Indira Gandhi, la lady di ferro asiatica

Indira Gandhi, la lady di ferro asiatica
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Scritto Sonia Budner

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Conosciuta come la lady di ferro indiana, Indira Gandhi non solo promosse l’indipendenza del suo paese, ma contribuì anche a renderlo sostenibile.

Un personaggio dalla storia fitta di contrasti. Si trovò ad affrontare gravi rivolte indipendentiste e corruzione. La sua è una vita da romanzo.

Un personaggio controverso come pochi. Amata e ugualmente odiata, questa lady di ferro guidò il suo paese in una fase di grandi conflitti.

Indira Gandhi è una sconosciuta alle generazioni occidentali più giovani. Per questo, desideriamo ripercorrere la sua vita, quale figura politica di primo ordine che fu.

Fu la prima donna a ricoprire la carica di Primo Ministro in India. La madre sosteneva i diritti dei più poveri; il padre, Jawaharlal Nehru, fu il leader dell’Indipendenza indiano dall’Impero britannico e Primo Ministro.

Con il passaggio alla politica, Indira Gandhi si confrontò con le grandi potenze mondiali. E fu lei a rendere l’India nla quinta potenza nucleare. La sua attività politica è segnata da chiaroscuri e non fu certo un’impresa rosea.

Indira Gandhi: i primi anni

Nacque ad Prayagraj nel novembre 1917. Si dice che da bambina ammirasse Giovanna D’Arco. La madre morì quando lei era ancora molto giovane e il padre viveva lontano per la dedicarsi alla politica.

Ereditò la vocazione politica dal padre e un precoce desiderio di servire il suo paese. Per qualche tempo venne educata a casa da tutori selezionati, poi frequentò una scuola cristiana a Delhi e a Ginevra.

Tentò di terminare gli studi a Oxford dopo la morte della madre, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale segnò la fine delle aspirazioni accademiche di Indira.

Durante la permanenza a Oxford, Indira intraprese un rapporto di amicizia con colui il quale sarebbe diventato suo marito, Feroze Gandhi. Si sposarono nel marzo 1943 ed ebbero due figli. La loro relazione, tuttavia, terminò a causa dell’infedeltà del marito.

Indira Ghandi con i figli.

L’ascesa politica di Indira Gandhi

Ritornata in India, Indira si interessò alla politica e iniziò a collaborare con il padre, all’epoca Primo Ministro indiano.

Sostenne attivamente il padre nella lotta per l’Indipendenza dell’India, movimento capeggiato da Mahatma Gandhi, con il quale non condivideva parentela alcuna nonostante il cognome. L’India ottenne l’indipendenza dal dominio britannico il 15 agosto 1947.

Durante i primi anni di indipendenza, la carriera di Indira si svolse parallelamente a quella del padre, fino a che egli morì nel 1964. Indira Gandhi iniziò così ad assumere diverse cariche ministeriali, situandosi tra le prime file della politica del suo paese.

Nel 1966, venne proposta come Segretario Generale del Partito del Congresso. Subito dopo, sarebbe stata eletta Primo Ministro dell’India divenendo così la prima donna indiana a ricoprire una posizione politica di quel calibro.

Alcuni biografi sottolineano che la posizione di Indira Gandhi come Primo Ministro fu proposta con l’intento di eleggere una figura manipolabile.

Qualcuno che fosse l’immagine del partito, ma che non avrebbe partecipato alle decisioni importanti. Di sicuro, tuttavia, non si prestò al gioco. Fin dall’inizio, di fatto, si guadagnò molti nemici.

La sua politica

Fu eletta Primo Ministro in due occasioni: dal 1966 fino al 1977 e dal 1980 fino al suo assassinio, nel 1984. Il primo mandato in qualità di Primo Ministro fu caratterizzato da una politica progressista e dalla mediazione per rafforzare i vincoli tra i paesi non allineati.

Questa posizione, chiaramente progressista, fu minacciata in diverse occasioni dal suo stesso partito. Ciononostante, promosse programmi di modernizzazione agricola. Tra essi, spiccano le proposte conosciute come Rivoluzione verde e Rivoluzione bianca, basate sulla protezione delle coltivazioni e della produzione lattea per combattere la denutrizione in India.

Sviluppò anche un programma nucleare e spaziale, oltre a ottenere numerose vittorie nella guerra contro il Pakistan e la successiva nascita dello stato del Bangladesh.

Le sue strategie politiche si scontrarono seriamente con gli interessi statunitensi nella zona. In particolare, il presidente Nixon si riferiva a lei come “la vecchia strega”.

Purtroppo, nel 1971, dopo le ultime elezioni, Indira Gandhi fu incapace di realizzare molte delle sue promesse elettorali. Il suo governo iniziava ad assumere misure tremendamente impopolari e fu accusato di corruzione e frode elettorale.

Tali avvenimenti scatenarono numerose tensioni in India. Indira Gandhi fu condannata a rinunciare all’incarico di Primo Ministro, oltre all’interdizione dalla carica per sei anni.

Si ritenne vittima di una cospirazione, rifiutò dunque di rinunciare all’incarico e decretò lo stato di emergenza in India nel 1975. Sostenuta dal figlio, che censurò la stampa e faceva arrestare gli oppositori.

A tutto questo, si aggiunse l’ambizioso figlio Sanjay il quale avviò un terribile programma di sterilizzazione massiva in India. Affermava che è un paese troppo popolato non può essere governato efficacemente.

A seguito delle numerose misure impopolari, si giunse a nuove elezioni che esclusero Indira e il figlio dalla presidenza dell’India.

Sguardo di Indira Ghandi rivolto verso il basso.

Rielezione e assassinio

Nonostante la caduta, Indira verrà eletta nuovamente nel 1988, momento che coinciderà con la morte del figlio Sanjay in un incidente aereo.

Durante la nuova presidenza, fu costretta ad affrontare le richieste separatiste di alcuni stati dell’India, come il Punjab. Territorio a maggioranza sikh, il cui leader spirituale iniziò a minacciare violentemente il potere centrale dell’India.

Alcune teorie sostengono che le fazioni separatiste fossero alimentate dai servizi segreti dei paesi che Indira non favoriva con la sua politica.

A ogni modo, i tentativi indipendentisti finirono per esaurire la pazienza di Indira che ordinò l’assalto del centro nevralgico dei sikh, il Tempio d’Oro.

L’attacco provocò centinaia di morti tra i sikh indipendentisti. Così, scaturì un odio viscerale per il Primo Ministro e il suo governo da parte dei membri della comunità.

Nel 1984, due dei guardaspalle più vicini a Indira le spararono a bruciapelo. Sembra che entrambi fossero due militanti sikh infiltrati.

Dopo l’assassinio di Indira Gandhi, nel nord dell’India, esplose la violenza e la persecuzione a morte dei sikh. Scoppiarono così una serie di sommosse che causarono migliaia di morti in India.

Un’eredità contrastante

Da una parte, Indira Gandhi contribuì attivamente a rendere l’India non solo indipendente, m anche come autosostenibile. Divenne così una potenza mondiale.

Dall’altra, per raggiungere i suoi obiettivi sembra non abbia esitato a ricorrere alla corruzione e ad assumere misure che, in certi casi, furono sbagliate e impopolari.

Un personaggio ricco di ambiguità che la psicologia sociale ha tentato di spiegare. Una donna che vale la pena di conoscere e studiare.

“Ci sono speranze che non possono avverarsi in una vita intera… Adesso le fiamme si sono estinte, le ceneri raffreddate e presto saranno raccolte in un’urna di bronzo. Spetterà a Rajiv condurle su un aereo per spargere sulle montagne innevate del Cachemire, secondo il suo desiderio, i resti mortali della madre Indira, la donna più amata e odiata dell’India”.

-Paola Capriolo-


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