Pensiero astratto: cos'è e a cosa serve?

Che cos'è il pensiero astratto? Scoprite le sue caratteristiche, funzioni, esempi e differenze con il pensiero concreto.
Pensiero astratto: cos'è e a cosa serve?

Ultimo aggiornamento: 20 novembre, 2020

Avrete certamente sentito parlare del pensiero astratto, ma… che cos’è esattamente? È un pensiero che ci permette di riflettere su ciò che non è presente nello spazio o nel momento attuale. Ci consente, inoltre, di fare riferimento a concetti o principi generali, nel nostro quotidiano o in altri contesti, come quello lavorativo o scientifico.

Ci offre qualche vantaggio? Uno studio olandese del 2006 ha dimostrato che ci sentiamo più “potenti” quando ci permettono di pensare in modo astratto. Questo potrebbe essere una prova a suo favore, rispetto al pensiero concreto che avrebbe un carattere più restrittivo.

Vediamo, dunque, in che modo differisce dal suo “opposto”, il pensiero concreto. E poi, a cosa serve e quali vantaggi offre.

Testa da cui escono fiori e cuori, a rappresentare il pensiero astratto.

Che cos’è il pensiero astratto e a cosa serve?

Secondo lo Psychology Dictionary, il pensiero astratto è la capacità di cogliere l’essenziale e le caratteristiche comuni. Serve a portare alla mente i diversi aspetti di una situazione, a prevedere e pianificare il futuro, a pensare in modo simbolico e trarre conclusioni. Sarebbe l’opposto del pensiero concreto che, in questo caso, è una pensiero letterale basato su tempo e spazio presente.

A cosa serve? Il pensiero astratto, abbiamo detto, ci permette di mettere in relazione concetti diversi, convinzioni o elementi che si trovano nell’ambiente, interno o esterno. Ci aiuta anche a innovare, creare, immaginare, sviluppare nuove idee, imparare dalle esperienze passate e riflettere sul futuro.

Questo pensiero rappresenta, oltretutto, un’abilità cognitiva. Più precisamente, si tratta di una delle ultime capacità cognitive che l’essere umano ha acquisito nella sua evoluzione. Cerchiamo di saperne di più attraverso una sintesi delle sue caratteristiche.

“Il pensiero è la principale facoltà dell’uomo, e l’arte di esprimere i pensieri è la prima tra le arti.”

– Étienne Bonnot de Condillac –

Caratteristiche

Vediamo in sintesi un elenco di caratteristiche del pensiero astratto, facendo riferimento alla forma, al contenuto e alle funzioni:

  • Si concentra su elementi che non sono presenti (va oltre il contesto attuale).
  • Permette di immaginare, creare e innovare.
  • Stimola il pensiero riflessivo profondo. 
  • Aiuta a trovare significati diversi in ogni situazione.
  • Permette di pensare in modo astratto e formulare idee dello stesso tipo.
  • È un pensiero ipotetico-deduttivo (ci consente di costruire ipotesi senza bisogno di provarle in modo empirico).
  • È un pensiero flessibile, che stimola la discussione.

Esempi

Per comprendere meglio questo pensiero, possiamo ricorrere ad esempi concreti. Immaginate una persona che stia pensando a un libro specifico. Userà invece il pensiero astratto quando penserà a più libri, libri che non si trovano necessariamente nella sua libreria o davanti ai suoi occhi.

Oppure può pensare a uno o più libri che la rappresentano, a libri che ha letto, o che parlano di un determinato argomento. In altre parole, nel pensiero astratto entra in gioco anche l’immaginazione.

Un altro esempio di impiego del pensiero astratto: un artista che sta valutando quali colori vadano meglio per il suo quadro o il musicista che sta scegliendo la nota perfetta per finire la sua sinfonia.

E ancora: il compositore che fa ricorso alla sua immaginazione per scrivere il testo di una canzone, il matematico che analizza i numeri per tirare le somme, nello stesso modo in cui il fisico o lo statistico colgono una relazione significative tra i dati raccolti.

Lo usiamo ogni giorno quando valutiamo situazioni che implicano uno sguardo al passato o al futuro (oltre il presente). In breve, il pensiero astratto è presente in tante situazioni e scenari.

Quando appare? L’ipotesi di Piaget

L’epistemologo e biologo svizzero Jean Piaget (1896-1980) parlava già di pensiero astratto. Elaborò un’ipotesi secondo cui il pensiero astratto, così come il ragionamento, emerge nell’ultima fase dello sviluppo (la fase delle operazioni formali). Infatti, Piaget chiamava il pensiero astratto, pensiero formale, perché apparteneva a questo stadio evolutivo.

La fase delle operazioni formali comincia tra gli 11 e i 15 anni di età e si estende fino all’età adulta. In questa tappa sono centrali i seguenti elementi:

  • Il ragionamento ipotetico.
  • Il ragionamento astratto.
  • La risoluzione sistematica dei problemi.
  • Il pensiero astratto.

Questo pensiero, secondo Piaget, è strettamente collegato alla logica e alla capacità di risolvere i problemi. In questo senso, sarebbe una delle caratteristiche distintive dell’essere umano, quella che ci distingue dalle altre specie animali.

Come applicarlo?

È possibile applicare questa forma di pensiero alla vita di tutti i giorni? In quali aree? Può essere utile al nostro sviluppo personale in contesti astratti come la spiritualità.

D’altra parte, padroneggiare il pensiero astratto (così come il suo linguaggio) è utile in campi come la matematica o le scienze, poiché il ragionamento analitico richiede l’uso del pensiero astratto.

Non dimentichiamo però che per comprendere un determinato argomento o concetto, dobbiamo essere capaci di collegarlo alla vita reale, in modo che ci risulti più vicino e più concreto.

Uomo che pensa e punti interrogativi.

Differenze tra pensiero astratto e pensiero concreto

Il pensiero concreto è opposto a quello astratto. In che cosa differiscono questi due tipi di pensiero? Il pensiero astratto ci permette di elaborare, descrivere e manipolare le informazioni mentali. Il pensiero concreto ha la stessa funzione, ma con oggetti presenti nel mondo fisico.

D’altra parte, abbiamo detto che il pensiero astratto è ipotetico e deduttivo. Questo significa che ci permette di formulare ipotesi senza doverle provare in modo empirico. Nel pensiero concreto la conoscenza avviene attraverso l’esperienza diretta con il fenomeno in questione (ovvero è una forma di pensiero induttivo).

Il pensiero astratto va dal generale al particolare (fatto che permette di formulare leggi e teorie, ad esempio). Invece il pensiero concreto va dal particolare al generale. Infine, il pensiero astratto consente la riflessione e il dibattito (essendo flessibile); quello concreto non permette variazioni poiché si basa su ciò che è tangibile ed evidente.

Come abbiamo visto, il pensiero astratto “è ovunque” e presenta grandi vantaggi quando si tratta di stimolarne altri come la riflessione o il ragionamento. Esistono numerose forme di pensiero: convergente, divergente, pratico, teorico, letterale…Qual è il migliore? Tutti e nessuno.

Il migliore è quello che si adatta bene al compito che vogliamo portare a termine. Quindi, la flessibilità è un altro valore aggiunto alle nostre capacità di ragionamento.

“Il saggio non dice tutto quello che pensa, ma pensa tutto quello che dice”.

– Aristotele-


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  • Espino, O.G. (2004). Pensamiento y razonamiento. Pirámide.
  • Garnham, A. y Oakhill, J. (1996). Manual de Psicología del Pensamiento. Ed. Paidós.
  • Pagés, J. (1998). La formación del pensamiento social, pp. 152-164. En Pijal Benejam y Joan Pagés, Enseñar y aprender ciencias sociales, geografía e historia en la educación secundaria. Barcelona: ICE/Horsori.
  • Piaget, J. (1986). Psicología evolutiva. Madrid: Editorial Paidós.
  • Smith, P. K., & Trope, Y. (2006). You focus on the forest when you’re in charge of the trees: Power priming and abstract information processing. Journal of Personality and Social Psychology, 90(4), 578–596. https://doi.org/10.1037/0022-3514.90.4.578

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