Percezione della realtà secondo Hilary Putnam

La realtà esiste o è come la percepiamo? Si può dire che questa sia una delle maggiori preoccupazioni dell'essere umano. Questo articolo espone l'ipotesi sviluppata da Hilary Putnam.
Percezione della realtà secondo Hilary Putnam
Laura Llorente

Scritto e verificato la filosofa Laura Llorente.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Una delle domande che maggiormente preoccupano l’uomo riguarda la percezione della realtà. Milioni di persone si chiedono: conosciamo la realtà? È possibile sapere cosa è vero e cosa non lo è?

La filosofia del pensiero ha affrontato la questione da diversi punti di vista. In questo articolo presenteremo l’ipotesi di pensiero sviluppata da Hilary Putnam, uno dei più importanti filosofi contemporanei.

Due esempi della percezione della realtà

Immaginiamo che il cervello umano venga immerso in un secchio pieno di un fluido in grado di mantenerlo in vita. Le terminazioni nervose sono collegate a un super computer la cui funzione è inviare impulsi elettrici.

Questi impulsi fanno vivere al cervello una falsa realtà in cui tutto sembra perfettamente normale, poiché il computer simula la realtà.

La questione di chi crea il computer e delle sue intenzioni possiamo affrontarla in un altro momento, il punto è che né le parole del pensiero né le immagini mentali rappresentano ciò di cui si tratta. Complicato? Facciamo un altro esempio.

Stavolta immaginiamo che un gruppo di extraterrestri che non sanno assolutamente nulla della terra vedano l’immagine di un gatto.

Possono avanzare delle teorie su cosa sia, formulare delle ipotesi sulla sua origine, ma non sapranno mai cosa rappresenta perché non hanno mai sperimentato la realtà di cosa sia un gatto.

Luci nel cervello.


Parallelismi con la realtà

Come gli alieni, se il nostro cervello non avesse mai lasciato il secchio, non avrebbe mai sperimentato la realtà. Immerso in una prigione del pensiero, i suoi sensi avrebbero conosciuto solo gli inganni di quella realtà simulata.

Certo, ciò che il cervello sperimenta lo riconosce come vero, ma la percezione della realtà è ben diversa: nulla di ciò che sente è reale perché tutto è il prodotto di una simulazione programmata.

Matrix e la simulazione della realtà

Questa teoria non ricorda forse il film Matrix? Il protagonista, Neo, scopre che il mondo in cui credeva di vivere non è altro che una simulazione virtuale a cui è collegato tramite un cavo inserito nel cervello.

I milioni di persone che vivono connesse attorno a esso vengono trattati ​​allo stesso modo per alimentare le macchine. Questa illusione collettiva è nota come Matrix, la cui traduzione è “matrice”.

Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello.

-Frase estratta dal film Matrix

Occhio di Matrix.

Percezione della realtà: le altre persone esistono?

Partendo dall’ipotesi del cervello nella vasca, possono sorgere dubbi anche su chi siano gli altri. Se anche loro fanno anche parte di una simulazione, non possiamo essere sicuri della loro esistenza. Questo approccio è noto come solipsismo.

A prescindere dalla veridicità della percezione della realtà che sperimentiamo, noi la sentiamo come reale. Se un giorno ci fa male la testa, sentiamo davvero questo dolore. Sebbene queste ipotesi siano improbabili, è anche vero che sono impossibili da confutare.

Bisogna stare attenti, perché la depersonalizzazione può condurre alla follia, come nel caso del diciannovenne Joshua Cooke, che ha preso un fucile calibro 12 e ha sparato sette volte al padre e due alla madre. Dopo averli uccisi, il giovane Cooke ha chiamato la polizia spiegando cosa aveva fatto e li ha aspettati sotto il portico di casa mentre beveva una bibita.

Quando sono iniziate le indagini, gli agenti sapevano già che Joshua aveva un’ossessione per Matrix. Le pareti della sua stanza erano tappezzate di poster del film e spesso indossava un mantello e abiti neri per imitare i personaggi.

Nella sua dichiarazione ha detto che si trovava in un mondo virtuale, in una realtà simile a Matrix, e che i suoi genitori non erano reali. Questo è solo un assaggio di quello che può fare una mente frammentata.

Non sapere se la realtà che percepiamo e sentiamo sia reale è uno dei più grandi enigmi per l’uomo, perché implica la messa in discussione di tutto quello che vive, di chi lo circonda e di se stesso.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.