Max Wertheimer: vita del fondatore della Gestalt

La psicologia della Gestalt spiega come l'essere umano percepisce e reagisce al mondo esterno. Ne è il padre il brillante psicologo Max Wertheimer.
Max Wertheimer: vita del fondatore della Gestalt
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Scritto Sonia Budner

Ultimo aggiornamento: 13 febbraio, 2023

Max Wertheimer è stato il primo psicologo a studiare l’organizzazione percettiva. Il suo approccio volto allo studio del modo in cui percepiamo il mondo consisteva nel guardare gli eventi nel loro insieme. Suggeriva, quindi, che “il tutto” è più delle sue parti.

Il suo lavoro ha gettato le basi per la teoria psicologica. Oltre a partecipare alla fondazione della scuola della Gestalt, ha apportato validi contribuiti alla psicologia sperimentale e allo studio della percezione. Ha descritto il fenomeno Phi, concetto alla base della psicologia della Gestalt. Le sue scoperte sono state raccolte nel saggio Il pensiero produttivo.

Giovinezza di Max Wertheimer

Max Wertheimer nacque il 15 aprile 1880 a Praga. Il padre era insegnante e direttore di una scuola locale. Gli interessi del giovane oscillavano inizialmente tra la musica e la filosofia.

Sebbene si iscrisse inizialmente all’università di giurisprudenza, infine preferì la filosofia e la psicologia, laureandosi a pieni voti all’Università di Wurzburg. Durante il dottorato si dedicò alla valutazione dell’attendibilità dei testimoni attraverso particolari rivelatori di bugie.

Profilo con naso da pinocchio per rappresentare le bugie.

Carriera accademica

Wertheimer era un acuto osservatore. Notare particolari che sfuggono ai più era uno dei suoi talenti. Un giorno osservò che le luci intermittenti in una stazione ferroviaria creavano un’illusione di movimento. Questo accese il suo interesse per lo studio della percezione.

Chiamò questo tipo di percezione “fenomeno Phi”, il principio su cui si basano le immagini in movimento. Gettò, in questo modo, le basi della psicologia della Gestalt rivoluzionando il mondo della psicologia.  Il suo interesse al campo della percezione era destinato ad approfondirsi negli anni.

Entrò  in seguito al dipartimento di Psicologia dell’Università di Francoforte e fu lì che conobbe due dei suoi assistenti: Wolfgang Kohler e Kurt Kofka. Lo stesso interesse per i fenomeni della percezione e una visione condivisa, li portò a collaborare per tutta la vita, finendo per fondare la scuola di pensiero Gestalt.

Sposato e padre di famiglia, dopo aver ascoltato gli accesi comizi elettorali di Hitler e aver assistito alla nascita del movimento nazista, decise di lasciare la Germania. Tornò a vivere, per un breve periodo, con la famiglia di origine in Cecoslovacchia per poi emigrare negli Stati Uniti nel 1933.

Lontano dall’Europa

Una volta a New York cominciò a insegnare presso la New School for Social Reserarch . I corsi di Wertheimer comprendevano materie come logica, psicologia sociale, psicologia dell’educazione e psicologia della musica. A quest’ultima diede un grande contributo. Le lezioni erano improntate alla massima partecipazione e i suoi studenti erano costantemente stimolati alla discussione. Tenne, allo stesso tempo, numerose conferenze presso le università di Princeton e Columbia.

Max Wertheimer non sempre rese pubblici le sue teorie o i suoi esperimenti, ma molti di essi sono il pilastro su cui poggiano le ricerche importanti di altri prestigiosi psicologi come Solomon Asch, George Katona o Abraham Maslow.

Nel 1937 conobbe lo stesso Maslow, con cui entrò in uno stretto rapporto  professionale e personale. Le idee e la personalità di Wertheimer furono di grande ispirazione per Maslow e per la sua gerarchia dei bisogni.

L’incessante lavoro di Wertheimer presso la New School for Social Reserarch, permise alla psicologia della Gestalt di diventare una delle principali scuole psicologiche nella prima metà del XX secolo.

Wertheimer morì nel 1943 per embolia coronarica. Al suo funerale erano presenti figure del mondo scientifico di spicco, come Albert Einstein.

Mare e illusione ottica.

I contributi di Max Wertheimer alla psicologia

Le opere di Wertheimer hanno esercitato un’influenza enorme sullo sviluppo della psicologia. Solomon Asch affermò che:

Il pensiero di Max Wertheimer è penetrato in quasi ogni campo della ricerca psicologica e ha lasciato un’impronta indelebile nella mente e nel lavoro quotidiano degli psicologi. Gli effetti sulla ricerca degli ultimi tre decenni sono di vasta portata  ed è probabile che si espandano in futuro.

A differenza dello strutturalismo, che si concentrava sull’atomismo e scomponeva i processi mentali nelle loro parti più piccole, l’interesse della Gestalt era focalizzato sull’approccio olistico. 

Dalla scuola della Gestalt sono nate le leggi dell’organizzazione percettiva che spiegano come gli oggetti più piccoli si raggruppino a formarne di più grandi. Il suo lavoro è stato certamente determinante nello sviluppo iniziale della psicologia. Ha influenzato molti altri grandi psicologi e campi di ricerca come la linguistica e l’educazione.


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