Non sentirsi all'altezza del partner

Non sentirsi all'altezza del partner è più frequente di quanto si pensi. Analizziamo le cause alla base di questa idea.
Non sentirsi all'altezza del partner
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

Molte persone vivono le proprie relazioni tormentati da una sensazione sgradevole ed estenuante: non sentirsi all’altezza del partner. Poche situazioni sono così dannose per il proprio benessere psicologico come covare un’idea del genere.

Chi si vede in difetto rispetto persona amata, di solito ha la stessa visione in ogni ambito della vita. Lavoro, amicizie, aspirazioni personali… C’è chi si muove come se fosse un brutto anatroccolo, senza un accenno di carisma, talento o virtù, diventano gli attori secondari della propria vita; spettatori senza protagonismo.

Non è salutare vivere condizionati da questa narrativa interiore. Idee che, in realtà, di solito hanno cause ben specifiche che vale la pena di analizzare e comprendere.

A volte molti messaggi che i nostri genitori ci hanno mandato durante l’infanzia tessono una costante percezione di inferiorità.

Ragazzo triste.
Quando non si sufficiente autostima, è comune non sentirsi all’altezza del partner.

Non sentirsi all’altezza del partner

Da bambini impariamo ad amare e anche a diffidare degli altri. Durante l’infanzia possiamo imparare a non sentirci superiori agli altri, ma neanche inferiori.

Percorrere il viaggio della vita nutrendo fiducia in se stessi e sentendosi utili è il miglior nutriente per essere contenti e godere di una sana autostima.

Tuttavia, molte persone sentono di non essere all’altezza del loro partner. “Sento di non essere abbastanza per lui/lei. La verità è che temo che a un certo punto mi lascerà”. Ciò provoca legami incerti e nocivi.

Quelli in cui si ha una costante paura dell’abbandono, la gelosia si acuisce, si alimentano i pensieri distorti e le mille e una insicurezze legate alla relazione.

Potremmo dire che l’origine di un simile scenario risiede nella bassa autostima. Tuttavia, come ben sappiamo, questo costrutto psicologico è in gran parte alimentato dalla nostra interazione con l’ambiente.

Anche le figure che erano (e sono) parte della nostra quotidianità possono condizionare la visione che abbiamo di noi stessi. Vediamo quali dimensioni motivano la sensazione di inferiorità rispetto alla persona amata.

Genitori narcisistici, bambini con un senso di inferiorità

Uno studio di ricecrca dell’Università di Amsterdam descrive i gravi effetti generati dal narcisismo paterno o materno sull’autostima dei bambini.

Questo modello educativo incoraggia i bambini a dover compiacere i genitori e soddisfare i loro bisogni, sottovalutando i propri. Tutto ciò ha conseguenze dannose nello sviluppo psicosociale della persona.

I genitori narcisistici non offrono sicurezza, affetto sano o convalida. Ciò significa crescere con significativi bisogni emotivi, la sensazione di essere inutili e costantemente in difetto rispetto agli altri.

Una lunga storia di delusioni e fallimenti in amore

Quando non sentirsi all’altezza del partner è una costante, bisogna esplorare la propria storia affettiva. È normale trascinarsi dietro un bagaglio emotivo pieno di disillusioni, storie finite male, delusioni e pezzi di un cuore che ha sofferto. Tutto questo può farci pensare che “ci sia qualcosa che non vada” in noi.

I fallimenti reiterati in materia affettiva possono influenzare anche l’immagine di sé, portando la persona a sentirsi in difetto. Un insieme di idee che danno forma a una visione chiaramente dannosa.

Non sentirsi all’altezza del partner: scarsa sicurezza e fiducia nella relazione

Quando il legame con la persona amata è segnato da dubbi e paure, c’è sempre un motivo e va individuato. Il problema potrebbe essere in noi (bassa autostima, traumi infantili, relazioni passate irrisolte, etc).

In altri casi, invece, il problema non dipende da noi, ma va ricercato in un partner che non si dedica alla relazione come dovrebbe:

  • Forse la relazione è unidirezionale, in cui solo il partner decide quale direzione deve prendere il rapporto.
  • Fa sentire insicuri, critica e giudica eccessivamente.

A volte pensiamo che il problema sia in noi credendo di non essere all’altezza del partner, ma la verità è ben diversa.

Non sentirsi all’altezza del partner e/o della sua famiglia

Il partner potrebbe essere molto attraente o avere un buon lavoro. È possibile che la sua famiglia, i sua amici e i posti che frequentano presentino precise caratteristiche che ci affascinano. Alla luce di ciò, ci si sente svantaggiati.

È una situazione comune. Molte persone si sentono in difetto rispetto alla bellezza, ai successi professionali o dalla famiglia idilliaca e pacifica del partner.

La base di questo disagio è la bassa autostima e la convinzione che i tratti positivi dell’altro siano uno svantaggio per sé. È chiaramente un approccio problematico.

Donna che guarda triste.
A volte, fattori come la disoccupazione possono farci sviluppare una visione negativa di noi stessi e di inferiorità rispetto al partner.

Cambiamenti vitali oppure a livello fisico

La disoccupazione può essere uno dei fattori che portano a non sentirsi all’altezza del partner. Soprattutto se è una condizione che dura da tempo.

Perdere il lavoro provoca spesso una significativa erosione dell’identità personale, al punto da sviluppare sentimenti e percezioni negative nei confronti di sé.

Ciò può spingersi fino a non considerarsi degni dell’affetto e dell’ammirazione della persona amata. D’altra parte, anche fattori come l’aumento di peso o qualsiasi altro cambiamento fisico possono avere un grande impatto. Si perde la fiducia in se stessi, al punto da dare per scontato che il partner abbia smesso o smetterà di desiderarci o amarci.

Trovare la radice del problema

Nessuno può trovare la felicità con il partner (o senza) in assenza di autostima, quando l’autocritica è costante e ci si sente inferiori in ogni aspetto della vita. È necessario risalire alla radice del problema di questa svalutazione di sé. A tale scopo, non esitate a chiedere un aiuto specializzato.

La terapia cognitivo comportamentale aiuta ad aumentare l’autostima poiché consente di adottare un approccio mentale più sano. D’altra parte, la terapia focalizzata sulla compassione è valida per infondere sicurezza, accettazione di sé e autoefficacia.


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