Perdita di memoria per depressione: in cosa consiste?

Negli episodi depressivi, una delle caratteristiche più evidenti è la perdita parziale o totale della memoria di alcuni eventi. Ciò è dovuto a processi che avvengono nel cervello.
Perdita di memoria per depressione: in cosa consiste?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 08 luglio, 2024

La depressione può causare perdita di memoria, perché il cervello depresso ci sconnette dalla realtà per allontanarci da essa, come una barca che va alla deriva. Ci trascina nella sua tempesta neurochimica, ci chiude in una caverna dalla quale il mondo esterno appare tremolante e indefinito, dove ci costa molto mantenere la concentrazione, ricordare, reagire, pensare, prestare attenzione…

Quando parliamo di depressione, pensiamo quasi subito a una persona distesa sul divano o sul letto con le persiane abbassate. Associamo questo disturbo psicologico a quiete, sconforto e debolezza. Tuttavia, la depressione in molti casi è “portatile”, sono migliaia le persone che ogni giorno affrontano le proprie responsabilità quotidiane con questa ferita invisibile che interferisce in quasi tutti gli aspetti della loro vita e in quasi tutte le attività da loro svolte.

La depressione compromette in modo negativo la memoria episodica e il ricordo degli avvenimenti vissuti.

La depressione va oltre un preciso stato emotivo. Questa condizione causa caos interiore, esaurimento fisico, svogliatezza, mancanza di interesse, apatia; è lo sconforto che si insinua nella mente e che deteriora il funzionamento cognitivo, aspetto rilevante del quale non si parla molto spesso. È essenziale, però, tenerne conto per formulare un approccio terapeutico completo, idoneo e sensibile.

Persona con volto che si scioglie in granelli di sabbia

La perdita di memoria per depressione: cosa succede?

Difficoltà a comprendere le indicazioni e ancora di più a fornirle. Problemi a capire quello che si legge o ascolta. Avere il nome di qualcuno sulla punta della lingua e non ricordarlo. Avere un vuoto di memoria mentre si guida che impedisce di ricordare dove si è diretti. Avere la sensazione che le persone si arrabbino con noi perché non le ascoltiamo mentre parlano. Fraintendimenti e malintesi con chi ci circonda perché non riusciamo a prestare loro attenzione, a ricordare quello che ci dicono, a fare delle semplici deduzioni, ecc.

Come possiamo vedere, la perdita di memoria per depressione non è una semplice dimenticanza. Significa vivere avvolti da una nebbia mentale, dove tutto sembra trovarsi troppo lontano o essere troppo vago per potervi prestare attenzione e capire cosa succede, dove siamo, cosa ci viene chiesto. Tutto questo genera malessere, incomprensione sociale e, cosa ancora peggiore, si aggrava la sensazione di sconforto .

Perché accade tutto questo? A cosa sono dovuti questi processi logoranti?

Neuroni “accelerati”

Lo stress è, mediamente, un fattore che promuove il rischio di depressione. La sensazione di minaccia, paura, pressione, allerta, angoscia… Tutte queste sono dimensioni che promuovono il rilascio di glucocorticoidi, tra cui il più comune è il cortisolo.

Un cervello diretto dal cortisolo lavora in modo diverso. I neuroni sono “accelerati” e promuovono processi ben noti come rimuginare, preoccuparsi, pensieri ossessivi, etc. Per ridurre questa iperattività, questo esaurimento e persino la morte neuronale, le cellule provvedono a “sconnettersi”. 

Le informazioni non vengono più trasmesse con agilità, si dimenticano le cose, la memoria si indebolisce e il cervello all’improvviso si blocca per mettersi in modalità stand-by.

Cervello

L’ippocampo diventa più piccolo

La perdita di memoria per depressione ha origine nell’ippocampo, l’area cerebrale che preserva la memoria. L’ippocampo diventa quasi come un bersaglio verso il quale viene diretta tutta la tossicità dei glucocorticoidi. Nel caso in cui la depressione diventi cronica, o se si soffre di episodi ricorrenti, l’ippocampo diventerà sempre più piccolo.

Tuttavia, occorre sottolineare che questa struttura cerebrale è dotata di grande plasticità . Grazie a un’adeguata terapia, con esercizi per la memoria e strategie cognitive adatte, può recuperare le sue dimensioni originali migliorando la nostra attenzione, i nostri ricordi, ecc.

I circuiti dopaminergici

Una realtà tipica delle persone affette da depressione è l’anedonia. Con questo disturbo psicologico perdiamo la capacità di godere delle cose più semplici, di provare interesse, piacere, motivazione, energia per iniziare qualcosa di nuovo, uscire di casa, intraprendere qualcosa, connetterci con gli altri.

I circuiti dopaminergici hanno il compito di “ricompensarci” per le attività che il cervello considera positive. Un cervello depresso è un organo in cui la dopamina non funziona in modo efficace. Per questo motivo, tutto cambia e tutto risulta alterato. Perdiamo la motivazione e, cosa più importante, un deficit di questo neurotrasmettitore implica anche alterazioni del sistema serotoninergico e glutammatergico, degli oppiacei e degli endocannabinoidi.

Se tutti questi sistemi e processi neurochimici non funzionano a dovere, perdiamo curiosità, capacità di attenzione, agilità mentale, non riusciamo a memorizzare nuovi dati e recuperarli, a prendere decisioni in modo efficace.

Donna triste

Cosa possiamo fare?

La perdita di memoria per depressione è un dato di fatto. Tuttavia, ciascuna persona la sperimenterà in modo particolare. In caso di depressione da lieve a moderata questo deficit cognitivo è recuperabile mediante terapie cognitive, esercizi, gruppi di auto aiuto, ecc.

Nei casi più gravi, invece, è necessaria una strategia multidisciplinare che unisca l’approccio farmacologico a terapie psicologiche focalizzate sulla memoria e il consumo di integratori di magnesio e vitamine del gruppo B. Infine, non possiamo tralasciare l’importanza del supporto da parte dell’ambiente circostante, infatti la comprensione, la vicinanza e la sensibilità nei confronti della persona affetta da depressione sono essenziali.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.