Narcisismo digitale: la ricerca incessante del sé

Alcune persone sono dipendenti dai "Mi piace" e dai commenti nelle loro pubblicazioni e finiscono per creare un personaggio immaginario che non corrisponde alla realtà. Parliamo di narcisismo digitale.
Narcisismo digitale: la ricerca incessante del sé
Gema Sánchez Cuevas

Scritto e verificato la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 25 gennaio, 2023

Questa è l’era digitale: una rete di spettacoli sociali in cui il sé è il protagonista principale. L’era digitale porta con sé il narcisismo digitale.

I social network sono come dei palcoscenici, spazi in cui le persone cercano di mostrare il proprio lato migliore, o almeno quello che interessa far vedere agli altri in certi momenti.

A volte appaiono divertenti, altre serie e riflessive, forse amanti dell’arte e dei piccoli dettagli o semplicemente così audaci da condividere certe sfumature della propria intimità.

Egocentrismo e narcisismo digitale

Viviamo in un’epoca in cui l’egocentrismo si sta affermando con grande forza, soprattutto nei media digitali. Ne sono prova le migliaia e migliaia di selfie, pubblicazioni di viaggi, pranzi o acquisti di ogni genere che condividiamo in cambio di Mi piace, follower e commenti.

È la magia dell’interazione: quella breve euforia che procura un certo benessere, anche se solo per una manciata di secondi. Se Narciso, il protagonista del noto mito greco, fosse vivo, avrebbe i social network inondati di selfie per mostrare la sua bellezza e perfezione.

Le tecnologie dell’informazione ci influenzano a livello sociale e individuale e una delle loro conseguenze è il diffondersi del narcisismo digitale. Andiamo più a fondo.

“Chi vive solo per se stesso è morto per gli altri”.

-Publio Sirio-

Social network: pieni di maschere, non di volti

A tutti noi, chi più chi meno, piace ricevere complimenti. Di solito ci viene detto quanto siamo belli, quanto ci sta bene ciò che indossiamo o semplicemente riceviamo un commento positivo su qualcosa che abbiamo fatto.

La verità è che non succede nulla, è qualcosa di normale, infatti può aiutarci a stare meglio o migliorare certi aspetti di noi stessi. Il problema si presenta quando diventiamo dipendenti da questo tipo di comportamento, cioè quando le nostre azioni sui social network sono finalizzate ad ottenere questi feedback e commenti positivi. E si finisce per diventarne schiavi.

Pubblichiamo, pubblichiamo e pubblichiamo…. Qualsiasi cosa, sempre, anche i momenti più intimi, tutto per far parte della società dello spettacolo, quello in cui molti mantengono la convinzione inconscia di esistere solo se possono essere visti e riconosciuti.

In effetti, la pratica di esprimere l’intimo verso l’esterno è nota come extimacy. Un concetto utilizzato dal medico psichiatra e psicanalista Lacan per riferirsi a ciò che spinge ogni persona a mostrare agli altri una parte della propria vita intima, sia fisica che mentale.

Capita anche che, con il passare del tempo, la spontaneità finisca per essere messa da parte e che tutto sia programmato per ricevere i prossimi applausi. Una spontaneità di cui abbiamo tanto bisogno, che nel breve periodo ci regala intense soddisfazioni anche se temporanee e che ci tiene attaccati al pulsante di aggiornamento per essere consapevoli di quanti Mi piace accumuliamo.

Cosa succede alla fine? Il più delle volte la naturalezza muore nell’universo digitale a causa di un narcisismo esacerbato, quello in cui prevalgono la ricerca dell’attenzione, l’importanza dell’aspetto fisico, la mancanza di empatia e una scarsa accettazione delle critiche.

“Non cercare di farti vedere! Il saggio che ha conosciuto la sua essenza superiore non si abbandona al narcisismo né si esalta”.

-Tao Te Ching-

L’invisibilità dell’altro: il narcisismo digitale

Quali sono le conseguenze del narcisismo digitale? Oltre a un egocentrismo estremo che rasenta la visione patologica e idealizzata di sé, sono caratteristici anche un’autostima instabile, un grande senso di insicurezza e la scomparsa dell’altro.

Dietro quel personaggio costruito e mostrato attraverso le pubblicazioni, si nasconde una persona che teme di non essere ammirata, di non essere lusingata, perché ha paura della solitudine e di sentirsi invisibile.

E in quella paura di scomparire inconsapevole, quelli che diventano invisibili in realtà sono gli altri, perché alla fine il rapporto con loro diventa strumentale.

Perché nonostante la loro immediata disponibilità nel mondo online, il contatto con l’altro è superficiale; ha un solo obiettivo: accrescere il proprio ego. Quindi non esiste un legame autentico, semplicemente si tende ad intraprendere delle azioni per combattere quelle paure in cambio di un falso senso di appartenenza, anche se la maggior parte delle volte si è soli.

Ciò che caratterizza dunque il narcisismo digitale sono l’apparenza e le manie di grandezza, cioè la costruzione esteriore, anziché lo sguardo interiore; motivo per cui finisce per alimentare una tremenda sensazione di vuoto esistenziale.

Tuttavia, in preda all’autoinganno, il narcisista digitale non si rende conto e vive pensando il contrario, cioè di essere maturo, flessibile, responsabile e crede di avere un’autostima stabile.

“Non pensi che sia strano quando qualcuno ha delle foto di se stesso dappertutto? È come se stesse cercando di dimostrare che esiste”.

-Candace Bushnell-

Disconnettersi per connettersi

Liberarsi del narcisismo digitale non è facile. Ci vuole del tempo per riflettere e accettare di far parte di quello scenario mascherato in cui ottenere Mi piace e commenti è diventato una necessità.

Il primo passo è riconoscere lo scopo delle proprie pubblicazioni: cosa ci si aspetta e cosa ci offrono davvero. E non solo, bisogna anche accettare che l’immagine che proiettiamo non è reale al 100%, cioè che nella nostra vita ci sono molti più eventi di quelli che proiettiamo all’estero e che anche alcuni di essi sono totalmente falsificati, sono stati creati solo per essere mostrati, e non perché esistono realmente.

Questo nella maggior parte delle situazioni tende a portare a delusione e frustrazione. Lo scontro tra aspettative e realtà solitamente è piuttosto duro. Così come la consapevolezza che i momenti di vero godimento, di esistenza reale, sono stati rubati da un personaggio e da una vita di fantasia.

Pertanto, vale la pena di imparare a disconnettersi dall’universo digitale per connettersi con la vita reale. Assecondare la possibilità di legami sicuri in cui l’altro smetta di essere uno strumento per ottenere piacere e soddisfazione immediati ci aiuta a rafforzare l’autostima. Perché parte dall’accettazione di sé e dalla fiducia in se stessi.

Ciò non significa che non bisogna utilizzare i social network o che ciò che facciamo non può essere pubblicato. Ma bisogna usarli in modo responsabile, per evitare di diventare schiavi dell’apparenza e dell’universo digitale. Perché non c’è niente di meglio che essere se stessi.


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  • Miller, Jacques-Alain. “Extimidad”. Ed. Paidós; BsAs, 1a. ed. 2010.
  • Rosenfeld H. On the psychopathology of narcissism: A clinical approach. Int J Psychoanal. 1964;45:332-7.

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