Nessuno nasce odiando il proprio corpo, ce lo insegnano

Nessun bambino arriva al mondo disprezzando l'immagine del proprio corpo. Cosa succede poi, tanto che a un certo punto della vita, il bambino si sente a disagio con la sua immagine riflessa dallo specchio ogni giorno? Lo vediamo qui di seguito.
Nessuno nasce odiando il proprio corpo, ce lo insegnano
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 19 marzo, 2023

Cosa provate guardandovi allo specchio? Vi piace ciò che vedete? Lo accettate o vorreste poter cambiare quel corpo come chi si toglie un vestito e se ne mette uno più bello e attraente? Molte persone mantengono un complesso rapporto di amore-odio con la loro immagine fisica per tutta la vita. Ci piacerebbe accettarci e amarci di più, ma questo non sempre accade, anche se nessuno nasce odiando il proprio corpo.

Dicono che i corpi raccontano storie, storie sui nostri cambiamenti ed esperienze che trafiggono la pelle. Tuttavia, non è sempre facile rispettare quell’immagine catturata dalla fotocamera frontale del cellulare. Spesso lo camuffiamo con filtri per uniformarci al canone di bellezza dettato dalla nostra società. Sfumando così la nostra individualità e quelle esperienze scritte in ogni sfumatura della nostra figura.

Viviamo in una società che ci vuole uguali, che infonde persistente vergogna a chi, vedendosi riflesso, si percepisce diverso e anche difettoso. La cosa spaventosa è che questa sensazione appare presto nell’essere umano. Tanto che, secondo una storia recentemente pubblicata su The Guardian, 3 bambini sotto i 12 anni su 4 si vergognano già del proprio fisico.

Cosa sta succedendo? Perché stabiliamo un rapporto così distruttivo con il nostro corpo già dall’infanzia?

Viviamo oggi in cui fenomeni come il body shaming (svergognare qualcuno per il proprio aspetto fisico) sono diventati una forma di molestia quotidiana, soprattutto nei media digitali.

Ragazza stanca che pensa che nessuno sia nato odiando il proprio corpo
Bambini e adolescenti mostrano un rapporto sempre più complicato con il proprio corpo. Questo spiega l’aumento dei disturbi alimentari.

Nessuno nasce odiando il proprio corpo, chi ci infonde quel disprezzo?

A volte trattiamo il nostro corpo nello stesso modo in cui trattiamo la nostra mente: con giudizi negativi e pensieri disfunzionali. Sembra che tra tutte le relazioni che gli esseri umani stabiliscono nella nostra vita, la più complessa sia quella che stabiliamo con la nostra immagine fisica. In effetti, è molto comune avere alti e bassi, momenti di accettazione e momenti di teso disagio.

Ci sono giorni in cui odiamo i nostri capelli, la forma del nostro naso, la cellulite sui fianchi, l’essere troppo alti, troppo bassi, portare qualche chilo in più o avere una carnagione magra. L’apparenza è la nostra lettera di presentazione e sembra che, a un certo punto della nostra vita, non ci sentiamo degni di mostrarci al mondo così come siamo.

Nessuno nasce odiando il proprio corpo, è la nostra educazione e cultura che costruisce quel rifiuto di sé. Ad esempio, un statistica condotta nel Regno Unito del 2016 ha rivelato che il 47% delle ragazze di età compresa tra 11 e 21 anni si sentiva a disagio con il proprio aspetto e che questo limitava molte situazioni sociali. Questa percezione, questa convinzione, ha un grave impatto sulla salute mentale.

Tanto che una ricerca della Deakin University in Australia evidenzia come l’immagine corporea distorta compaia già nei bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni e questo si traduca spesso in disturbi alimentari molto precoci. Cosa stiamo facendo di sbagliato? Perché sviluppiamo questo rifiuto nei confronti della nostra immagine?

Le parole che riceviamo descrivendo o giudicando il nostro corpo non sono mai innocue; infatti, possono modellare la percezione che abbiamo di noi stessi fin dalla tenera età.

Educazione e narrazioni familiari

«Emma è grassoccia e corpulenta come la zia e la nonna», «Pablo è come tuo fratello, piccolo e magro come una canna»… Quasi da quando siamo venuti al mondo siamo circondati da persone che descrivono il nostro aspetto fisico. È importante ricordare che ogni parola contiene un giudizio di valore e che è attraverso quelle prime frasi che costruiamo il nostro concetto di sé.

La famiglia non solo educa, ma con i suoi commenti ci plasma attraverso narrazioni che interiorizziamo per costruire l’immagine che abbiamo di noi stessi. Uno che non è sempre vantaggioso.

Società e ideali di bellezza

Gli ideali di bellezza maschile e femminile sono cambiati negli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 (Agarwal & Banerjee, 2018). Improvvisamente, la magrezza fu esaltata. Sono finite le curve nelle donne per esaltare figure quasi impossibili. Qualcosa di simile è accaduto con gli uomini; da quel momento l’attrazione risiedette in quei giovanotti alti e muscolosi.

Questi modelli stereotipati sono stati integrati nel mondo del cinema, della moda e della pubblicità, convincendoci fin dall’infanzia che la bellezza risiede in queste forme. Questa omogeneità corporea ci porta a guardarci allo specchio ad un certo punto dell’infanzia, scoprendo che ci sono delle aree difettose in noi.

Il confronto sociale è un impulso naturale dell’essere umano. Ci confrontiamo per valutare cosa ci rende diversi e simili agli altri e se c’è qualcosa che ci preoccupa è vedere le distanze tra noi stessi e gli altri. La somiglianza favorisce l’integrazione sociale e questo è ciò che abbiamo desiderato da quando possiamo ricordare…

Social network e cultura digitale

Nessuno nasce odiando il proprio corpo, impariamo a trattarlo male, a distaccarci da esso perché ci fanno credere che in noi ci siano delle zone spiacevoli. E una parte della popolazione che ha il peggior rapporto con la propria immagine fisica è quella degli adolescenti. I social network sono quell’universo in cui i giovani sviluppano la loro identità e la loro percezione del mondo.

Ogni volta che appariranno su quel piano per intrattenersi, socializzare o cercare informazioni, si ritroveranno con una visione altamente distorta della realtà. Gli ideali della bellezza del corpo sono del tutto irrealistici, ma ciò non impedisce a ragazzi e ragazze di fare ogni tipo di sforzo per raggiungere questi standard estetici.

Come se non bastasse, chi non li raggiunge diventa un paria sociale e viene attaccato duramente ( body shaming ). Allo stesso modo, la frustrazione di non avere quell’aspetto apparentemente ideale può portare ad autolesionismo e disturbi alimentari (DCA).

Donna a disagio con il proprio corpo pensando che nessuno nasca odiando il proprio corpo
Non è necessario che amiamo il nostro corpo, basta rispettarlo, accettarlo così com’è.

Nessuno nasce odiando il proprio corpo, ma come rispettarlo a partire da oggi?

Sappiamo che nessuno nasce odiando il proprio corpo, che la società, l’educazione e la cultura ci fanno credere di essere imperfetti. Abbiamo anche chiaro che odiare quell’immagine che il nostro specchio riflette significa odiare noi stessi come persone, invalidare noi stessi, pensare che non meritiamo certe cose. È come vivere in una casa scomoda e sgradevole.

Ma il vostro corpo è la vostra casa e dovete prendertene cura e rispettarlo per sentirvi mentalmente forti. La società è già abbastanza inospitale, giudicante e crudele da abbandonarci e convalidare i messaggi dannosi che ci invia. Dobbiamo allearci con noi stessi per andare avanti in sicurezza, sentendoci degni di ogni sogno e obiettivo di vita.

Vediamo come avviare il processo di accettazione.

Per amare il vostro corpo, iniziate rispettandolo

Tutti abbiamo difetti, sfumature che non ci piacciono nel nostro corpo, ma non dovremmo rifiutarci per questo. Va bene se non ci piacciono quelle orecchie troppo sporgenti o quella cellulite sulle cosce. Perché non accettarli? Accettare che il corpo non sia perfetto riduce lo stress e l’autocritica.

Vi rendete conto di tutto quello che potete fare con il vostro corpo?

Fermatevi un attimo e riflettete su un dettaglio. Sapete quante cose potete fare con il vostro corpo? Potete camminare e arrivare dove volete. Il corpo vi permette di ballare, abbracciare, accarezzare, viaggiare, lavorare, sentire… La vita non sarebbe possibile senza quell’involucro fisico che vi permette di divertirvi e svolgere infiniti compiti.

Praticate la cura di voi stessi e regalatevi momenti di benessere

Può darsi che non vi divertiate da tempo, che non vi regaliate momenti di benessere proprio per via del vostro corpo. Fate un’escursione in solitudine, fate shopping, indossate un vestito che esalti la vostra bellezza, rilassatevi… Il vostro corpo non è lì solo per lasciarvi trasportare da esso, è lì perché vi godiate la vita.

Scegliete bene con chi relazionarvi e praticate il pensiero critico

Le persone intorno a noi dovrebbero darci modelli sani di immagine corporea. Evitate chi è ossessionato dal proprio fisico, chi vi giudica dal suo punto di vista e chi sposa ideali di bellezza distorti. È necessario sviluppare un pensiero critico, capace di comprendere che non tutto ciò che appare sui social corrisponde alla realtà.

Capiamo che l’universo digitale è mosso da algoritmi, non da principi etici e sani valori. Nessuno nasce odiando il proprio corpo, ma cresciamo vergognandocene e sentendoci insicuri riguardo al nostro aspetto fisico. C’è qualcosa che stiamo sbagliando come società e che dobbiamo correggere.


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