Lo sviluppo dell'empatia durante l'infanzia

Il concetto di empatia è ormai di moda. Ma come sviluppiamo questa potenzialità? Quali fasi attraversa l'essere umano fino a riconoscere l'altro come un sé indipendente, con proprie emozioni, pensieri e condizioni?
Lo sviluppo dell'empatia durante l'infanzia
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

Prima di parlare delle fasi di sviluppo dell’empatia durante l’infanzia, precisiamo l’origine della parola. Il concetto di “empatia” deriva da ciò che la filosofia dell’illuminismo scozzese chiamava “simpatia”. David Hume, nel suo Trattato sulla natura umana, e Adam Smith la descrivono come un mezzo di comunicazione naturale.

Questa definizione verrà utilizzata come punto di partenza nelle neuroscienze, nella psicologia dello sviluppo e nella psicologia sociale. Lo studio dello sviluppo dell’empatia durante l’infanzia ha prodotto dati molto interessanti sugli aspetti evolutivi della nostra specie.

Emerge tra tutte l’ipotesi che la socializzazione non è, in origine, una conseguenza dell’empatia. Le teorie dell’evoluzione indicherebbero che il comportamento altruista sia nato prima dell’acquisizione di questa abilità.

Alcune specie animali che mancano di empatia fanno mostra di tale comportamento. È il caso degli insetti sociali come le api; morendo dopo aver punto ciò che le minaccia, si sacrificano per proteggere l’alveare. Il legame tra empatia e altruismo, quindi, non è semplice.

Quattro mani sorreggono un cuore

Il punto di vista della psicologia dello sviluppo

L’indagine di Lipps (1903) si concentrava sulla differenza tra i termini “simpatia” ed “empatia”. Ricercatori nel campo della psicologia dello sviluppo definirono il concetto di empatia come un costrutto a più dimensioni che tiene conto della componente cognitiva. Questo include il riconoscimento e la comprensione delle emozioni altrui, fatto che consiste nel condividere uno stato affettivo o una risposta indiretta.

Modelli cognitivi

Dagli anni 90 si è cominciato a studiare l’empatia dal punto di vista dell’intelligenza emotiva. Emerge, tra tutti, il modello di Mayer e Salovey del 1997. Si considera come empatia quell’insieme che comprende la percezione e la comprensione delle emozioni altrui.

Un altro modello interessante è quello dell’intelligenza socio-emotiva di Bar-On (1997, 2000). In esso si considera l’empatia come ingrediente di un fattore denominato “abilità interpersonale”. Viene definita, inoltre, come capacità di essere coscienti e di capire le emozioni, i sentimenti e le idee degli altri.

Questi due modelli non sono, tuttavia, così integrativi come quelli proposti dalla psicologia dello sviluppo. In essi non trova posto la componente emotiva, dando invece più risalto alla componente cognitiva.

Batson e i suoi collaboratori hanno proposto di operare una distinzione tra “presa di prospettiva” ed “empatia”. La prima sembra essere la chiave che precede reazioni specificamente empatiche (Batson et al., 1992).

Il modello di Hoffman sullo sviluppo dell’empatia durante l’infanzia

Hoffman è stato il principale teorico nel campo dello sviluppo dell’empatia infantile. Lo psicologo americano racchiude in questo concetto due dimensioni: la capacità di riconoscere gli stati mentali altrui e la risposta affettiva indiretta.

Il modello di Hoffman si propone di spiegare come prende le mosse e si sviluppa l’empatia nei bambini. L’idea centrale è l’integrazione dell’affetto empatico con la cognizione e va al di là della pura elaborazione delle informazioni.

L’empatia presenta un meccanismo simile alle fasi dello sviluppo cognitivo sociale. Questo processo comincia con un sentimento di empatia generale in cui il bambino non possiede ancora una distinzione chiara tra Io e l’altro ed è confuso circa la fonte del sentimento.

A partire da qui, attraversa varie fasi, fino a raggiungere lo stadio più avanzato che compendia le conquiste delle fasi precedenti. A questo punto il bambino potrà entrare in empatia con gli altri; comprenderà che sono entità fisiche diverse dal proprio Io con stati interiori che appartengono all’individuo stesso.

Un grado maturo di empatia può portare il soggetto a essere più influenzabile dalle condizioni vitali dell’altro piuttosto che dal contesto immediato. Secondo Hoffman, deve esistere un parallelismo dei sentimenti e degli affetti con i pensieri, i principi morali e le tendenze comportamentali. 

Fasi dello sviluppo dell’empatia durante l’infanzia

Lo sviluppo dell’empatia nei bambini, secondo Hoffman, si compone di quattro tappe.

Prima fase (empatia generale)

Occupa il primo anno di vita del bambino; in questa fase non percepisce ancora gli altri come separati da sé. Il dolore percepito nell’altro si confonde con i propri sentimenti negativi, come se l’evento stesse accadendo a lui. Per esempio, può capitare di vedere un bambino che si asciuga gli occhi vedendo la madre piangere.

Una bambina di 11 mesi vedendo cadere un’altra bambina si mette a piangere; resta a guardare ancora un po’ l’infortunata, poi si mette il pollice in bocca e nasconde il viso nel grembo materno. È la tipica reazione di un bambino che si fa male.

Seconda tappa (empatia egocentrica)

Corrisponde al secondo anno di vita. Il bambino è cosciente del fatto che è l’altra persona a vivere una situazione sgradevole. Allo stesso tempo, però, intuisce che lo stato mentale che sta sperimentando l’altro non corrisponde al proprio.

Un bambino di 13 mesi vede un adulto triste e gli offre il suo giocattolo preferito. Oppure vorrebbe consolare un altro bambino che piange e corre a cercare la madre, anche se è già presente la madre del bambino.

Sviluppo dell'empatia, padre e figlio si guardano negli occhi

Terza tappa dello sviluppo dell’empatia durante l’infanzia: empatia verso i sentimenti altrui

Va dal secondo al terzo anno di età. Il bambino ha coscienza del fatto che i sentimenti da lui sperimentati sono diversi da quelli degli altri; è capace di rispondere a essi in modo non egocentrico.

In questa fase è già in grado di capire che le necessità e le intenzioni di un’altra persona possono divergere dalle sue. Pertanto possono divergere anche le emozioni. Diventa già capace di consolare.

Quarta tappa dell’empatia (empatia verso le condizioni di vita dell’altro)

Comprende il periodo finale dell’infanzia. I sentimenti altrui sono percepiti non solo come reazioni momentanee, ma anche espressione dell’esperienza di vita in generale. Questo significa che il bambino risponde in maniera diversa agli stati di dolore transitori o cronici perché tiene in considerazione le condizioni complessive dell’altra persona.

Il bambino sviluppa la capacità di essere empatico nei confronti delle condizioni di vita altrui, la cultura, la classe o il gruppo di appartenenza. Questa combinazione è la forma di empatia più sviluppata e si raffina con lo sviluppo cognitivo del bambino.


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  • Barnet, M.A. (1992). Empatía y respuestas afines en los niños. En Eisenberg, N. & Strayer, J. (Eds.), La empatía y su desarrollo (pp. 163-180). Bilbao: Desclée de Brouwer.
  • Eisenberg, N. & Strayer, J. (Eds.). (1987). Empathy and its development. Cambridge, UK: Cambridge University Press.
  • Mayer, J. D. & Salovey, P. (1997). What is Emotional Intelligence? En Salovey, P. & Sluyter, D. (Eds.), Emotional development and emotional intelligence: Educational implications (pp. 3-31). Nueva York: Basic Books.

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