Pensiero dicotomico e personalità autoritaria

"O fate quello che dico o siete contro di me. Quello che dico e penso è l'unica verità, il resto sono falsità o sciocchezze". Questo è il tipico ragionamento che definisce la persona autoritaria, il cui pensiero è sempre dicotomico e rigido.
Pensiero dicotomico e personalità autoritaria
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Il pensiero dicotomico definisce le persone che costruiscono la propria realtà sulla base di categorie. Per loro, tutto è bianco o nero, buono o cattivo, o siamo con loro o contro di loro. La tendenza a valutare ciò che li circonda sulla base di concetti tanto estremi, o polarizzati, definisce molto spesso un profilo chiaramente autoritario con cui è molto difficile convivere.

I termini assoluti non sono poi così frequenti nel nostro universo sociale. Questa è una delle prime cose che dobbiamo capire. In altre parole, l’esperienza finisce sempre per dimostrarci che ottenere la felicità assoluta, ad esempio, non è possibile.

L’essere umano non è mai completamente buono o totalmente cattivo. La nostra realtà è mutevole, complessa, piena di sfumature: saper accettare tutta la sua variabilità è la chiave del benessere e dell’intelligenza.

Tuttavia, c’è chi insiste nel credere che tutto ciò che li circonda sia conforme a uno schema rigido e stabile, a uno schema il più semplice possibile, in modo che tutto sia sempre sotto controllo. Come recita un antico proverbio serbo, ci sono due tipi di persone al mondo, quelle che credono che esistano due tipi di persone e tutti gli altri. Dietro l’ironia (corretta) di questa idea si cela una grande verità.

Questo approccio dicotomico è all’origine di molti pregiudizi, proprio quelli che portano agli stereotipi più dannosi. È un concetto di cui ci parlarono già gli psicologi Theodor Adorno e Max Horkheimer.

C’è però un fatto su cui vale la pena di riflettere: il pensiero dicotomico si combatte incoraggiando il pensiero critico e flessibile. Un concetto che, purtroppo, non viene sempre applicato nelle scuole o insegnato a casa.

“Chi poco pensa molto erra.”

-Leonardo da Vinci-

Alberi forma teste persone.

Pensiero dicotomico e mente primitiva

Il pensiero dicotomico è dannoso e dovrebbe essere obsoleto. È il refuso di un passato in cui le dicotomie inventate e chiaramente distorte abbondavano in eccesso (alcune razze superiori ad altre, un genere più forte di un altro, ecc.). La psicologia sociale fa notare che tale approccio cognitivo si verifica molto più di quanto pensiamo.

Alcuni potrebbero sorprendersi, ma in un certo senso, pensare in termini assoluti è molto più facile. Il motivo? Non richiede sforzo, e questo significa che molte persone applicano questo schema di pensiero senza neanche rendersene conto.

Lo fanno quando vedono le cose in termini di buono o cattivo, giusto o sbagliato, senza apprezzarne le sfumature intermedie, quelle che, spesso, con un po’ più di profondità ed empatia, ci permettono di vedere una realtà più ampia e ricca.

Lo psicologo Aaron T. Beck definì questo ragionamento come “pensiero primitivo e immaturo” già negli anni ’60. Quindi, secondo il padre della terapia cognitiva, chi ragiona in termini assoluti applicando questo tipo di bias, è caratterizzato da processi mentali molto rigidi. Sono i seguenti:

  • Guardano solo gli aspetti globali della realtà. Non sono in grado di analizzare e concettualizzare determinate informazioni in scale, gradi o dimensioni.
  • Il loro pensiero è invariabile e irreversibile.
Manager urla ai suoi impiegati.

Pensiero dicotomico e autoritarismo

Aaron T. Beck indicò anche che questo approccio mentale non è indicativo di alcun disturbo mentale. Tuttavia, a volte, altri sintomi si aggiungono al pensiero dicotomico per modellare condizioni cliniche come il disturbo borderline di personalità.

D’altra parte, è solitamente presente nel comportamento autoritario. Oggi abbiamo persino una scala per misurare il pensiero dicotomico e grazie ad alcuni studi, come quello condotto dal Dottor Atkushi Oshio, dell’Università di Tokyo, scopriamo l’intima relazione tra autoritarismo e ‘pensare in bianco e nero’.

  • Secondo lo studio, il pensiero dicotomico è comune nelle persone narcisiste con bassa autostima, che presentano anche un comportamento autoritario.
  • Sono persone che non tollerano l’ambiguità, che hanno bisogno di avere tutto sotto controllo e che tendono a svalutare chi pensa diversamente da loro.
  • Un altro tratto comune in questi casi è il perfezionismo.

Il bisogno di allenare la nostra flessibilità cognitiva

Per invertire il pensiero dicotomico, dobbiamo promuovere la flessibilità cognitiva sin dalla tenera età. Questa funzione esecutiva ci consentirebbe, tra l’altro, di avere una maggiore capacità di risoluzione dei problemi.

Dopotutto, la personalità rigida e autoritaria non accetta la contraddizione. Tuttavia, se c’è qualcosa che abbonda nella nostra realtà quotidiana, è la complessità e la variabilità.

Lampadina a forma di testa umana.

Poter inquadrare, quindi, questa ricchezza di stimoli e categorie da un punto di vista più aperto, rispettoso e flessibile, ci arricchirebbe molto di più come esseri umani. Prendere in considerazione altri punti di vista è sinonimo di empatia e intelligenza.

Oltre a ciò, il pensiero flessibile, al contrario di quello dicotomico e rigido, dà forma a uno stile di vita che ci consente di adattarci molto meglio alle complessità del nostro ambiente.

Ci sentiremo meno frustrati, saremo più creativi, tolleranti e preparati ad analizzare, valutare e connetterci molto meglio con tutto ciò che ci circonda. Cerchiamo quindi di applicare quotidianamente questo approccio, e di combattere gli sguardi autoritari determinati a creare un mondo a loro immagine.


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