Persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo: come vive?
Avete mai pensato a come si vive quando si è ossessionati dall’ordine, dalla pulizia o da altre regole mentali? È un problema che riguarda anche voi? Oggi vi vogliamo parlare della vita di una persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo. Si tratta di un disturbo a due facce: da una parte vi sono ossessioni che colpiscono la mente dell’individuo e che sono vissute come estremamente negative, dall’altra la persona sviluppa compulsioni (che possono essere manifestate o nascoste) che le servono a ridurre il malessere provocato dall’ossessione.
La linea che intercorre tra “la comparsa dell’ossessione e la messa in moto della compulsione” definisce la vita di una persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo. L’individuo prova un alto livello di sofferenza e ansia, si sente poco compreso e investe molto tempo nel tentativo di allontanare le ossessioni attraverso l’utilizzo di rituali compulsivi. In questo articolo vogliamo spiegarvi come vive la propria quotidianità una persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo e quali sono le sue paure, i suoi pensieri e le sue emozioni.
La linea che intercorre tra “la comparsa dell’ossessione e la messa in moto della compulsione” è quella che definisce la vita di una persona con disturbo ossessivo compulsivo.
L’ansia domina la vita di una persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo
Una persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo è dominata dall’ansia, molta ansia. Questa emozione è legata al disturbo ossessivo compulsivo come fosse la sua ombra. Perché? Perché il disturbo ossessivo compulsivo è un problema di tipo ansiogeno. Questo vuol dire che è l’ansia stessa, unita alla necessità di evitarla, a motivare il disturbo stesso. Quando compare l’ossessione, l’ansia aumenta, e se non si compie il rituale compulsivo, questa cresce sempre di più facendosi poi affiancare dalla paura e diventando con essa l’emozione protagonista.
Per esempio, una persona ossessionata dalla pulizia (lavarsi le mani), quando mette in pratica la sua condotta di “lavaggio mani”, non avrà problemi di ansia. Ma chi può permettersi di passare tutto il tempo con le mani sotto al rubinetto? Quale pelle non soffre per un contatto eccessivamente prolungato con acqua e sapone?
Immaginiamo anche che questa stessa persona utilizzi i mezzi di trasporto pubblici per spostarsi, come la metropolitana. Schiaccia il bottone per aprire la porta ed entrare nel vagone cominciando subito a pensare all’incredibile quantità di germi con i quali sta entrando in contatto. In questo caso, trovandosi in un luogo dove non può realizzare la propria compulsione (lavarsi le mani), verrà assalita dall’ansia. Un’ansia crescente se la pulsione non viene realizzata.
In quest’ottica, possiamo immaginare come una persona affetta da disturbo ossessivo compulsivi faccia fatica a vivere una quotidianità tranquilla. Il soggetto ossessivo compulsivo cercherà di evitare situazioni che gli impediscono di realizzare le compulsioni o che lo espongono alle sue ossessioni (continuando con l’esempio prima citato, un luogo molto sporco verrà subito evitato). Il risultato di tutto ciò è una vita limitata a un ambiente il più possibile vicino alla propria casa. Un ambiente fatto di brevi distanze, gruppi ristretti di amici e poche o nulle attività sociali.
La paura verso i propri pensieri: la mente come un enigma incontrollabile
La persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo ha paura di quello che pensa la sua stessa mente, diventa un tutt’uno con i propri pensieri ed è convinta che pensare qualcosa aumenti la probabilità che accada. Crea nella propria mente delle regole o norme che segue costantemente; se sente di non poterle rispettare, si convince che accadrà qualcosa di terribile. Di conseguenza, la prima emozione che la domina è la paura, che, per prolungare il suo effetto nel tempo, si nutre del rituale compulsivo.
Detto in altre parole, effettuare un controllo totale sui nostri pensieri è un compito impossibile. Se ci imponiamo di non pensare a un “elefante rosa”, l’unica cosa che faremo è continuare a pensare proprio a quell’elefante. La regola del funzionamento psicologico umano in questo caso è: quanto più evitiamo qualcosa, tanto più la avvicineremo. Una persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo ha gli stessi pensieri di ogni altra persona. Quello che succede è che cerca di affrontarli in maniera ostile, ottenendo come unico risultato la loro permanenza.
“La regola del funzionamento psicologico umano è: quanto più evitiamo qualcosa, tanto più la avvicineremo”.
La persona si pone come obiettivo l’eliminazione radicale dei contenuti mentali che le provocano paura o che la terrorizzano. Ma siccome ciò è impossibile, non fa altro che avere paura della propria mente. Chi soffre di disturbi ossessivo compulsivi ha il timore di non riuscire a controllare ciò che pensa, si propone di pensare solo a ciò che gli piace, ma fallisce nei suoi intenti perché si pone come obiettivo una cosa impossibile da realizzare.
Tenendo presente questo, possiamo capire come le persone ossessivo compulsive dipendano da ciò che “dice loro” la mente, cercando di controllare i pensieri con strategie infruttuose che, fallendo, aumentano i loro livelli di ansia. Ansia che si trasforma in paura, costringendoli ad affidarsi ai loro rituali compulsivi come unica arma per tornare nella loro zona di confort. Sono schiavi della loro mente, spendendo le loro energie nel vano tentativo di controllare l’incontrollabile, senza verificare, tramite esperienza, che non succede nulla di male se non danno sfogo alla loro compulsione.
Se conoscete qualcuno affetto da questo disturbo, è molto importante non cercare di farlo ragionare sulle sue ossessioni e rituali. Questo perché è fermamente convinto che ciò che tanto teme non possa svanire. Le persone con disturbi psicotici sanno perfettamente di aver perso il contatto con la realtà, e sanno che il loro tentativo di controllo della stessa è vano ed esagerato. Tuttavia, l’enorme ansia e la grande paura che provano li persuade a insistere. Sono proprio queste ultime due emozioni ad attivare un circolo senza fine che non sono in grado di spezzare.
La cosa migliore da fare è motivare queste persone affinché si affidino a uno psicologo specializzato in disturbi ossessivi e ansia. Aiutatele a trovarne uno e, se avete un rapporto di fiducia, accompagnatele alla prima sessione. Ricordate: il disturbo ossessivo compulsivo può bloccare chi ne è affetto, ma esistono strategie terapeutiche che si sono rivelate efficaci al fine di ridurne l’impatto negativo sulla vita quotidiana di chi ne soffre.