Le paure più comuni tra gli esseri umani

Le paure più comuni tra gli esseri umani riguardano la vita o l'incolumità, da un punto di vista strettamente fisico, ma anche simbolico. Tutti vogliamo sopravvivere e proteggerci dal dolore
Le paure più comuni tra gli esseri umani

Ultimo aggiornamento: 28 luglio, 2020

Non bisogna mai dimenticare che la paura è un’emozione sana, perché fa parte del nostro istinto di sopravvivenza. Alcune tra le paure più comuni sono del tutto ragionevoli. Eliminarle, quindi, non sarebbe una buona idea, altrimenti rischiamo di perdere il senso del rischio e di esporci inutilmente al pericolo.

Le paure più comuni tra gli esseri umani riguardano la preservazione fisica e psicologica dell’integrità e della vita. Hanno carattere universale perché in buona misura ci proteggono. Presentano una radice biologica e filogenetica molto forte.

A volte non consideriamo il fatto che la paura è una forza impressionante, che può essere usata a nostro vantaggio quando ne siamo consapevoli. Ci spinge a compiere azioni inverosimili o a portare a termine grandi creazioni. Forse la religione, la filosofia e la scienza sono risposte alla paura, modi per scongiurarla. Cosa temono le persone in generale? Ecco le paure più comuni.

La paura della paura probabilmente causa più problemi nelle nostre vite che la paura stessa.

Karl Albrecht

Le paure più comuni degli esseri umani

1. La morte

È la paura alla base dell’istinto di sopravvivenza. Da un punto di vista biologico, la vita tende a perpetuarsi. Tutti gli organismi rifiutano di morire. Secondo una prospettiva filosofica, infatti, la vita è il bene supremo da cui derivano tutti gli altri beni e virtù.

La paura della morte scatena una serie di timori legati a questo rifiuto di perdere la vita. Abbiamo paura dell’altezza perché la possibilità di cadere ci ucciderebbe. Lo stesso vale per la paura dell’aereo, della velocità estrema, ecc. Sono paure molto comuni in tutte le culture. Quello che cambia è il modo di considerarle e di canalizzarle.

Volto impaurito

2. La perdita di autonomia

Fa riferimento alla paura di perdere la libertà e la capacità di decidere delle proprie azioni o pensieri. Da un punto di vista simbolico, è associata alla paura di morire. Implica il rifiuto dell’idea della perdita dell’Io o dell’impossibilità di lasciarlo andare.

Molti timori derivano dalla paura della perdita dell’autonomia, come quello di rimanere intrappolati sotto le macerie, di essere rinchiusi in un luogo con poco ossigeno o di venire uccisi. Sono tutte situazioni che limitano la libertà di una persona, la quale, quindi, ha molta paura.

3. La solitudine

Più che temere la solitudine in sé, le persone hanno paura di perdere il contatto con il mondo. Diverse situazioni ci mettono in allerta circa questo rischio, ad esempio il rifiuto o il disprezzo. Sono un sintomo di una possibile perdita del legame con il gruppo e di un’eventuale condanna all’ostracismo.

La mancanza di riconoscimento, di rispetto o di valorizzazione causano una ferita emotiva molto profonda e alimentano la paura della solitudine. L’invidia e la gelosia sono sentimenti imparentati con questa paura. Nell’invidia risiede la convinzione che una persona sarà sminuita e/o “eliminata” in base agli attributi dell’altra. Nella gelosia si nasconde la paura di essere abbandonati.

Uomo su un pontile

4. Malattie e mutilazioni

La paura della mutilazione fa parte dell’istinto di preservare la propria integrità come esseri umani. Stabiliamo un’equivalenza tra il nostro corpo e il nostro Io e vogliamo mantenerli funzionali. Per questo a volte abbiamo paura di certi strumenti come gli aghi o i coltelli.

La paura di ammalarsi è legata a quella di perdere la vita. Temiamo di danneggiare il nostro organismo o di generare qualche condizione che ne alteri il corretto funzionamento. Per questo ci teniamo alla larga da posti sporchi, dalle bestie, dalle vipere, ecc.

Uomo spaventato dall'ombra di un mostro

5. I pregiudizi

Questa paura è simile a quella della solitudine, ma in questo caso non si teme tanto l’esclusione, quanto l’umiliazione pubblica. Nessuno vorrebbe sperimentare la sensazione di disprezzo collettivo. Forse non ne consegue la perdita del proprio ruolo all’interno di un gruppo, ma favorisce una condizione di inferiorità e dipendenza.

La paura dei pregiudizi e il timore della solitudine sono di natura sociale. Quanto più varia e aperta è la società, minore è la prevalenza di queste paure. Nei gruppi ristretti e tradizionalisti, invece, questo genere di timori sono assai diffusi.

Le paure più comuni tra le persone sono conosciute ormai da molto tempo. La pubblicità e talvolta la propaganda ne fanno uso per influenzare le nostre azioni. Tuttavia, l’essere umano è infinitamente intelligente e creativo, dunque può imparare a gestire queste paure, senza paralizzarsi o soccombere alla pressione.


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