Le leggi del distacco per la liberazione emozionale
Nell’approccio alla crescita personale e alla spiritualità, il distacco è determinante per raggiungere la felicità. Significa superare le barriere della comfort zone per smettere di vivere nella paura di perdere dimensioni a cui ci si aggrappa eccessivamente. Solo quando saremo in grado di applicare le leggi del distacco, dunque sconfiggere l’ego, smetteremo finalmente di soffrire.
Proviamo per un attimo a spiegare cos’è per noi la felicità. Alcuni direbbero che la persona felice è colei che ha grandi risorse, un buon partner, un copioso conto corrente. Tutto questo copre senza dubbio molti dei nostri bisogni più elementari.
Ma queste dimensioni offrono un autentico senso di benessere? In realtà, la definizione più accurata di felicità non potrebbe essere più semplice: la felicità è l’assenza di paura, è non conoscere l’ansia.
Significa sostanzialmente saper amare, apprezzare e farsi coinvolgere in modo più equilibrato e sano, liberandosi dagli eccessi che mettono catene e legano. Che tarpano le ali.
Praticare il distacco è quindi il primo passo per raggiungere un simile stato. È permettere a noi stessi di essere più liberi, più leggeri, meno attaccati a quello che abbiamo o che ci manca. È vivere con il cuore senza aver bisogno compulsivamente di niente e di nessuno. Al tempo stesso, significa anche essere capaci e sapersi donare agli altri con autenticità e senza pressioni.
La liberazione emozionale generata dal distacco offre la possibilità di vivere in modo più onesto. È allora che si presenta davanti a noi l’opzione di crescere, di avanzare con cognizione di causa.
Senza nuocere a nessuno, senza che gli altri ci limitino con le catene dell’amore passionale, filiale o addirittura materno. Impariamo dunque a mettere in pratica le semplici leggi del distacco.
Le leggi del distacco
Essere responsabile di se stesso
La prima legge del distacco invoca un principio fondamentale della crescita personale: la responsabilità. Pensiamoci: nessuno rimuoverà per noi ogni sasso che troveremo sulla strada. Come nessuno respirerà per noi o si offrirà di farsi carico dei nostri dolori.
Ognuno di noi è artefice della propria esistenza e ciò richiede coraggio. Significa che dobbiamo distaccarci dalle opinioni altrui, dal bisogno di essere riconosciuti, dall’approvazione esterna per portare avanti decisioni, sogni o progetti. Siamo persone libere, pronte a creare il destino che riteniamo opportuno.
Essendo pienamente consapevoli del diritto di essere costruttori del proprio destino, teniamo a mente le seguenti dimensioni:
- Non mettere la felicità nelle mani altrui. Non concepire l’idea che per essere felici in questa vita sia essenziale trovare un partner o ricevere sempre il riconoscimento della famiglia. La solitudine a volte è la migliore compagnia per realizzarsi.
- Se il barometro della soddisfazione e della felicità dipende da quello che gli altri danno, si otterrà solo sofferenza. Il motivo? Raramente soddisfaranno tutte le esigenze personali.
- Coltivare la felicità, sentirsi responsabile, maturi, essere consapevoli delle proprie decisioni e delle loro conseguenze, scegliere per se stessi e non lasciare mai che il benessere dipenda dalle opinioni o dai consigli degli altri.
Vivere nel presente e accettare la realtà
In questa vita nulla è eterno, nulla rimane, tutto scorre e riprende il suo cammino tessendo quell’ordine naturale che a volte ci è così difficile accettare.
Siamo quasi sempre concentrati su tutto quello che è successo in passato e che, in qualche modo, ora diventa un pesante fardello che altera il nostro presente. Spesso siamo così “attaccati” a tutti quegli eventi accaduti ieri che dimentichiamo la cosa più importante: vivere.
Poniamo tutta la nostra attenzione sui disaccordi familiari, sul trauma che ci circonda e ci condiziona, sulla perdita, sulla delusione sentimentale o la frustrazione insuperabile… Tutte queste sono ancore che tengono, che mettono le catene ai piedi e si agganciano alla nostra anima.
Il distacco è anche unire le forze per guardare al presente e permetterci di sanare le ferite. Dobbiamo incoraggiare l’accettazione, assumere la realtà e non resistere a certe prove. Inoltre, a volte non abbiamo altra scelta che perdonare e persino perdonare noi stessi.
Solo allora ci sentiremo più liberi, pronti ad apprezzare con tutti i nostri sensi il qui e ora, questo regalo in cui abbiap la nostra vera opportunità.
Leggi del distacco: promuovere la libertà e lasciare che anche gli altri siano liberi
La libertà è il modo più pieno, completo e salutare di godersi la vita, di comprenderla in tutta la sua immensità.
Distaccarsi non vuol dire tagliare i legami o stabilirli in nome della freddezza emotiva. Piuttosto il contrario. Si tratta di una dimensione in cui possiamo imparare ad appianare le paure per amare in modo più autentico e rispettoso.
Saper dare e lasciarsi ricevere senza pressioni, senza bisogni ciechi, senza ansie o con l’eterna paura di essere abbandonati. È preferire senza bisogno degli altri.
Un altro aspetto da ricordare sul distacco è che non siamo obbligati a essere responsabili della vita altrui. Non mancano quindi coloro che bramano di trovare un partner per fuggire dalla solitudine o anche per sanare vecchie ferite di ieri.
Sia chiaro che nessuno di noi ha l’obbligo di essere un eroe. Per salvare gli altri per guarire la loro solitudine o le fratture causate da vecchie relazioni. Questi di legami generano solo sofferenza.
Gli attaccamenti intensi non sono mai sani, pensate ad esempio a quei genitori ossessivi che si spingono troppo oltre nel proteggere i propri figli e impediscono loro di maturare, di avanzare in sicurezza per esplorare il mondo.
Il distacco è vitale in questi casi, poiché consente di superare i limiti della certezza per imparare dall’imprevisto, dall’ignoto.
Accettare che le perdite prima o poi accadranno
In ogni corrente buddista e spirituale è presente l’idea della impermanenza. Parliamo di quella dimensione in cui siamo obbligati a capire che in questa vita nulla dura, che nulla può essere durare eternamente.
Le relazioni e anche le cose materiali cambiano, maturano e spesso addirittura svaniscono. Accettiamo quindi l’idea del cambiamento, dell’assenza e anche della perdita come una legge vitale alla quale non possiamo chiudere gli occhi.
Alcune persone se ne andranno per sempre, i figli cresceranno, alcuni amici cesseranno di esserlo e alcuni amori lasceranno il calore della nostra mano… Tuttavia, molte altre cose verranno. Perché la vita è cambiamento, ma anche movimento e tutto questo fa parte delle leggi del distacco.
E come tale, dobbiamo imparare ad accettarlo per affrontarlo con maggiore integrità. Con maggiore forza. Quello che però non cambierà mai è la capacità di amare: iniziamo sempre da noi stessi.
Conclusioni
Se desiderate iniziare a praticare le leggi del distacco, prima di tutto dovrete imparare a identificare le emozioni e i sentimenti generati dall’elemento di attaccamento (può essere una persona, una situazione o un oggetto).
Chiedetevi quindi quale scopo soddisfa nelle vostre vite e tenetelo sempre a mente. Allora siate grati per quello che ha fatto per voi e lasciatelo andare.
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- Chopra, D. (1994). Capítulo 6: La ley del desapego. Las 7 leyes espirituales del éxito. Recuperado de: https://www.colomos.ceti.mx/documentos/goe/sieteLeyesEspiritualesdelExito.pdf
- Riso, W. (2012). Desapegarse sin anestesia. Bogotá: Editorial Planeta.