La leggenda della spada di Damocle

La leggenda della spada di Damocle ha origine a Roma, circa quattro secoli prima della nostra era. Malgrado le sue antiche origini, continua a essere presente nel linguaggio quotidiano.
La leggenda della spada di Damocle
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 10 marzo, 2023

Il creatore della leggenda della spada di Damocle sembra essere stato lo storico Timeo di Tauromenio. Eppure, fu il famoso filosofo Cicerone a trasformarla nel celebre racconto che viene citato ancora oggi.

Sebbene la leggenda della spada di Damocle contiene personaggi reali, si pensa che sia frutto dell’immaginazione dell’autore e che il suo obiettivo fosse principalmente di carattere morale. Cicerone la incluse nella sua opera Tusculanae disputationes e grazie a ciò divenne famosa in tutto l’Occidente.

Marco Tullio Cicerone fu uno dei grandi politici e pensatori romani. Fu un grande difensore della Repubblica, ma gli toccò vivere la dittatura di Dionisio I, o Dionisio Il vecchio, ricordato come il tiranno di Siracusa. La leggenda della spada di Damocle è anche un’allusione al dittatore.

“In passato, quelli che cercarono pazzamente il potere cavalcando una tigre, finirono per esserne sbranati”.

-John Fitzgerald Kennedy-

Statua di Cicerone.
Statua di Marco Tullio Cicerone.

La tirannia di Dionisio I

Dionisio I salì al potere grazie alla cospirazione. Era dotato di grande potere di persuasione e ciò facilitò senz’altro la sua ascesa al potere. A quei tempi, non era abitudine dei governanti avere una scorta. Dato che voleva avere dei guerrieri sotto il suo comando diretto, inventò una cospirazione contro di sé e il popolo approvò che lo proteggessero 600 uomini.

Aveva uno spirito da conquistatore che gli permise di estendere i suoi domini. Viene ricordato perché ebbe un grande controllo sul popolo e fu implacabile con i suoi nemici. Fu anche molto dedito ai piaceri dei sensi: il cibo, il bere e le donne. Anche suo figlio, chiamato Dionisio, ebbe questa inclinazione.

Dionisio I ebbe grandi poteri, ma non fu felice. Visse con la continua paura che i suoi nemici gli tendessero un tranello per ucciderlo. Si dice che dormiva in un letto circondato da un fosso per non essere sorpreso. Si fidava solo delle sue figlie per radersi la barba e per mangiare.

La leggenda della spada di Damocle

Si racconta che vi era un cortigiano chiamato Damocle che adulava costantemente il tiranno. Lo descriveva come un uomo grandioso ed esaltava il suo stile. Secondo lui, gli eccessi nel mangiare e nel bere erano correlati alla grandezza del governante.

Molti pensavano che Damocle in realtà provasse invidia per il tiranno. Una volta si incontrarono e il cortigiano riempì il governante di adulazioni. Stanco delle sue lusinghe, Dionisio gli propose di fare cambio di posto per un giorno, perché Damocle sperimentasse sulla sua pelle il peso del potere e degli eccessi.

Damocle accettò incantato e il giorno dopo arrivò molto presto alla casa del governo per prendere il posto del tiranno. Si sedette sul trono e da quel momento venne servito da una moltitudine di domestici che assecondavano fino al più piccolo dei suoi capricci.

All’improvviso, Damocle guardò in alto e vide che proprio sopra la sua testa vi era una spada affilata, che era sostenuta solo da un crine di cavallo. Era ovvio che, se quel filo delicato si fosse rotto, sarebbe rotolata giù anche la sua testa. Appena se ne accorse, non continuò ad assaporare il cibo, le bevande e le donne, ma chiese di finire l’esperimento.

Coletto sospeso sulla mela.

Un ripasso della storia

Cicerone, che creò la versione più famosa della leggenda della spada di Damocle, apparteneva alla scuola filosofica degli stoici. Questi sostenevano una vita senza eccessi, perché alla lunga avrebbero generato sofferenzaSi pensa allora che questo pensatore volle principalmente mostrare l’altra faccia del lusso e dell’ostentazione.

Secondo altri, la leggenda della spada di Damocle era una critica diretta al dittatore, che evidenziava il suo punto debole: la paura di essere tradito da chi aveva vicino e gli avrebbe potuto fare più male. La storia mostra che il potere in se stesso comporta dei rischi che rendono impossibile godere delle piccole cose. “Chi è temuto da tanti, deve temere molti”.

Si dice anche che quella di Cicerone è un’allegoria applicabile a qualsiasi essere umano. La spada di Damocle rappresenta la morte, che è una continua minaccia e da cui nessuno può scappare. Così siamo tutti minacciati di morte e basta un minuto perché il filo si rompa e “rotoli via la nostra testa”.

Al giorno d’oggi l’espressione “spada di Damocle” si usa per indicare delle situazioni in cui un errore può avere delle conseguenze molto serie. Per esempio, John Kennedy, in uno dei suoi discorsi, disse che tutta l’umanità è minacciata dalla stessa spada di Damocle: la guerra nucleare.


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  • Markaris, P. (2012). Espada de damocles e-88.


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