Lo stress cronico e la perdita di memoria

Lo stress cronico prolungato per settimane e mesi produce dei cambiamenti nel nostro cervello. Tra i suoi effetti evidenziamo la perdita di memoria, i problemi di attenzione e concentrazione e una maggiore difficoltà nel processo decisionale.
Lo stress cronico e la perdita di memoria
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Gli effetti dello stress cronico lasciano in noi dei segni senza che ce ne accorgiamo. È come trovarsi all’interno di un treno che viaggia ad alta velocità. All’inizio, apprezziamo di procedere rapidamente, a poco a poco, però, godiamo a mala pena del paesaggio e il nostro corpo e la nostra mente iniziano a risentire della velocità.

Thich Nhat Hanh, noto monaco buddista e autore di libri come La pace è ogni passo, sostiene che i nostri pensieri e le nostre emozioni sono come le nuvole che vanno e vengono in una giornata ventosa. In mezzo a quella tempesta è molto difficile trovare l’equilibrio e la calma per avere il controllo di noi stessi e permettere alla mente di funzionare in modo ottimale.

Non è facile gestire gli stati psicologici generati dallo stress e dall’ansia. Il problema non è quello di passare un periodo di forte stress. La vera complicazione è permettere che quel periodo si prolunghi nel tempo senza avere una fine. È nel momento in cui compaiono le conseguenze dello stress che ci accorgiamo degli effetti nascosti di questo stato psicologico.

Sappiamo tutti che un corpo sottoposto a situazioni stressanti va incontro a dei problemi. Compaiono dolori muscolari, problemi digestivi, alterazioni del riposo notturno e molti altri problemi che influiscono sulla qualità della nostra vita. Tuttavia, c’è un altra conseguenza che non possiamo ignorare: la perdita di memoria.

“Molti placidi fiumi hanno origine da fragorose cascate, ma nessuno corre a precipizio e spumeggia fino al mare.”

-Michail Lermontov-

Uomo con stress cronico che lavora

Lo stress cronico e la memoria che diminuisce ogni giorno

Chi soffre di stress cronico ha la sensazione che il mondo esterno corra velocemente, ma percepisce che il suo mondo interiore sta andando a rilento. Le capacità cognitive rallentano e risulta difficile rimanere concentrati, prendere decisioni o iniziare una qualsiasi attività. Come se non bastasse, la mente viene assalita da paure e dubbi. Per esempio, si pensa di non arrivare in tempo per una determinata consegna, di non riuscire a raggiungere la fine del mese o che si sta sbagliando qualcosa.

Può sembrare una ridondanza, ma uno degli aspetti più subdoli dello stress è che genera altro stress. Lamentandoci del mal di testa, delle vertigini o dell’insonnia causati da questo stato psicologico, non facciamo altro che aumentarne l’impatto emotivo e cognitivo. Il disagio, l’impotenza, la bassa motivazione e la perdita di memoria sono delle conseguenze da prendere in considerazione.

Lo stress cronico e la difficoltà a recuperare i ricordi

Lo abbiamo detto prima, lo stress limitato a un certo periodo di tempo non ha conseguenze gravi. Nella maggior parte dei casi, inoltre, questo stato psicologico ci permette di raggiungere più facilmente i nostri obiettivi, superare le sfide e progredire in un contesto più o meno complesso. È nel momento in cui lo stress si prolunga per settimane o mesi che iniziamo a pagarne le conseguenze.

Vari studi, come quello condotto dalla Dott.ssa Jannine Wirkner dell’Università di Greifswald in Germania, ci danno informazioni importanti al riguardo. Esperienze di stress acuto, temporanee e brevi, migliorano la memoria, e ciò può esserci d’aiuto in contesti come gli esami o certe prove. Tuttavia, lo stress cronico, dove il rilascio di cortisolo è costante, ostacola la nostra capacità di immagazzinare nella mente le nuove informazioni e di ricordarle. Lo stress interferisce in ogni meccanismo che riguarda la memoria: interrompe la codifica delle informazioni, la loro memorizzazione e il loro recupero.

Grafica del cervello di un uomo con ippocampo evidenziato

Le conseguenze dello stress cronico nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale

Lo studio condotto dalla Dott.ssa Kim Jeasonkok dell’università della Florida ci rivela un dato molto sorprendente. Quando i livelli di cortisolo sono molto alti, l’ippocampo subisce un’alterazione morfologica. Questa struttura cerebrale, correlata alla memoria e alle nostre emozioni, riduce le sue dimensioni a causa degli ormoni dello stress.

Ma lo stress cronico ci riserva altre sorprese. Questo stato psicologico, se costante, causa l’inibizione dell’attività della corteccia prefrontale da parte dell’amigdala. Alcune delle conseguenze di ciò sono che smettiamo di pensare in maniera logica, fatichiamo di più a riflettere e abbiamo difficoltà a prendere delle decisioni.

Memoria e stress, un curioso connubio

Gli effetti dello stress cronico sono più complessi di quanto possiamo pensare. Come abbiamo già detto, quando trascorriamo diversi mesi sempre preoccupati e sotto pressione, la nostra memoria ne risente. Tuttavia, in caso di stress post-traumatico, alcuni ricordi rimangono e sono più intensi.

Dopo aver vissuto delle esperienze traumatiche, in cui la componente emotiva è molto elevata, il nostro ippocampo conserva le sensazioni negative in modo permanente.

Dopo queste esperienze, si ha difficoltà a creare nuovi ricordi. Questo, a sua volta, crea problemi in attività come il ragionamento, l’analisi riflessiva e logica, l’attenzione sostenuta, i meccanismi decisionali, ecc.

Donna che medita guardando il tramonto

Pensando a tutto questo, non possiamo far altro che accettare la complessità del nostro cervello. Nonostante queste circostanze, i traumi e l’impatto che lo stress cronico ha su di noi, c’è un aspetto positivo che non possiamo dimenticare. Il cervello è plastico, cambia col tempo e può invertire tutti gli effetti di cui abbiamo parlato.

L’esercizio fisico, la terapia psicologica, la meditazione, la corretta gestione dello stress e l’attenzione alle nostre abitudini di vita possono aiutarci a migliorare il nostro benessere e la nostra plasticità cerebrale. Forse è giunto il momento di provare a modificare le nostre abitudini.


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  • Wirkner, J., Ventura-Bort, C., Schwabe, L., Hamm, A. O., & Weymar, M. (2019). Chronic stress and emotion: Differential effects on attentional processing and recognition memory. Psychoneuroendocrinology, 107, 93–97. doi: 10.1016/j.psyneuen.2019.05.008
  • Kim, JJ y Diamond, DM (2002). El hipocampo estresado, la plasticidad sináptica y los recuerdos perdidos. Nature Reviews Neuroscience , 3 (6), 453–462. https://doi.org/10.1038/nrn849

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