Persone che parlano male degli altri

L'ipocrisia, purtroppo, è presente in quasi tutti gli ambienti sociali. Spieghiamo come imparare a rilevarla e portarla alla luce.
Persone che parlano male degli altri
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Capita di essere confidenti e amici di persone che parlano male degli altri, come se un potere divino avesse dato loro quell’autorità.

Non lo fanno in un modo che potremmo definire “casuale”, per loro l’ipocrisia è una risorsa comune nella comunicazione; serve indirettamente a rafforzare i loro valori cercando la complicità altrui nell’oggetto della loro critica.

Questo rinforzo agisce per opposizione: se l’altro è d’accordo con me in ciò che odio, sarà d’accordo anche con ciò che difendo. Una simile dinamica è tipica delle menti insicure, che con le parole cercano di intimorire i fantasmi.

Spesso, inoltre, le persone con questa abitudine non parlano in modo generale  né alludono a dettagli irrilevanti. Raccontano fatti intimi, giudicano e riportano eventi verificatisi per caso o disattenzione, ma pur sempre appartenenti alla sfera intima.

Come rilevare l’ipocrisia del nostro ambiente circostante

È comune pensare che i propri amici non siano persone che parlano male degli altri. Se pensassimo diversamente, non sarebbero nostri amici. Con qualche eccezione ovviamente, perché c’è chi ama il masochismo anche in questo senso.

Nella maggior parte dei casi non si è felici nello scoprire che qualcuno ci sparla, ancor meno quando si tratta di una persona di cui ci fidiamo e con cui condividiamo una certa intimità. Succede soprattutto nella coppia, in cui uno dei due per sfogarsi con gli amici critichi aspramente il partner.

“L’offesa più grande del tuo peggior nemico non è paragonabile a quello che gli amici più cari dicono di te alle tue spalle.”

-Alfred de Musset-

Donna con la mano alzata.

Tenendo conto di ciò e che siamo umani, è troppo categorico dire che chi parla male degli altri è un ipocrita. Se nessuno di noi avesse un amico fedele, un sostegno sincero per superare i brutti momenti saremmo doppiamente amareggiati.

Può capitare a tutti, dunque, di dire qualcosa di negativo sugli altri con qualcuno che consideriamo degno della nostra fiducia.

Raccontare a un’altra persona cosa ci accade non è ipocrisia, si potrebbe dire che svolge una funzione vitale nell’essere umano. Ma, ovviamente, ci sono alcuni confini che ci indicano che stiamo iniziando a vivere in un ambiente fatto di ipocrisia.

L’ipocrisia si tradisce se sappiamo distinguerne i dettagli

Qualsiasi denuncia circa il comportamento molesto altrui deve passare attraverso una serie di fasi. Non sono regolamentari, bensì etici. Se qualcuno fa qualcosa che ci infastidisce, prima di tutto dovremmo parlarne con il diretto interessato.

Se invece di cercare di risolvere il problema, iniziamo a parlare dei fallimenti della persona che ci provoca disagio con altri, superiamo la linea rossa che chiamiamo ipocrisia.

Dire a diverse persone quanto si sta male con qualcuno e poi comportarsi come se nulla fosse non risolve la situazione. Al contrario, intossica gli altri e se stessi.

Può succedere a volte, ma se diventa la norma vuol dire che si sta acquisendo una cattiva abitudine per frenare la proprio frustrazione. Se si nota questa cattiva abitudine in qualcuno intorno a sé, potrebbe essere il momento di stare all’erta, il che non significa stare sulla difensiva.

Persone che parlano male degli altri: quando l’ipocrisia cresce e si trasforma in vero male

Abbiamo detto che ci sono sottili linee rosse per rilevare l’ipocrisia, a volte troppo sottili e difficili da rilevare. Altre volte, invece, si delinea un tratto così ovvio che non vale più la pena di stare all’erta. È ora di smettere di delirare, non importa quanto sia difficile, non importa quanto faccia male.

Per quanto è difficile crederci, parlare male degli altri “ripaga”. Ci sono persone che, a causa delle loro scarse abilità sociali, parlano degli altri per attirare l’attenzione su di sé.

Donna antica.

Bugie, voci infondate, dettagli intimi raccontati sul tavolo di un bar senza il minimo decoro. Non ci sono più linee rosse, i confini sono già sfumati: abbiamo scoperto che non si tratta solo di ipocrisia.

Quella persona che consideriamo un amico, inizia a parlare degli altri in modo profondamente dannoso, senza mostrare il minimo pentimento.

Ecco che mostra il suo lato oscuro, ma ci rifiutiamo di pensare che possa fare lo stesso con noi. Fino a quando non ci accorgiamo che parla con vera furia, davanti a un pubblico attento, di una persona che ha lo stesso rapporto di fiducia di quello che condividiamo con lui/lei. Il tempo di essere vigili è passato: bisogna stare lontani.

Vivere e circondarsi di persone autentiche è la ricompensa di chi non è ipocrita

Nessuno ci ricompenserà per aver cercato di liberarci dell’ipocrisia intorno a noi. Nessuno ci assegnerà una medaglia per non esserci impegnati in un gioco sleale che qualcuno ci aveva servito su un piatto d’argento.

Al contrario, correremo il rischio di perdere il contatto con certi conoscenti, saremo in preda all’incertezza e molti metteranno in dubbio il nostro atteggiamento.

Limitare le relazioni con persone tossiche, che non solo praticano l’ipocrisia ma fanno anche del male quando possono e vogliono, è difficile; soprattutto quando fanno parte della nostra cerchia intima.

La scelta più conveniente in questi casi per la propria salute emotiva è non fare un gioco ancora più sleale: non cercate di smascherare l’ipocrisia della persona; ognuno deve essere abbastanza responsabile da togliere la “benda” in autonomia e indipendenza.

Amici uniti da un abbraccio e persone che parlano male degli altri.

Allontanare le persone che parlano male degli altri è positivo

Vivere lontani dall’ipocrisia ha in sé una ricompensa implicita: vivremo circondati dalla lealtà. Da persone sane con cuori sinceri intorno, ci sarà molto più spazio per loro.

Nel tempo, la rabbia scomparirà e anche un sentimento di compassione ci travolgerà. Avremo superato il lutto della rabbia per raggiungere la più assoluta indifferenza.

Impareremo una grande lezione: bisogna fare attenzione alle persone con cui si parla. Presto potremmo vederci con lo stesso pugnale conficcato nella schiena, senza sapere chi ci ha causato la ferita.

L’esperienza è una laurea e sapremo voltarci in tempo per mostrare il nostro cuore con coraggio di fronte all’attacco. Può darsi che solo allora l’altra persona sia consapevole della bassezza delle sue azioni.


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