Inseguire chi ci fa soffrire

Rimanere accanto a chi ci fa male è una condanna al malessere. Ecco perché è meglio non bisogna inseguire chi ci fa soffrire e, anzi, dobbiamo allontanarci per poter stare bene
Inseguire chi ci fa soffrire
Fátima Servián Franco

Scritto e verificato la psicologa Fátima Servián Franco.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Se abbandonate la vostra vita, la lasciate nelle mani di altri o di coloro che sanno come controllarvi ed esercitano un potere su di voi, di solito inizia una rincorsa infinita nella speranza di recuperarla. Quasi come se questo tentativo fosse in grado di darvi valore. In realtà, l’unica cosa che ottenete è il disprezzo, costruito sui continui rifiuti, sull’accettazione e la rassegnazione. Non bisogna inseguire chi ci fa soffrire, è solamente un altro modo per non volerci bene.

Il vero amore, per gli altri che per noi stessi, non è altro che l’inevitabile desiderio di mostrarsi per quello che si è veramente. Senza filtri né maschere, liberi di qualsiasi paura. Inseguire chi ci fa soffrire è un modo per smarrire la strada, dimenticandoci di noi stessi e del nostro valore. Nel vano tentativo di raggiungere l’altro.

Se ci accorgiamo che accettiamo di soffrire in cambio di qualcos’altro, stiamo commettendo un grave errore di valutazione. A volte siamo così accecati dal sentimento che non riusciamo a vedere che gli altri ci stanno manipolando, facendoci agire a nostro svantaggio.

Se il partner ci fa sentire in colpa e non è in grado di rispettarci, è meglio prendere le dovute distanze.

Donna con una lacrima sul viso

Come smettere di inseguire chi ci fa soffrire

Se c’è vero amore, prendersi cura del proprio partner nasce dal cuore. Ma questo non significa agire in modo cieco e smettere distinguere le situazioni. Se notate che il partner vi ferisce costantemente, mancandovi di rispetto o annullando la vostra volontà, è arrivato il momento di fermare questa situazione dannosa. Il rapporto è viziato dalla mancanza di equilibrio.

Quando la persona con cui condividete la vostra vita vi ferisce di continuo, dovete chiedervi se sta apportando o togliendo valore alla relazione. Da questa risposta capirete se siete disposti ad accettare questa sofferenza. Stiamo parlando di voi, del vostro cuore, della vostra vita.

Chiudere una fase della vostra vita, dire addio a chi amate ma che vi ferisce, è una delle esperienze più burrascose a livello emotivo. Sapete bene che il primo bacio non è difficile da dare, ma l’ultimo lo è senz’altro. Tuttavia, a volte, proprio l’addio potrebbe salvarvi da un futuro pieno di dolore e lacrime.

Forse la mancanza di autostima è penetrata troppo in profondità dentro di voi, con il rischio di perdere la coscienza di voi stessi, di ciò che volete, subendo passivamente queste continue e immeritate angherie. Solo voi potete impedire che il vostro amor proprio evapori definitivamente, chiudendo quella corsa insensata a rincorrere chi vi fa soffrire.

️ È pazzesco amare qualcuno che ferisce, ma è ancora più folle pensare che chiunque ferisca vi ami.

Disegno di donna che cuce il cuore

Ossessione, paura di rimanere soli, speranza o devozione?

Una relazione può finire male, tenetelo sempre a mente. E, per riuscire a superare questa rottura, l’unico modo possibile è accettare che è davvero finita. Altrimenti, sarà molto difficile gestire la situazione e il danno finirà per diventare ossessione, paura, speranza e persino devozione.

Alcuni psicologi hanno affermato che il disamore può essere più doloroso della morte di una persona cara. Secondo questa teoria, la morte ha un processo di lutto che termina con l’accettazione. Ma quando la coppia si rompe e non tale accettazione non avviene, la sofferenza può durare a lungo e può perfino non guarire mai.

L’amore non fa male… Fa male a chi non sa amare.

Le ossessioni, l’eccessiva paura di essere soli e la devozione sono, in breve, sentimenti che contengono una sottostima della persona e l’esaltazione del partner. Per aiutarvi a capire meglio questo concetto, vi lasciamo questa bellissima poesia di Hamlet Lima Quintana, autore argentino:

“Nessuno ha il volto della mia amata.
Un viso che gli uccelli
disegnano nell’aria del mattino.
Nessuno ha le mani della mia amata.
Mani che si muovo al ritmo del sole
quando accarezzano le miserie della mia vita.
Nessuno ha gli occhi della mia amata.
Occhi in cui i pesci nuotano liberamente
dimenticando l’amo e la siccità,
e me, che la sto aspettando
con la speranza del vecchio pescatore.
Nessuno ha la voce della mia amata.
Una voce a cui non servono parole
come se fosse una melodia senza fine.
Nessuno ha la luce che la circonda
né quel buio quando dorme.
A volte penso che nessuno ha tutto questo, 
nessuno: nemmeno lei stessa.”


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