Provare amore e odio al tempo stesso

Tutti, in qualche momento della vita, hanno provato sentimenti contrastanti. Vediamo cosa succede quando amore e odio si uniscono.
Provare amore e odio al tempo stesso
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

Sappiamo cosa vuol dire provare amore e anche cosa vuol dire odiare qualcuno. Ma cosa succede quando questi due sentimenti vengono provati contemporaneamente? Perché possiamo provare amore e odio per la stessa persona? Queste emozioni totalmente opposte sono presenti in ogni essere umano.

Sarà senz’altro capitato di provare sentimenti contrastanti nei confronti di qualcuno. Non riusciamo a spiegarlo e ci confonde. Anche se può sembrare strano, la verità è che in più di un’occasione proviamo emozioni opposte. Vi siete mai sentiti felici e tristi al tempo stesso?

Succede, per esempio, quando dobbiamo lasciare casa per una nuova opportunità di lavoro o quando una persona cara muore, ma sappiamo che era meglio perché stava soffrendo. È allora che amore e odio diventano parte di uno stesso sentimento.

L’amore e l’odio non sono ciechi, bensì accecati dal fuoco che covano dentro.

-Nietzsche-

Sentimenti di amore e odio.

Provare amore e odio: ambivalenza affettiva

Fa parte di noi, non possiamo fare a meno di provare amore e odio insieme anche se ci provoca disagio. Essere emotivamente ambivalenti non significa provare prima odio e poi amore, o viceversa.

L’ambivalenza affettiva è caratterizzata dal fatto che queste due emozioni, amore e odio, non si sostituiscono, bensì possono convivere senza sostituirsi l’una all’altra.

L’ambivalenza può essere considerata un disturbo psicologico? In molte occasioni si verifica in persone che soffrono di un disturbo mentale. Per esempio, depressione, schizofrenia, psicosi o nevrosi.

Tuttavia, si presenta soprattutto quando si soffre di gelosia. In questi casi, si ama il partner, ma al contempo lo si odia perché si relaziona con altre persone o perché risulta attraente agli altri. La gelosia è una delle cause naturali che fanno dell’amore e dell’odio un unico sentimento.

L’ambivalenza affettiva è normale, ma può ostacolare le interazioni, poiché incapaci di definire cosa si prova. E nel caso delle relazioni di coppia, può confondere e far sì che la relazione non vada come si vorrebbe.

Nella pelle dell’ambivalente

Se non ci siamo mai trovati in questa situazione, probabilmente non sappiamo come si sente la persona affettivamente ambivalente.

  • Attrazione e repulsione verso una persona.
  • L’ambivalente ama una persona, ma odia certi suoi atteggiamenti.
  • Voler parlare e tacere al tempo stesso.
  • Voler agire, ma anche rimanere passivo.

Tutti questi sentimenti contraddittori causano una situazione poco piacevole: rimanere paralizzati senza sapere quale strada scegliere.

Ambivalenza affettiva.

Provare amore e odio insieme: conseguenze

Quando l’ambivalente affettivo si trova tra due poli opposti che convergono in uno, le emozioni lo paralizzano provocando confusione. L’ambiguità è una delle caratteristiche delle persone ambivalenti, che vedono la propria autostima ferita a causa dell’incapacità di decidere tra due sentimenti opposti.

La persona si sente estranea alle proprie emozioni. Non sa come agire e come smettere di provare due emozioni che non dovrebbero mai convergere in una.

Questa sensazione di smarrimento riduce l’autostima, poiché mantenere un sano equilibrio emotivo risulta impossibile. L’ambivalente comincia a diffidare di se stesso, non riconosce più il suo mondo interiore. Ciò a volte causa ansia e solitudine che possono portare a una profonda depressione.

Dove finisce l’amore, comincia l’odio.

-Lev Tolstoj-

Va ricordato, tuttavia, che l’ambivalenza affettiva non è uno stato che dura a lungo. A volte ci sentiamo confusi da questa fusione di emozioni, ma è qualcosa di temporaneo e non sempre si verifica. A meno che, come abbiamo già visto, non si soffra di qualche tipo di disturbo psicologico.

Ambivalenza e psicoanalisi

Il concetto di ambivalenza è stato introdotto dallo psichiatra Eugen Bleuler nel 1911 ed è stato ampiamente utilizzato nella corrente psicoanalitica.

Secondo l’autore, questa nozione si riferisce all’atteggiamento emotivo in cui coesistono due impulsi contraddittori che derivano da una fonte comune.

Ora, per Bleuler e per la psicoanalisi, l’ambivalenza affettiva non consiste nel vivere consapevolmente due emozioni opposte. Fatta eccezione per alcuni casi di nevrosi ossessiva, una delle emozioni viene solitamente repressa.

Per esempio, l’amore che una persona prova per il padre può essere provato consapevolmente ed essere espresso apertamente; mentre l’odio per lo stesso oggetto (il padre) tende a essere represso e manifestato solo indirettamente.


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