John Forbes Nash: matematico dalla mente meravigliosa
John Forbes Nash è stato uno dei matematici più brillanti del nostro secolo. Ha ricevuto il premio Nobel per l’economia con la sua teoria dei giochi. Viene ricordato anche per la sua prodigiosa (e meravigliosa) mente, capace di affrontare la schizofrenia paranoide gestendo i pensieri irrazionali.
Sylvia Nasar, giornalista e docente presso la Columbia University, è autrice della biografia di John Forbes Nash a cui si ispira il famoso film A Beautiful Mind. La pellicola descrive l’epoca più creativa del genio matematico, che usava vagare a zigzag per i corridoi dell’Università di Princeton.
Qualche curiosità su John Forbes Nash
Intorno ai 30 anni gli venne diagnosticata la schizofrenia, ma questi erano anche gli anni in cui le sue facoltà e abilità matematiche erano più vivaci che mai. Come lo stesso Nash ha affermato in seguito, si è limitato a dare agli esseri soprannaturali creati dalla sua mente la stessa veridicità delle sue idee matematiche.
I due mondi si sovrapponevano in maniera diffusa, ma gli conferivano, al contempo, un’incredibile armonia creativa e teorica. Non a caso, i contributi di quegli anni sono stati immensi.
Dalle equazioni differenziali fino alle derivate parziali non lineari dal forte impatto in diversi campi come le scienze, la matematica, la finanza, la biologia dei sistemi, le scienze politiche, la psicologia e, naturalmente, l’economia.
La sua teoria dei giochi, per esempio, risulta uno strumento prezioso nel tentativo di prevedere l’evoluzione di diversi fenomeni. Non bisogna dimenticare, inoltre, che tale approccio teorico ha un fine nobile, giacché l’idea di Nash era quella di trovare la formula per creare economie e politiche più eque.
«Avevo un grande interesse per i numeri anche quando ero mentalmente disturbato. Fu intorno agli anni ’80 che decisi che l’apprezzamento scientifico dei numeri avrebbe dovuto prevalere sulle mie idee paranoiche.»
-John Nash-
I primi anni di John Forbes Nash: intuito e talento matematico
John Forbes Nash nacque nel giugno 1928 in Virginia (Stati Uniti). Come si può ben immaginare, questo genio della matematica era un bambino dalle elevate capacità cognitive. Aveva imparato a leggere già in tenera età e, come gran parte degli studenti talentuosi, visse i classici problemi di adattamento alla scuola ordinaria. Non stava attento, era inquieto, aveva difficoltà di socializzazione e prendeva voti bassi.
Ebbene, il suo intuito per la matematica e per le scienze era prodigioso. Non ancora adolescente, di fatto, era già alle prese con il teorema classico di Fermat. Ciò gli permise di essere ammesso prima del previsto, data la sua età, al Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh. In seguito tentò di specializzarsi in chimica e ingegneria, ma senza successo. La sua specialità era, ovviamente, la matematica.
Nel 1948 gli si aprono le porte di quello che sarebbe stato il suo vero destino: la Princeton University, mecca della matematica. Dimora di altre menti prodigiose come Albert Einstein o Von Neumann.
Quest’ultimo fu punto di riferimento per Nash e grazie a lui si avvicinò alla teoria dei giochi nelle scienze matematiche, la stessa teoria che avrebbe migliorato non appena iscritto all’università.
«Penso che non avrei avuto buone idee scientifiche se avessi pensato come gli altri, in modo formale.»
-John Forbes Nash-
L’ombra del genio creativo: il successo accademico e la malattia
La sua carriera accademica è stata straordinaria. Nash aveva un dono. C’era qualcosa di insolito in lui, la sua capacità di innovazione nelle formule matematiche e nei teoremi, la sua tecnica raffinata per giungere a una soluzione in modo facile e rapido erano sorprendenti.
I suoi insegnanti, i compagni di stanza e di corso provavano tutti ammirazione per la sua mente geniale. Tuttavia, erano anche ben consapevoli del suo comportamento eccentrico.
Conseguì il dottorato a 21 anni grazie a una tesi di 27 pagine sui giochi non cooperativi, ricevendo il riconoscimento dall’intero mondo accademico. Successivamente, iniziò a lavorare per l’Aeronautica degli Stati Uniti nell’area della ricerca strategica.
Nel 1957, John Forbes Nash sposò una sua ex studentessa, Alicia Lardé López-Harrison. Questa giovane donna lo sostenne per tutta la vita. Esattamente un anno dopo il matrimonio, tutto iniziò a cambiare.
Nash mostrava comportamenti paranoici. Era convinto di essere perseguitato dai criptocomunisti e che chiunque indossasse una cravatta rossa lo stesse spiando e stesse cospirando contro di lui. Inviava lettere alle ambasciate di Washington, avvisando e informando su complessi complotti politici.
Una mente che ha imparato a tenere sotto controllo il suo disturbo
In seguito a un ricovero presso l’ospedale McLean, gli venne diagnosticata la schizofrenia paranoide. La sua vita si trasformò in un susseguirsi di ricoveri e degenze di quasi un anno in ospedali psichiatrici, trattamenti antipsicotici e elettroshock a base di insulina. Mentre lui combatteva in quell’universo clinico, tra recidive e deliri, il suo lavoro era sempre più ammirato e rispettato dagli accademici.
Ebbene, intorno agli anni ’70, John Forbes Nash prese una decisione determinante: non permettere che i suoi pensieri irrazionali e le sue idee paranoiche prendessero il sopravvento sulla sua vita. Decise di sollevare un muro, contenere quell’universo soprannaturale e migliorare le sue abitudini di vita.
Grazie al sostegno della moglie Alicia, riuscì a curare la sua alimentazione, a condurre una vita quotidiana più tranquilla e, pertanto, a sedare le voci interne. Il suo comportamento, tuttavia, continuava a essere eccentrico e a tratti sconcertante.
Nonostante le varie difficoltà, Nash portò avanti il suo lavoro tenendo sotto controllo la malattia senza ricorrere ai farmaci.
Il premio Nobel, il riconoscimento e una fine inaspettata
Nel 1994 John Forbes Nash ha ricevuto il premio Nobel per l’economia. Il suo merito è stato quello di aggiungere il concetto di equilibrio alla teoria dei giochi. Ciò ha fornito a qualsiasi scienza e disciplina uno strumento più affidabile per prevedere il comportamento umano.
Le applicazioni del suo lavoro interessano quasi tutte le aree del sapere. Tuttavia, è nel mondo dell’economia, e in particolare della microeconomia, che questa teoria trova la sua massima applicazione.
Dopo il Nobel, la giornalista del New York Times Sylvia Nasar entra nella vita di Nash e della moglie Alicia. Voleva raccontare la sua storia, spiegare al mondo come aveva affrontato la schizofrenia e come aveva sviluppato la sua teoria dell’equilibrio. Qualche anno dopo la pubblicazione del romanzo, è arrivato il film A beautiful mind, vincitore di numerosi Oscar.
All’improvviso tutti conoscevano John Forbes Nash. Quel professore che camminava per i corridoi di Princeton in modo discreto, eccentrico e sempre concentrato. A quel tempo, la sua mente non aveva più la stessa vivacità di una volta. Con il ritorno alla razionalità e il controllo della sua malattia, il suo intuito matematico non era più lo stesso.
Nash e la moglie sono morti il 23 maggio 2015 in seguito a un incidente stradale avvenuto dopo aver ricevuto a Oslo un premio dal re Harald V di Norvegia. Nash aveva 86 anni.
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- Del Carmen Orfila, D. (2007). Teoría de los Juegos–Los Aportes de John Forbes Nash (h). Contribuciones a la Economía, (2007-09).
- García, H. M. (2016). John Forbes Nash, Jr.(1928–2015). Economía Informa, 397, 139-145.
- Nasar, Sylvia, Una mente prodigiosa, Penguin Random House Grupo Editorial España