La professione di psicologo: normativa e aspetti legali

Il Codice deontologico degli Psicologi Italiani, con i suoi 42 articoli, regola il lavoro dello psicologo in diversi aspetti della pratica professionale. Il Codice conferisce, inoltre, un valore fondamentale all'etica del lavoro.
La professione di psicologo: normativa e aspetti legali
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

L’esercizio della professione di psicologo ha come funzione principale quella di favorire il benessere e il miglioramento della qualità della vita delle persone. Gli psicologi possono, di fatto, influenzare direttamente lo sviluppo di individui e gruppi.

Il loro delicatissimo ruolo è di notevole importanza, e per tale ragione è necessario che venga svolto in maniera professionale. D’altro canto, è in gioco la salute mentale dei pazienti. Ed è per questo che, a tutela dei pazienti e dei professionisti stessi, esiste una specifica regolamentazione dell’esercizio della professione di psicologo.

Occorre sottolineare che il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi ha tra i suoi doveri, definiti per legge, l’obbligo di ordinare la pratica professionale della psicologia. Il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi è un ente pubblico che riunisce e rappresenta gli ordini regionali degli psicologi d’Italia.

Seduta con lo psicologo

In primo luogo, per accedere alla professione dovranno essere soddisfatti alcuni requisiti, ovvero essere in possesso di un titolo di studio ufficiale abilitante ed essere iscritti all’Albo degli psicologi.Possono essere richieste ulteriori qualifiche nel caso in cui lo specialista intendesse concentrare la sua carriera professionale in altri ambiti sanitari.

Una volta abilitati alla pratica, si dovrà fare riferimento al regolamento normativo vigente in materia.

Nello specifico, parliamo del Codice deontologico degli Psicologi Italiani che con i suoi 42 articoli regola il lavoro dello psicologo in diversi aspetti della pratica professionale. Il Codice conferisce, inoltre, un valore fondamentale all’etica del lavoro.

In generale, i codici deontologici professionali mirano a esprimere una serie di principi etici che costituiscono gli ideali o le aspirazioni condivise in un ambito professionale specifico. In questo caso, ci si riferisce a quello sviluppato dagli psicologi. Attraverso il Codice, si riflettono i valori comuni, fondamentali per l’esercizio della professione, e che dovranno essere presenti nel lavoro con i pazienti.

In particolare, il Codice deontologico degli psicologi italiani contempla all’articolo 4 i principi che definiscono la professione. Questi sono il rispetto per la persona, il rispetto dei diritti umani, il senso di responsabilità, l’onestà e la chiarezza verso i clienti.

Quali altri contenuti include il codice?

Il codice prevede nel testo anche una serie norme che descrivono gli obblighi che regolano la professione. Nel Codice deontologico degli psicologi italiani queste norme vengono definite rispettivamente: “rapporti con l’utenza e con la committenza”, “rapporti con i colleghi” e “rapporti con la società”.

L’insieme delle regole è in linea con la legislazione italiana. Oltre che con le informazioni fornite nella rivista La professione di psicologo, Giornale dell’Ordine Nazionale degli Psicologi, pubblicata fin dal 1989. Negli anni si è di fatto affermata come la pubblicazione periodica più significativa della psicologia italiana.

La rivista contiene informazioni aggiornate sulle attività e sui servizi dell’Ordine, oltre a contenere notizie e articoli su argomenti professionali di interesse. Sono circa 105.000 gli iscritti che mensilmente ricevono o consultano online le pubblicazioni.

Psicologo in seduta con il paziente

Effetti della riorganizzazione della professione

Con la legge n° 3 del 2018 la professione di psicologo è diventata a tutti gli effetti una professione sanitaria. La vigilanza sulla professione è passata pertanto dal Ministero della Giustizia al Ministero della Salute. Arrivando così al compimento di un percorso lungamente atteso dal 1989.

Oltre al riconoscimento della professione di psicologo in ambito sanitario, la legge prevede regole più restrittive e sanzioni più alte del 50% per i reati di abuso nell’esercizio della professione e una riorganizzazione dell’ordinamento didattico in ambito formativo.

Significativi cambiamenti si riscontrano anche nell’ambito delle norme deontologiche, relative in particolare al consenso informato, all’obbligo di referto e alla testimonianza processuale.

Secondo Il Dottor Fulvio Giardina, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, la riforma in questione ha rappresentato: “un riconoscimento per il contributo indispensabile che gli psicologi italiani danno allo sviluppo del Paese e al benessere dei cittadini… una professione moderna al servizio del Paese”.


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