La vergogna, un'emozione che rende invisibili

La vergogna vuole renderci invisibili e, per farlo, è capace di attuare un'infinità di strategie. Ma cosa si nasconde dietro a quest'emozione?
La vergogna, un'emozione che rende invisibili
Gema Sánchez Cuevas

Scritto e verificato la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

La persona che prova vergogna sperimenta un forte malessere nel tentativo di rinnegare se stessa per adattarsi alle aspettative altrui. “Cosa penserà di me se dico quello che sento davvero?”, “Spero che non mi facciano domande, mi sentirei male a dover rispondere davanti a tutti” o “Non riesco a parlare di fronte a un pubblico, divento troppo nervosa” sono espressioni molto comuni di chi vive lascia che la vergogna controlli la propria vita.

Cercare di passare sempre inosservati, evitare qualsiasi momento in cui potremmo attirare l’attenzione o rifiutare inviti a dire la propria opinione, sono tutti meccanismi attivati da questo sentimento. La vergogna vuole renderci invisibili e, per farlo, è capace di attuare un’infinità di strategie. Ma cosa si nasconde dietro quest’emozione? Qual è la sua origine?

“Una delle emozioni più potenti al mondo è la vergogna e rappresenta la paura di non essere sufficientemente bravi.”

-Brené Brown-

La vergogna e i suoi ostacoli

La vergogna è la nemica della visibilità, della presenza. Un’emozione difficile che si presenta per nascondere chi siamo, perché la paura o l’insicurezza le hanno suggerito che le cose ci andranno male.

Secondo la Dottoressa in psicologia Maria José Pubill, la persona che prova vergogna vive atterrita dalla paura che gli altri scoprano le sue debolezze, ossia che rivelino il suo vero essere.

Il seme che origina la vergogna tende a trovarsi nelle esperienze vissute durante l’infanzia o l’adolescenza.

Donna che si copre il viso

L’origine di questa emozione si cela spesso dietro un’esperienza che la persona percepisce come sbagliata, in cui non si è comportata come doveva o in cui il suo comportamento non è stato normale. Il senso di inutilità e invalidità legato a tale esperienza la portano a non volersi più mostrare imperfetta davanti agli altri. La sua paura è così forte che a volte il blocco nasce come difesa per proteggersi. Cresce anche la frustrazione per non riuscire a essere la persona che vorrebbe.

Ebbene, provare vergogna implica da una parte sperimentare emozioni come la colpa e la paura, e dall’altra meccanismi come la ricerca della perfezione e del controllo per superare il sentimento di inadeguatezza. Il problema è che anziché aiutare, diventano anch’essi un ostacolo per crescere ed evolvere.

Approfondendo ancora di più, ci renderemo conto di come la vergogna implichi anche una mancanza di rispetto e tolleranza verso se stessi, oltre alla mancanza di autostima.

Vergogna e autostima: come sono correlate?

La vergogna è la paura di essere e mostrare quel che si è, la scelta di essere invisibili per evitare di diventare oggetto di critica o di essere etichettati come “non validi”. Provare quest’emozione implica una mancanza di rispetto e tolleranza verso di sé e, di conseguenza, una bassa autostima tipica di chi vuole stare in secondo piano.

Avvolge la persona in un’aurea di negatività e autodisprezzo, facendola sentire fragile e debole anziché arrabbiata per questo.

Provare vergogna non significa soltanto non sentirsi a proprio agio nella propria pelle, bensì anche non riconoscersi e perdere via via il senso di chi si è. Così facendo, si spegne un po’ alla volta l’iniziativa e la voglia di guidare il timone della propria vita, così come la sensazione di potere personale.

Chi prova questa emozione mette nelle mani degli altri la valutazione di se stesso perché riesce a guardarsi solo attraverso lo sguardo altrui. Vive al di fuori di sé, pensando a cosa diranno gli altri, provando ansia ogni volta che si accorge di non essere in possesso del proprio Io. La sua vita è piena di sofferenza ed esigenze.

La persona che vive nella vergogna nega se stessa per adattarsi a quello che gli altri credono o si aspettano da lei.

Ragazza con mano sulla finestra

Mettere da parte la paura per tornare visibili

Nonostante quest’emozione sia considerata una delle più complesse, è possibile lavorare su di essa per ridurre la sua presenza e farla sparire. Come si fa a sconfiggere la vergogna? Come si fa a tornare visibili, a ritrovare il proprio valore?

Il primo passo consiste nel riconoscere e accettare che proviamo vergogna e che essa fa parte del nostro universo emotivo. Una volta identificata, l’ideale è riflettere sulle sue conseguenze, sul peso che ha nella nostra vita e su in che modo ci limita, cosa ci impedisce di fare.

Se analizziamo la situazione con sincerità, scopriremo di essere diventati invisibili ai nostri occhi e che ci valutiamo secondo parametri decisi dagli altri. La verità è che non esistono parametri corretti o sbagliati ma soltanto quelli scelti da noi, proprio come il cammino che desideriamo percorrere.

Il seguente passo sta nel conoscerci, entrare in connessione con noi stessi e mostrarci per come siamo. In altre parole, tornare a essere visibili. Ebbene, non sarà facile dopo anni nascosti dietro a un personaggio che agiva secondo il volere altrui. La buona notizia è che non è mai tardi per tornare a essere noi stessi.

Individuare la situazione che ha fatto scaturire il tutto potrà aiutarci, facendoci risalire al momento in cui abbiamo sofferto e abbiamo voluto di più. Questo punto di inizio sarà la chiave per comprendere la profondità della nostra ferita, che non è altro che l’aver tradito noi stessi e aver creduto di aver deluso gli altri.

“Vincere la vergogna è diventare un essere adulto capace di trasformarsi in re o regina di un nuovo regno: il proprio Io”.

-Maria José Pubill-

Donna che si guarda allo specchio

Un esercizio molto valido per tornare a essere visibili è mettersi davanti allo specchio e guardarsi, senza badare a quello che potrebbero pensare gli altri. Cosa vediamo? Come siamo? Quali sono le nostre qualità? Di cosa ha bisogno la persona che abbiamo davanti? L’idea è quella di liberarci delle aspettative, di quelle trappole mentali che ci impediscono di essere noi stessi e acquisire sicurezza. Non siamo migliori o peggiori di nessuno e la soluzione non è paragonarci agli altri, bensì riconoscerci e sentirci validi.

Inizialmente potremmo sentire una forte rabbia verso la persona che ci ha recriminato quello che non abbiamo fatto bene. Per liberarla, possiamo scrivere o pensare cosa le diremmo. In questo modo, entreremo in contatto con il peso che ci portiamo dentro per poi rilasciarlo.

Provare vergogna implica molto più che essere stati male in un determinato momento. Questa emozione induce a diventare schiavi delle aspettative altrui, a disprezzarsi e, in ultimo, a essere invisibili. Per sconfiggerla, diventa quindi fondamentale imparare a connettersi con se stessi per poter dare valore a chi siamo, ottenendo sicurezza. Ricordiamo sempre che nella vita non bisogna essere perfetti per stare bene.

“Che cos’è il sigillo della raggiunta libertà? Non provare più vergogna davanti a se stessi”.

-Friedrich Nietzsche-


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