L'ozio è un diritto e un dovere

Solo ed esclusivamente nell'ozio possono emergere quelle sfaccettature di noi che non sono soggette all'imperativo della produzione. Il riposo è un diritto e un dovere perché in esso si esprime l'essenza della nostra libertà.
L'ozio è un diritto e un dovere
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 20 febbraio, 2023

Per molto tempo, l’ozio è stato visto come qualcosa di negativo. “È il padre di tutti i vizi” si diceva. Questa idea che il dolce far niente fosse da ripudiare si è diffusa a causa degli interessi che prevalevano nell’era industriale. Bisognava produrre al massimo, motivo per cui prese piede la convinzione per cui l’unica cosa degna di lode nella vita era il lavoro. Eppure, l’ozio è un diritto!

Produrre sempre di più, accumulando eccessi, portò a un’attività industriale senza controllo. Parte delle conseguenze di tutto ciò sono state la significativa distruzione dell’ecosistema e il peggioramento della qualità della vita dei lavoratori.

Vivere solo per lavorare porta alla malattia fisica e mentale. Alla luce di ciò, negli ultimi tempi si sta cominciando a rivendicare l’ozio, non solo come diritto, ma anche come dovere.

“I momenti di ozio sono il miglior guadagno”.

-Socrate-

Al giorno d’oggi, grazie alla scienza, sappiamo che riposare è fondamentale tanto quanto lavorare. Il cervello e tutto l’organismo hanno bisogno di momenti di calma per lavorare correttamente. Chi dedica al riposo lo stesso tempo che dedica al lavoro è più produttivo, creativo e in salute. Malgrado ciò, non siamo educati all’ozio come lo siamo al lavoro.

Uomo riposa al mare.

L’ozio è un diritto

Sappiamo bene che in passato il diritto al riposo era riconosciuto solo per un tempo molto breve. Non esisteva una giornata lavorativa legale, e nemmeno un salario minimo legale. I datori di lavoro potevano assumere i lavoratori per giornate di 14 ore o più. E in cambio li pagavano solo quello che potevano.

In passato vi erano molti diseredati, quindi i lavoratori accettavano tali condizioni del tutto ingiuste. In seguito a ciò, in diverse parti del mondo cominciarono a nascere i sindacati e le corporazioni. I lavoratori di tutto il mondo lottarono duramente per ottenere diritti fondamentali e universali. Fu così che si arrivò al famoso schema dei tre otto: 8 ore di lavoro, 8 ore di riposo e 8 ore di vita da dedicare alla famiglia.

In molti paesi del mondo ancora vige questo schema, anche se in molti altri luoghi continuano a esistere condizioni di semi-schiavitù. Adesso è importante ricordare che quello al riposo è un diritto che è stato conquistato con ardue lotte costate molte vite. Quando si rinuncia volontariamente a un diritto, si contribuisce a calpestarlo, di conseguenza alla fine lo si perde.

L’ozio è un dovere

Trovare uno spazio per l’ozio nella nostra vita è un atto di amor proprio. Fa parte delle cure personali che ciascuno di noi deve dedicare a sé. Riposare è una responsabilità che abbiamo nei nostri riguardi se vogliamo proteggere la nostra salute e il nostro benessere.

Sembra di scoprire l’acqua calda, come si suol dire, ma al giorno d’oggi ce ne siamo dimenticati. Abbiamo interiorizzato così fortemente i nostri obblighi, che molte persone non sopportano l’idea di avere del tempo libero, in cui non debbano rendere conto a nessuno.

Bertrand Russell, il famoso pensatore inglese, parlò spesso dell’ozio. In uno dei suoi scritti fa un esempio interessante. Presenta uno scenario in cui un gruppo di fabbriche producono tutti gli spilli di cui ha bisogno un paese, impiegando 100 lavoratori per 8 ore al giorno. A un certo punto nasce una tecnologia che crea quello stesso prodotto, ma nella metà del tempo. Cosa dovrebbe succedere allora e cosa succede in realtà?

Russell dice che in quell’ipotetico caso molti lavoratori vengono licenziati perché serve meno mano d’opera, ma anche a causa dello sciopero di alcune ditte. Quello che sarebbe dovuto accadere, invece, è che i lavoratori e le fabbriche decidessero di lavorare solo per la metà del tempo. In questo modo avrebbero finito per guadagnare tutti, perché avrebbero continuato a vendere ugualmente e allo stesso prezzo.

Persona con piedi incrociati.

Proteggere i momenti di ozio

L’attuale società dei consumi ha cambiato le priorità di molte persone. Non si lavora solo per soddisfare in modo adeguato i bisogni primari, ma molte persone vogliono avere del denaro in più da poter spendere. Per comprare anche quello che non è strettamente necessario. Comprare continuamente qualcosa di nuovo. Comprare e pagare in maniera costante.

È per questo che molti accettano di buon grado di lavorare oltre ogni limite. Hanno bisogno di più denaro perché il mercato è insaziabile. Ci sarà sempre un’offerta più allettante. Chi ha molti vestiti ne vuole altri. Chi ha una casa ne vuole una più grande. Chi ha la macchina vuole l’aereo.

Il consumo, a sua volta, rende lo stile di vita più serrato. Si lavora per consumare e si consuma per lavorare. Il tempo libero diventa il tempo per le spese, o per il consumo. Molto spesso per molti pensare al tempo libero non ha molto senso. Li rende inquieti. Ciò non è sano.

È importante dare un grande valore ai nostri momenti di ozio, perché è proprio in quei momenti che entriamo in contatto con la parte più autentica di noi stessi e della vita.


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  • Pieper, J. (1998). El ocio y la vida intelectual. Ediciones Rialp.


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