Neurobiologia della delusione: dolore che dura a lungo

La delusione influisce sul nostro cervello in modo doloroso a causa di neurotrasmettitori come il GABA, che subiscono una notevole alterazione. Solo ora la scienza è in grado di spiegarla, grazie alla neurobiologia della delusione.
Neurobiologia della delusione: dolore che dura a lungo
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

La neurobiologia della delusione ci dimostra ancora una volta che vi sono aspetti della nostra vita che il cervello vive in modo particolarmente doloroso. Per qualche particolare motivo a noi ignoto, tutte le esperienze in cui perdiamo delle opportunità o le situazioni in cui la nostra fiducia verso qualcuno viene meno sono causa di una sofferenza particolarmente lunga nel tempo.

William Shakespeare sosteneva che l’aspettativa fosse l’origine di ogni angoscia, e forse aveva ragione. Ma è anche vero che spesso l’essere umano ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa per acquisire stabilità, per non cadere di fronte a tutte le incertezze della vita. Diamo per scontato che familiari, partner o amici a noi molto cari non ci deluderanno.

Troppo alte sono anche le aspettative che poniamo su noi stessi, dando per scontato che non falliremo mai e che ciò che abbiamo oggi sarà nostro anche domani. Eppure, spesso il destino decide di cambiare rotta e far crollare il nostro castello di aspettative e certezze. Questa esperienza, definita semplicemente come una perdita di sicurezza, viene interpretata a livello cerebrale come un segnale di allarme per la nostra stessa sopravvivenza.

Ci siamo lasciati scappare un’opportunità a cui tenevamo, abbiamo perso il lavoro da un giorno all’altro o abbiamo sofferto una perdita affettiva. In tutti questi casi si prova un profondo dolore. Si tratta di veri e propri schiaffi a certezze che facevano parte di noi e della nostra vita. Ma cosa succede, in questi casi, a livello cerebrale?

«La nostra esperienza è fatta da illusioni piuttosto che da saggezza acquisita.»
-Joseph Roux-

Neurobiologia della delusione

La neurobiologia della delusione è nata grazie al recente interesse verso questa emozione da parte della neuroscienza. Durante gli ultimi anni, psicologi, psichiatri e neurologi si sono chiesti non solo perché questo stato emotivo viene sperimentato in maniera tanto intensa, ma anche fino a che punto le delusioni forgiano la nostra personalità.

Chi ne ha vissute tante diventa una persona disillusa. Le delusioni subite mettono un freno alle ambizioni e spesso rendono l’individuo molto più prudente in termini di aspettative. Un impatto così evidente deve necessariamente avere una spiegazione cerebrale. Scopriamo cosa dice la scienza al riguardo.

Donna triste per una delusione

I neurotrasmettitori e la delusione

I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche che trasmettono dei segnali ai neuroni. Grazie a questa neurochimica, vengono favorite le emozioni, i comportamenti, i pensieri ecc. Alcuni neurotrasmettitori interagiscono in un preciso modo con il nostro stato d’animo, come la dopamina e la serotonina.

In seguito a un interessante studio condotto dal Dottor Roberto Malinow del dipartimento di neurobiologia dell’Università di Medicina della California a San Diego, si è scoperta la presenza di due neurotrasmettitori in grado di regolare l’esperienza della delusione. Si tratta del glutammato e del GABA, che lavorano su una precisa parte del nostro cervello chiamata abenula.

L’abenula e il rilascio di GABA e glutammato

L’abenula è una delle strutture più antiche del nostro cervello e fa parte dei meccanismi emotivi che ci permettono di prendere le decisioni. Nonostante assuma spesso una funzione positiva alimentando la motivazione, questa zona cerebrale ha anche un lato oscuro.

Il suo funzionamento dipende essenzialmente da un corretto ed equilibrato rilascio di glutammato e GABA. Maggiore è l’apporto di questi due neurotrasmettitori nell’abenula, tanto maggiore sarà la sensazione di delusione. Al contrario, una scarsa produzione di GABA e glutammato riduce l’impatto della delusione sul nostro cervello.

Formula chimica del gaba

La depressione e il suo legame con la neurobiologia della delusione

Il Dottor Roberto Malinow aggiunge un altro aspetto importante all’interno della neurobiologia della delusione. È stato osservato che l’impatto di una delusione mantenuta nel tempo nella maggior parte dei casi sfocia in un disturbo depressivo. Ciò significa che quando il rilascio di GABA e glutammato è particolarmente intenso, esiste un rischio maggiore di soffrire di questo disturbo psicologico.

Allo stesso modo, si è osservato che l’eccitazione dell’abenula a causa dell’eccessiva produzione dei due neurotrasmettitori ci rende ossessivi nei confronti di certe idee, ricordi o situazioni dolorose che abbiamo vissuto. Voltare pagina ci risulta molto difficile ed è più probabile restare incagliati in uno stato di forte emotività e sofferenza.

La scoperta della relazione glutammato-GABA nella delusione e nella depressione apre la porta a nuovi trattamenti. Fino a poco tempo fa, infatti, si era convinti che bastasse l’uso di antidepressivi e una regolazione della serotonina per riequilibrare la proporzione glutammato-GABA. Al giorno d’oggi sono state scoperte diverse controindicazioni.

Di conseguenza, la sfida odierna è lo sviluppo di trattamenti che agiscano in modo specifico su determinati neurotrasmettitori piuttosto che su altri. Solo così potrebbero essere fornite risposte adeguate a tutti quei pazienti che, per via di diverse alterazioni neurochimiche, vivono determinate realtà in modo più intenso di altri. La neurobiologia della delusione è, al giorno d’oggi, un campo di grande interesse scientifico che ci aiuta, a poco a poco, a migliorare la nostra comprensione su alcuni aspetti della nostra vita.


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  • Shabel S, Proulx C, Piriz J y Malinow R. La liberación conjunta de GABA / glutamato controla la producción de habénula y se modifica mediante tratamiento antidepresivo. Science 345: 1494-8 (2014).

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