Proteggere il cervello dai segni del tempo

Proteggere il cervello dai segni del tempo

Ultimo aggiornamento: 12 marzo, 2015

Prima di tutto, è bene capire che il cervello è un muscolo. Un muscolo meraviglioso e pieno di potenzialità che, proprio come tutti gli altri, deve essere esercitato; più lo alleneremo nello svolgimento di diversi compiti, più resistente diventerà e migliori saranno le condizioni che manterrà con il passare del tempo.

Il nostro cervello, quindi, è un organo multidisciplinare ed estremamente plastico, che assorbe tutti i tipi di stimoli e processa tutti i tipi di informazioni. Questa continua attività gli permette di mantenersi attivo e diventare più forte, mantenendo nel corso degli anni uno stato adeguato, che gli permetta di affrontare determinate malattie e di sviluppare ciò che ci conosce come “riserva cognitiva”.

Vi piacerebbe riuscire a mantenerla a livelli ottimali per la vostra salute fisica e cognitiva? Avanti!

La riserva cognitiva: protettrice del nostro cervello

La riserva cognitiva è la capacità degli essere umani di far fronte al deterioramento che possiamo soffrire a causa di determinate malattie, inclusa la vecchiaia; inoltre, dimostra la nostra agilità mentale e abilità in processi cognitivi come la risoluzione di problemi, la memoria, l’invenzione, il ragionamento, l’immaginazione, ecc.

Si sono verificati dei casi clinici in cui, dopo la morte di una persona e solo dopo l’autopsia, si è scoperto che soffriva di una malattia cerebrale anche molto grave, di cui stranamente non aveva dato segni durante la vita.

Questo ci dimostra quali siano le capacità e la plasticità del cervello, che è in grado di trovare nuovi modi per colmare un possibile deficit. Quando, per esempio, a una persona viene diagnosticato l’Alzheimer, la malattia può metterci più o meno tempo a palesarsi proprio grazie alla riserva cognitiva del cervello, un insieme di strutture che si sviluppano più del normale per renderlo abbastanza forte da affrontare il progressivo deterioramento neuronale e la terribile perdita della memoria.

Vivere diverse esperienze, avere una vita intellettualmente attiva, mostrare interesse verso l’apprendimento, avere una mentalità aperta, curiosa e sempre in esercizio, permette di creare continue connessioni neuronali, che a loro volta ci forniscono nuovi percorsi e strutture con cui arricchire questo meraviglioso organo chiamato cervello, un muscolo davvero straordinario.

Ottenere una riserva cognitiva alta

Anche se è vero che spesso la riserva cognitiva è associata a fattori genetici e ambientali, vivere in un contesto che ci aiuti a sviluppare le nostre capacità cognitive, che ci dia sempre nuovi stimoli e che mantenga vivo il nostro interesse per l’apprendimento e la sperimentazione, può essere di grande aiuto. Potremmo quindi dire che le basi che garantiscono una buona riserva cognitiva sono:

  • Proprietà anatomico-funzionali del cervello
  • Capacità intellettuale, durata e qualità dell’educazione ricevuta
  • Sviluppo professionale o lavorativo nell’arco della nostra vita
  • Attività del tempo libero, interessi personali, relazioni sociali, ecc.

La riserva cognitiva è il risultato di un processo che inizia durante i primi anni di vita e che continua nel corso del tempo, è una capacità che può e deve essere stimolata per tutta la vita, per il nostro bene. Come farlo? Bisogna continuare a essere curiosi, farci domande, leggere , avere un buon giro di amici con cui dialogare e scambiare idee, provare emozioni, entusiasmarci, realizzare dei progetti, potenziare altre abilità come la musica, la pittura, la scrittura, ecc.

Tutto ciò fa sì che la nostra riserva cognitiva stabilisca delle nuove relazioni neuronali, costruendo nuove strutture e definendo un cervello più forte e sano, capace di lottare contro potenziali malattie in futuro, e che ci aiuterà a mantenerci in un ottimo stato e a trascorrere una vecchiaia felice. Dipende solo da voi!

E ora vi chiediamo: come vanno i vostri livelli di riserva cognitiva?


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.