L'amore non è una guerra nonostante le battaglie

L'amore non è una guerra nonostante le battaglie
Sergio De Dios González

Scritto e verificato lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 12 gennaio, 2023

Anche se spesso bisogna affrontare delle ”battaglie”, l’amore non è una guerra. Nonostante le incomprensioni, non bisogna vedere l’altro come un nemico. L’altro possiamo essere noi stessi quando ci rimproveriamo per aver commesso un grave errore, ma può essere anche la persona con cui condividiamo il letto, che a poco a poco ci toglie tutto lo spazio costringendoci a dormire in un angolino e ci ruba le coperte con cui cerchiamo di ripararci dal freddo.

Una litigata gelida, ma che nasce dalla complicità, generata dalla condivisione di sogni e speranze. Ma anche incubi, sofferenze ed errori. Perché senza condivisione non può esserci complicità. Una complicità che ammette le battaglie, ma non le guerre.

‘Anche se spesso bisogna affrontare delle battaglie, l’amore non è una guerra. Nonostante le incomprensioni, non bisogna vedere l’altro come un nemico.

L’amore non è una guerra: la strada verso l’empatia

Nelle battaglie d’amore sono ammesse solo alcune armi. Il solletico e le carezze sono una costante, invece è meglio non ”sfoderare” il rancoreSono battaglie in cui si perdona e si dimentica. Si cancella per scrivere nuove storie. E se non dovesse bastare, si tira in ballo la ragione, pur essendo consapevoli che è un’arma a doppio taglio, quasi mai la migliore. In amore la vera vittoria è evitare di ferire l’altro. E così, giunti alla mossa finale, la logica si ritira sommessa.

Poter contare sull’altra persona è importante, anche se molte volte abbiamo l’impressione che non ci capisca e ci sentiamo vittime di una sorta di torre di babele. Ciò non accade solo col nostro partner, ma anche con i nostri genitori, amici o figli. Per quanto ci sforziamo di essere empatici, è impossibile trovarsi d’accordo su tutto.

Cherubini

Non ci riescono gli altri, ma non ci riusciamo neanche noi. Anche se a volte ci proviamo così intensamente da credere di esserci riusciti. Compiere un enorme sforzo non ci assicura un buon risultato. Pensare di esserci riusciti è un miraggio paragonabile al vedere acqua sgorgare tra le dune del deserto.

Quando non ci riusciamo, o meglio, quando non ci riusciamo al 100% (o non ci riesce completamente il nostro partner) non c’è alcun bisogno di colpevolizzarci. L’impegno profuso influisce sul risultato, ci permette di vedere chiaramente tutte le opportunità, ci fa capire il valore dell’onestà, ma raramente ci porta al risultato sperato.

Ma quante battaglie (che rischiano di trasformarsi in vere e proprie guerre) nascono dalla convinzione che gli altri non si sforzino di capirci? Tendiamo a dimenticare tutte le volte in cui, invece, ci hanno capiti perfettamente. A volte è proprio quella penna rossa, che usiamo per segnare gli errori, a firmare la nostra condanna. Ed è così che mattone dopo mattone, si erge quell’ostacolo che diventerà insormontabile. Ed è allora che la comunicazione si interrompe e l’amore si perde nella routine come una zolletta di zucchero in una tazza di caffè. In modo lento, ma irreversibile.

“Essere incompreso da coloro che amiamo è il calice amaro, la croce della nostra vita. Perciò gli uomini superiori hanno sulle labbra quel sorriso doloroso e triste che tanto ci meraviglia.”
-H.F. Amiel-

Le ferite di guerra sono profonde, molto spesso mortali

Cercare di recuperare l’amore dopo essersi dichiarati guerra è una missione difficile. L’altro si trasforma nel nostro nemico, che va dominato e sconfitto. Arrivati a questo punto, molti credono che basti deporre le armi per sistemare le cose, ma non è così.

Probabilmente non ci sarà più nulla da fare. Prima il terreno era fertile, ora arido e vulnerabile. È tutto inevitabilmente diverso, perché nessuno continuerebbe a giocare con chi gli ha teso una trappola; nessuno vuole accanto una persona che gli ricorda la parte peggiore di sé.

In fin dei conti questa rottura è semplicemente la conseguenza di un colpo tirato alla cieca dopo aver minacciato con una pistola carica di rancore. Per aver dimenticato che anche il più solido dei legami non smette di essere delicato, talvolta persino fragile. Forte, ma non indistruttibile.

Coppia si da le spalle

Perché quando una coppia si dichiara guerra, l’amore si rompe, si logora e si trasforma in un proiettile incandescente e affilato, capace di ridurci a brandelli. Per questo bisogna cercare di non sparare per primi e fare carta straccia delle dichiarazioni di guerra. Poi saremo liberi di decidere se continuare in maniera costruttiva  o porre fine alla relazione evitando di distruggerci a vicenda, perché altrimenti ci ritroveremmo ad affogare nel nostro stesso dolore.


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