I 5 punti fondamentali di un buon contratto emotivo

I 5 punti fondamentali di un buon contratto emotivo

Ultimo aggiornamento: 06 novembre, 2016

Un buon contratto emotivo si basa su un compromesso autentico con noi stessi. Se non ci amiamo, il contratto emotivo viene meno. Se ci alimentano con la manipolazione e la negatività, il contratto emotivo viene meno. Dobbiamo imparare a gestire bene la nostra vita e il delicato universo delle emozioni.

La parola “contratto” è da intendersi come un accordo tra due persone che si impegnano ad offrire qualcosa e a ricevere qualcosa in cambio. Tuttavia, nel mondo emotivo questa transazione è molto più intima, oltre che necessaria. Stiamo parlando di quegli accordi fondamentali che dobbiamo fare con noi stessi per sopravvivere, per difendere la nostra dignità e lottare per la nostra felicità.

Se analizziamo il tema dei contratti emotivi, ci renderemo conto che molti di noi hanno accettato contratti basati sulla disuguaglianza. Parte di questi fanno parte dell’infanzia. Ci sono bambini che hanno accettato ingiustamente di “non essere amati”. Di conseguenza, una volta adulti, si trascinano dietro il peggior compromesso di tutti: quello di non amare se stessi.

Nei rapporti di coppia sigliamo accordi impliciti in cui, quasi senza rendercene conto, ci ritroviamo prigionieri. Accettiamo un contratto emotivo dove la manipolazione, l’egoismo e il disprezzo sono clausole scritte in minuscolo, che firmiamo inconsapevolmente con un amore cieco pieno di speranze.

Sono tutte dimensioni dolorose e complesse che vanno affrontate con un buon contratto emotivo in grado di garantire la nostra dignità e il nostro pieno diritto a lottare per essere felici. Vi invitiamo a riflettere sui 5 punti fondamentali di un buon contratto emotivo.

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Un buon contratto emotivo va sempre rispettato

Un buon contratto emotivo richiede prima di tutto impegno, coraggio e la chiara volontà di iniziare ad essere chi siamo davvero. Magari queste dimensioni apparentemente ci sembrano facili da mettere in pratica. In realtà, non lo sono: i punti di questo contratto sono delicati e complessi.

Sono i seguenti:

1. Un buon contratto emotivo a volte richiede di rompere altri contratti emotivi

L’eredità del nostro sistema famigliare è pieno di compromessi non voluti che accettiamo in inconsapevolmente. Anche se consideriamo le nostre radici come un’unità, come una rete formata dai nostri genitori, fratelli, cugini, zii, ci sono aspetti di cui forse dovremmo liberarci.

Dobbiamo considerare che, al giorno d’oggi, continuiamo ad obbedire al nostro cervello primitivo. È lui a dirci che “se usciamo dal clan, non sopravviveremo”.

Tuttavia, a volte è necessario spezzare determinati vincoli o legami. Se nostro padre, nostra madre o altri membri della famiglia hanno stabilito un contratto emotivo basato sul dolore, sulla paura o sull’imposizione egoista, è il momento di rescinderlo.

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2. Dobbiamo amarci al di sopra di ogni altra cosa

L’autostima è l’inchiostro indelebile che ci consentirà di siglare il migliore contratto: quello della forza interiore, dell’autodifesa, dell’amor proprio.

Sono tante le persone che sembrano andare avanti, ma in realtà dentro sono distrutte. Segretamente ferite. Intimamente spezzate.

Dobbiamo tenere conto del fatto che se non amiamo noi stessi, allora cercheremo il sostegno e l’approvazione nelle altre persone. Non bisogna farlo. Non dimentichiamo che se mettiamo la nostra vita nelle mani degli altri, rischiamo di perdere tutto e questo è il peggior contratto che possiamo firmare nella vita.

Amiamoci. Amiamoci al di sopra di ogni cosa. Solo chi ama se stesso è degno di essere amato.

3. Un buon contratto emotivo richiede accordi con chi ci sta attorno

Vivere significa scendere a patti, stabilire dei limiti e armonizzare il nostro universo con quello degli altri. Siamo anime obbligate a convivere le une con le altre, a costruire la nostra felicità in spazi comuni, dunque i patti sono necessari.

Un buon contratto emotivo si porta a termine con assertività. Dobbiamo chiarire le nostre necessità, rispettando però i pensieri, le volontà e i valori altrui.

Un buon patto si stringe con un cuore sincero che difende se stesso e che allo stesso tempo è abbastanza intuitivo per scegliere l’opzione migliore.

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4. Dire “sì” senza paura e “no” senza sensi di colpa

Auto-confermarsi senza aggredire è un atteggiamento e un comportamento che dovremmo mettere in pratica tutti i giorni, come chi segue un’alimentazione equilibrata e fa sport. Dire “sì” senza paura e “no” senza sensi di colpa è molto più di un buon esercizio di igiene mentale e di sopravvivenza.

È parte del nostro contratto emotivo, è un compromesso fondamentale che ci consentirà senza dubbio di creare ambienti più rispettosi per essere molto più felici.

5. Non dobbiamo essere i nostri stessi nemici

Sappiamo riconoscere i predatori esterni, chi ci fa del male, chi ci rende vulnerabili. Tuttavia, non sempre riusciamo a identificare altrettanto facilmente chi può rivelarsi un nemico terribile: noi stessi.

Un buon contratto emotivo richiede tanti elementi:

  • Dobbiamo accettare noi stessi, i nostri punti di forza, le nostre debolezze, le nostre virtù e ogni errore che abbiamo commesso.
  • Le scuse non devono bloccarci nel luogo dei sogni perduti.
  • Meritiamo tutto quello che desideriamo.
  • Non dimentichiamo che non siamo migliori di nessuno e nessuno è migliore di noi.
  • Smettiamo di auto-sabotarci, siamo responsabili della nostra vita e dobbiamo abbandonare i “non posso”, “non sono capace”, “meglio se lascio stare”, “questo non fa per me”.
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Come potete vedere, le clausole di questo contratto emotivo non sono sempre semplici da rispettare. È però essenziale firmarlo, è necessario impegnarsi a prendersi cura di se stessi e ad amarsi. Farlo non è un atto di egoismo, è la linfa della dignità e la base della felicità.


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