Orfani di femminicidio: come aiutarli?

Orfani di femminicidio: come aiutarli?
Laura Reguera

Scritto e verificato la psicologa Laura Reguera.

Ultimo aggiornamento: 04 gennaio, 2023

La perdita della figura materna rappresenta sempre una situazione complessa. È un evento molto difficile da superare da adulti, ma lo è ancora di più da bambini. Quando si è piccoli, si potrebbe non comprendere appieno cos’è successo, cosicché l’elaborazione del lutto risulta più complessa e lo è ancora di più per gli orfani di femminicidio.

Non solo la madre è morta, l’assassino è il padre.  La violenza di genere lascia dietro di sé una scia di molteplici vittime. Cosa possiamo fare per aiutare i figli delle donne uccise?

“Le lacrime non sono per le persone che abbiamo perso. Sono per noi. Perché possiamo ricordare, celebrare, sentire la mancanza e sentirci umani. ”

-C.J. Redwine-

Orfani di femminicidio

Gli orfani di femminicidio devono affrontare un doppio lutto: quello causato dalla morte della madre e quello causato dalla perdita del padre suicida, fuggito o arrestato. Questa complessa situazione può rendere cronico il lutto dei bambini.

Bambina in un prato

L’elaborazione di un lutto sano o patologico da parte dei bambini dipende da molti fattori. Tra questi l’età, lo sviluppo cognitivo ed emotivo, le informazioni che vengono date loro su quanto accaduto e chi comunica loro la morte della madre. Influisce anche la loro presenza o meno al momento dell’omicidio e il rapporto affettivo che avevano con entrambi i genitori.

Come reagiscono gli orfani di femminicidio alla morte della madre?

Gli orfani di femminicidio si ritrovano in un mondo confuso e insicuro, a cui devono adattarsi senza le figure di attaccamento che davano loro sicurezza e da cui dipendevano. È normale, dunque, che si sentano insicuri o che manifestino un mix di emozioni, come rabbia, tristezza e ansia.

“Se reprimi troppo il lutto, raddoppierai il dolore.”

-Molière-

Compare la paura di essere lasciati soli, privi di protezione e abbandonati. Per questo motivo, gli orfani di violenza di genere richiedono spesso dosi extra di attenzione e cura da parte dei loro nuovi tutori, sviluppando una profonda dipendenza nei loro confronti. I piccoli possono anche adottare comportamenti tipici di una fascia d’età inferiore alla loro.

Anche la negazione della realtà e l’incapacità di esprimere le emozioni vissute sono comuni negli orfani di femminicidio. Possono presentarsi anche idee ossessive riguardo all’accaduto, comportamenti di isolamento e negazione verso nuove relazioni e persino disturbi psicosomatici.

Bambino di spalle, orfano della violenza di genere

Cosa possiamo fare per aiutare gli orfani di femminicidio?

Questi bambini hanno bisogno di un aiuto esterno per elaborare correttamente il lutto. Devono capire, accettare e reintegrare quanto accaduto e per riuscirci devono esprimere le proprie sensazioni.

“Nessuno mi aveva mai detto che il dolore assomiglia tanto alla paura.”

-C.S. Lewis-

È fondamentale lavorare sull’adattamento del bambino alla nuova casa e al nuovo ambiente familiare, quello in cui sua madre non c’è più. In questo modo, lo aiuteremo a fare un altro passo essenziale: stabilire nuove relazioni sane che gli permettano di mitigare la tristezza per la perdita e il ricordo della madre.

Bisogna lavorare anche sulle emozioni provate dal minore nei confronti del padre, così da aiutarlo a canalizzare in modo corretto la sua rabbia e la sua confusione.

È consigliabile avvalersi dell’aiuto di uno psicologo specializzato per fornire agli orfani di violenza di genere il miglior aiuto possibile.

Immagini per gentile concessione di Aaron Burden, Nathan Bingle e Kelly Sikkema.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.