Origini del dissidio tra Freud e Jung
Jung ammirava molto il lavoro di Freud. Tuttavia, a un certo punto, le loro posizioni teoriche presero strade diverse, fino a quando Carl Jung non venne espulso dalla Società Psicoanalitica di Vienna. Nacque così il dissidio tra Freud e Jung, che fu di grande importanza per gli sviluppi teorici successivi. Soprattutto per i ricercatori psicoanalitici e gli storici intellettuali.
Se la figura di Sigmund Freud è importante per comprendere l’origine della psicoanalisi, la figura di Carl Gustav Jung non è da meno. Infatti, alla stessa stregua del suo “maestro”, lo psichiatra svizzero, nato nel 1875, è stato uno dei principali fondatori della psicoanalisi e ha contribuito alla nascita e allo sviluppo dell’orientamento psicoanalitico moderno.
Il dissidio tra Freud e Jung è un evento storico che ha plasmato la psicoanalisi come la conosciamo oggi. In questo contesto, le strategie retoriche messe in atto da Freud e dal movimento psicoanalitico per istituire, perpetuare e controllare la pratica psicoanalitica erano una questione centrale, così come l’espulsione dei dissidenti.
Come inizia il dissidio tra Freud e Jung?
L’ipotesi più solida sulla tolleranza di Freud per il chiaro e precoce dissenso di Jung mette in luce il ruolo strategico dello psichiatra svizzero nel consolidamento e diffusione del movimento psicoanalitico che stava muovendo i primi passi in quegli anni.
Infatti, come una sorta di premonizione, pare che l’importanza strategica di Jung e degli svizzeri per la sopravvivenza della psicoanalisi fosse già stata riconosciuta da Freud anni prima. Nel maggio 1908, Sigmund Freud confessava a Karl Abraham che era “solo grazie all’apparizione di Jung sulla scena che la psicoanalisi era riuscita a sfuggire al pericolo di diventare un affare nazionale ebraico”.
Si dice che il periodo più complesso del rapporto privato tra Freud e Jung sia stato intorno al 1912, quando Freud cercò per la prima volta di confutare le teorie di Jung, proprio come fece con quelle di Alfred Adler. Ciò segnò l’inizio del dissidio tra Freud e Jung. In disaccordo con le sue teorie, Freud definì il contributo di Jung come non necessario. Questa divergenza di opinioni tra Freud e Jung cambiò per sempre la storia della psicoanalisi.
La reazione di Freud alle teorie di Jung
Nella prima lettera in cui Jung espone le sue opinioni sulla natura simbolica del tabù dell’incesto, Freud risponde che considera tale innovazione regressiva ed eccessivamente adleriana. A sua volta, Jung dichiara indignato di aver tristemente verificato “quali intensi moti affettivi contrari alle mie proposte sorgono in te” (McGuire & Sauerländer, 2012).
In questa stessa risposta, datata 8 giugno 1912, Jung menziona le sue future conferenze negli Stati Uniti. Freud fa notare a Jung che le sue interpretazioni delle teorie sul tabù dell’incesto e sulla libido sono sbagliate.
Il 18 luglio Jung risponde contrariato, dicendo a Freud che il successo o il fallimento del suo giudizio negativo sull’innovazione in materia di libido e incesto si risolverà nel “successo o fallimento delle mie stesse opere”.
Freud interpreta quest’ultima lettera come una rinuncia formale alle loro relazioni fino ad allora amichevoli, aggiungendo “mi dispiace, non tanto per motivi personali, ma per il futuro della Verein e della causa della psicoanalisi”.
Quattro anni dopo, nel 1916, Jung pubblica la sua raccolta di studi sul simbolismo e sulla libido. Questo lavoro, com’era prevedibile, non venne accolto per niente bene da Freud e dai suoi compagni.
Le conferenze negli Stati Uniti
Un altro degli eventi che acuirono ancora di più la divergenza di opinioni tra Jung e Freud furono le conferenze negli Stati Uniti che si svolsero nel settembre 1912. Jung tenne una serie di conferenze alla Fordham University che saranno oggetto di aspre critiche da parte di Freud.
“Naturalmente, ho anche esposto i miei punti di vista, che divergono dalle opinioni finora sostenute. Mi riferisco soprattutto alla teoria della libido. La mia concezione della psicoanalisi ha conquistato molti seguaci che fino ad ora dubitavano del problema della sessualità nella nevrosi”.
-Freud, 11 novembre 1912-
Jung è ancora convinto che Freud accetterà progressivamente l’innovazione delle sue teorie, perché sono il frutto di uno sforzo intellettuale che merita un giudizio obiettivo.
Per Jung, la psicologia di Freud non è un dogma. Come avrebbe ricordato nelle sue conferenze del 1912 in Nord America, le teorie dello psicologo svizzero non volevano generare una divisione nel movimento psicoanalitico, poiché “tali terremoti possono esistere solo in materia di fede. Mentre la psicoanalisi è destinata alla conoscenza e le sue teorie sono in continua evoluzione”.
Così, sia Freud che i suoi seguaci iniziano a screditare la figura di Jung. Lo considerano un “mistico incomprensibile, un occultista e un teo-psicologo”.
Di fronte alla denigrazione del proprio lavoro, Jung dichiara:
“Gran parte degli psicoanalisti abusano della psicoanalisi per denigrare gli altri e i loro progressi attraverso allusioni ai complessi familiari”.
-Jung, dicembre 1912-
La proposta politica di Freud a Jung
Freud offre a Jung un posto come collaboratore nella nuova rivista che intende creare. Il 3 dicembre 1912, Jung risponde a questa offerta sottolineando la fissazione di Freud per la nevrosi. Di fronte ad un gesto simile, Freud gli dice di “prendersi cura della propria nevrosi più gelosamente di quella del vicino”.
Il malcontento di Jung provocato dall’atteggiamento freudiano nei confronti delle sue teorie innovatrici e quelle degli altri psicoanalisti è condensato in una frase che gli rivolge in una lettera il 18 dicembre 1912:
“Quando ti sarai completamente liberato dai complessi e non giocherai più a fare il padre con i figli degli altri, di cui indichi costantemente le debolezze, e presterai più attenzione a te stesso, allora accetterò di estirpare la mia peccaminosa mancanza di coerenza verso me stesso davanti a te una volta per tutte”.
-Jung, 18 dicembre 1912-
La fine della relazione
A partire da questo momento, la corrispondenza tra i due si fa sempre più rada. Il dissidio tra i due psicologi diventa più evidente che mai, ad esempio in occasione del IV Congresso Internazionale di Psicoanalisi di Monaco nel 1913 a cui convergono entrambi.
La storiografia psicoanalitica, che ha le sue fondamenta negli studi di Freud, ha sempre considerato come inappropriato e irregolare il comportamento di Jung a questa conferenza. Tuttavia, altre fonti descrivono il congresso con una diversa interpretazione.
Tra l’ottobre 1913 e l’aprile 1914, vennero alla luce ulteriori e virulente critiche psicoanalitiche al lavoro di Jung, che portarono alle sue dimissioni da presidente dell’IPA (Associazione Internazionale di Psicologia).
I rapporti tra Freud e Jung, così come tra i due e il movimento psicoanalitico, erano diventati molto problematici. Un rapporto personale e professionale nato come rapporto formale, si è evoluto poi in un atteggiamento paternalistico da parte di Freud. Verso la fine, l’allontanamento di Jung diventa sempre più evidente.
La delusione di Freud per l’allontanamento di Jung si tinge di toni intensi, che possiamo chiaramente percepire tra le righe della loro fitta corrispondenza; sono queste lettere a testimoniare il dissidio tra Freud e Jung. Nonostante ciò, il rapporto tra i due noti psichiatri ha offerto un enorme contributo alla storia del pensiero occidentale.
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- Sulloway, F. J. (1991). Reassessing Freud’s case histories: The social construction of psychoanalysis. Isis, 82(2), 245-275.
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- Fierro, C. (2015). A Cien Años de’Historia del Movimiento Psicoanalítico’: La Controversia Freud-Jung desde la Historia Crítica de la Psicología. Revista Peruana de Historia de la Psicología, 1(1), 7-27.