Il potere moderno non cerca di reprimere, ma di angosciare

Il potere moderno non cerca di reprimere, ma di angosciare

Ultimo aggiornamento: 28 settembre, 2016

La paura è un’emozione umana del tutto naturale che, difatti, garantisce la sopravvivenza. Tuttavia, portata all’estremo, ha la capacità di condizionare i pensieri, le emozioni e la condotta delle persone. Il potere e i suoi rappresentanti hanno sempre saputo che la paura è un’arma efficace per controllare le vite degli altri e far sì che pensino, sentano ed agiscano come essi desiderano.

Da sempre chi sta al potere ha ricorso alla paura per sottomettere le coscienze del mondo che comanda. Nella sua espressione più elementare questa paura viene inculcata come un castigo fisico che minaccia l’integrità e la vita dei sottomessi.

La violenza, le privazioni o il dolore sono stati strumenti utilizzati durante la storia per castigare chi si ribellava, per sottomettere i nemici o per mantenere viva la minaccia latente in chi doveva ubbidire.

Una cosa era sottomettere un servo del feudo, durante l’epoca medievale, un’altra, molto diversa, è mantenere sotto controllo le grandi masse nell’epoca attuale.

Molti potranno sfuggire al castigo fisico, poiché risulterebbe impossibile intercettare qualsiasi atto contro il potere o punire tutti coloro che ne realizzano. Per questo motivo, il potere attuale è diventato molto più sofisticato. Non si occupa più di reprimere i ribelli, ma di instaurare meccanismi che garantiscano l’obbedienza della massa.

Il potere e la paura ai giorni nostri

Se esiste un’emozione che ormai ci domina, di certo è la paura. Si tratta, però, di una paura poco precisa, diffusa, causata dall’individuazione di centinaia di minacce latenti, anche se non si hanno dati precisi riguardo al pericolo. I rischi non sono del tutto chiari e, per questo, la paura continua ad abbracciarci e ad invadere le vite emotive delle persone, senza che ce ne rendiamo conto. Il nome esatto di questa forma di paura è “angoscia”.   

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In fondo, la sensazione che ormai si è diffusa è la paura di vivere e, consapevolmente o meno, affrontiamo questo timore “essendo obbedienti”. Obbediamo agli ordini che ci vengono imposti. Seguiamo il gregge. Siamo ribelli sottomessi: forse siamo calciatori che vorrebbero diventare professionisti, ma che non possiedono la libertà necessaria per rischiare tutto e realizzare i propri sogni.

Molti sono anche capaci di rinunciare ai propri diritti a favore di uno stato di maggiore sicurezza. I politici lo sanno bene e, per questo, giustificano la mancanza di diritti e libertà con le minacce.

Si limitano i servizi sanitari per non provocare un collasso finanziario. Se le tasse sono più alte, è per garantire a tutti noi la pensione. Se permettono alla polizia di entrare senza un mandato nelle nostre case, è per scongiurare la minaccia terroristica. Attualmente i politici non promettono di realizzare sogni, ma di combattere gli incubi.

La fabbrica delle minacce

Il mondo attuale non è propriamente un inno alla concordia e alla fraternità, questo è certo. Ma non è neppure l’immagine immonda che trasmettono giorno dopo giorno i telegiornali e la stampa. I mezzi di comunicazione di massa si sono specializzati nel trasformare il crimine, la violenza e la corruzione nel centro della realtà.  Sebbene queste cose esistano, non bisogna dimenticare che ogni giorno vengono compiute milioni di azioni oneste da parte di persone buone, che vogliono solo vivere in modo tranquillo.

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Il potere ha bisogno di persone angosciate, perché un individuo ansioso è più vulnerabile, e le persone che si sentono vulnerabili più che pensare, sentono. E sentono senza pensare, si lasciano guidare dalla paura e accettano l’inaccettabile: vivere in funzione di insulse conversazioni su dispositivi mobili, praticare il culto dei muscoli del corpo, studiare cinque master per sentirsi più competenti o cercare ossessivamente il grande amore che li salvi da tutto.

Esistono “spaventatori” professionisti. Non esiste un impiegato che non abbia paura di essere licenziato, perché nella maggior parte delle aziende regna il fantasma del “taglio del personale”.

Poche madri educano con serenità i loro figli: esistono i pedofili, i disturbi causati dal deficit di attenzione e altre mille cose. Tutti ci troviamo di fronte all’incertezza del prossimo squilibrato che ci coinvolga in una guerra o dell’irresponsabile che cambi le regole del gioco e imponga le sue.

Perché punire fisicamente? Perché reprimere? Angosciare l’intera società è più che sufficiente. Per questo motivo, esiste la fabbrica della paura, per insegnare a chiunque che non può prendere il controllo della sua vita, che esistono minacce che vanno oltre la sua capacità di reazione. E questo giustifica il fatto che centinaia di esseri repulsivi siano al potere.


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