Prima impressione: punto di partenza di ogni relazione

Prima impressione: punto di partenza di ogni relazione
Adriana Díez

Scritto e verificato la psicologa Adriana Díez.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

Avete mai pensato a quanto velocemente si forma l’immagine di chi abbiamo davanti, a quanto velocemente passiamo da quello che vediamo a quello che intuiamo? Avete notato che il cervello funziona quasi in modo automatico per tracciare il profilo di chi ci circonda? Proprio questi meccanismi definiscono la cosiddetta prima impressione di chi conosciamo.

Uno studio condotto da Bert Decker conferma che in due secondi nel cervello si forma una prima impressione circa le persone che conosciamo. In questi primi istanti il ​​cervello produce il 50% dell’immagine e sarà nei successivi 4 minuti che completerà il resto della sua idea sulla persona. A partire da questo punto, l’immagine mentale creatasi determinerà la nostra interazione con il soggetto, perché avremo la tendenza a confermarla.

Si consideri un semplice esempio per illustrare quanto detto. Immaginiamo che la nostra prima impressione di una persona appena conosciuta sia quella di un individuo gentile. Se lo pensiamo, molto probabilmente anche noi, a nostra volta, ci mostreremo gentili, e così anche l’altra persona continuerà a esserlo o, qualora non lo sia, può iniziare a comportarsi in questo modo. Tra i vari fattori, questo è uno dei principali che rendono più difficile cambiare una prima impressione: ci comportiamo con gli altri in base a quella prima immagine.

Mani di persone che stanno costruendo un puzzle

Capire come si forma la prima impressione è affascinante: il cervello agisce inconsciamente e inserisce molti dati pur non avendoli. Ce lo spiega uno studio condotto dalla psicologa Nalini Ambady. Grazie a questo esperimento si è constatato che a un gruppo di alunni bastava guardare per 10 secondi un video in cui appariva un insegnante perché si facessero una prima impressione del docente. Non è tutto, perché quella prima impressione, in media, differiva molto poco da quella che avevano gli studenti che avevano effettivamente frequentato le lezioni dell’insegnante per un intero semestre. Questo ci mostra quanto sia veloce il nostro cervello a creare un quadro completo di quello che vediamo.

Da ciò possiamo dedurre l’importanza del nostro linguaggio corporeo e del nostro aspetto verso l’esterno. Il nostro modo di presentarci o di mostrarci in un primo momento saranno parte dell’immagine che gli altri hanno di noi.

“Non c’è nessuna seconda possibilità per una prima impressione”

-Oscar Wild-

Prima impressione: in che modo influiscono la società e la cultura?

Siamo influenzati, consciamente e non, dalla società e dalla cultura. Ciò che è intorno a noi e la nostra storia di convivenza con esso condizionano questa prima impressione che conserviamo nel nostro cervello. A volte anche senza averla processata. E poi agiamo di conseguenza, senza quasi rendercene conto.

La società ci dice come vestirci, agire, parlare… E molti dei parametri che fanno parte di questa prima impressione li codifichiamo in questo senso: notiamo se corrispondono a ciò che la società approva (che può coincidere o meno con quello che noi approviamo o non approviamo). Coloro che non corrispondono a tale schema probabilmente attireranno di più la nostra attenzione, e ciò sarà un aspetto che spiccherà nella prima impressione. Pertanto, sarà una codificazione più veloce.

Gran parte di questo processo è inconscio, lo facciamo senza accorgercene. Tutto ciò rende difficile influire direttamente sul processo. Tuttavia, quello che possiamo fare è essere prudenti nel valutare l’affidabilità delle immagini, fidarci di esse quanto basta ed essere aperti a cambiarle. Sarà vantaggioso per noi stessi, perché migliorerà la qualità delle nostre nuove relazioni.

Non siamo solo una prima impressione, non siamo solo un’immagine esterna: ognuno di noi ha molto al suo interno e meritiamo che qualcuno si prenda il tempo per conoscerci. Come abbiamo visto, non ci sbagliamo molto con la prima impressione se la confrontiamo con l’impressione che abbiamo dopo un paio di mesi.

Ma attenzione, questo accade con relazioni che non sono molto strette, come quella tra un insegnante e uno studente. Con relazioni più profonde la prima immagine alla fine subisce molti cambiamenti, sia perché abbiamo sbagliato nel momento di formarla sia perché l’altro cambia.

Donna che sceglie tra varie espressioni facciali come esempio di prima impressione

Le nostre prime impressioni sono azzeccate?

Gli studi dimostrano che in generale siamo abbastanza bravi nel formulare le prime impressioni. In pochi secondi è possibile dedurre informazioni che l’altro non ci dà, e indovinare.

Ma come mai avviene ciò? Dobbiamo pensare che se da un lato la società delinea una linea di azione, dall’altro siamo in grado di ingannare il nostro interlocutore abbastanza facilmente, mostrando di rientrare nei limiti “normali” socialmente definiti. È facile creare un’immagine positiva se sappiamo in anticipo ciò che l’altro vorrebbe trovare in noi.

In ogni caso, le prime impressioni, anche se buone, raramente sono accurate. Il loro principale vantaggio è che ci servono per crearci delle aspettative o elaborare piani d’azione: per esempio affinché l’altro abbia una buona impressione di noi. Lo svantaggio è che in esse ci sono pre-assunzioni che spesso allontanano la possibilità di conoscere davvero l’altra persona.


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