l’amore di Juan Pablo Castel è offuscato dalla sfiducia, dalla paura dell’abbandono (dipendenza emotiva) e dalla ricerca della veridicità delle sue supposizioni e sospetti (effetto Pigmalione).

Questo vortice di sentimenti e azioni sfortunate, che lo spingono ad agire con violenza in determinate occasioni e a chiedere istantaneamente perdono, è il risultato di un’ossessione. Una follia che sfocia in un finale tragico, ma che Juan Pablo Castel racconta come un finale razionale e coerente: l’omicidio di Maria.

Uomo disperato che piange.

Il romanzo della disperazione

Il prologo stesso de Il tunnel sottolinea che “è un romanzo di disperazione”. In esso ci sono solo demoni, tormenti e circostanze del passato che sono ancora presenti e che spingono il protagonista a cercare l’impossibile: un amore salvifico, un amore che, realmente, non è possibile.

Gli atteggiamenti del protagonista gli fanno percorrere quel tunnel che tanto lo tormenta. L’isolamento si accentua e, per quanto Juan Pablo Castel si impegni a stare con Maria, il risultato è lo stesso: la morte della donna.

Sebbene sia un romanzo di disperazione, quello che segue, Sopra eroi e tombe, è stato definito dallo stesso Sabato come “una metafisica della speranza”.

L’ultima opera di questa trilogia, L’angelo dell’abisso, mette ancora una volta i lettori di fronte alla speranza e alla sconfittaConcludiamo questo articolo con una delle frasi più memorabili de Il tunnel:

“[…] In ogni caso c’era un solo tunnel, buio e solitario: il mio, il tunnel in cui avevo trascorso l’infanzia, la giovinezza, tutta la mia vita. E in uno di quei pezzi trasparenti del muro di pietra avevo visto questa ragazza e avevo ingenuamente creduto che stesse attraversando un altro tunnel parallelo al mio, in realtà apparteneva al vasto mondo, al mondo sconfinato di chi non vive nei tunnel […]”.

-Il tunnel-


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